Cultura e Spettacoli

La mappa del Duca di Noja

relativi “contorni”

Nato a Noicattaro il 4 giugno di 305 anni fa (si sarebbe spento a Napoli il 9 luglio 1768). Giovanni Carafa fu Duca di Noja, come allora si chiamava la cittadina pugliese. Visse alla corte dei Borbone distinguendosi per la vasta cultura unita alla passione antiquaria e numismatica; le sue collezioni possono essere ammirate nel Museo Archeologico Nazionale del capoluogo campano. Di lui ci resta anche un documento cartografico senza precedenti, conosciuto come Mappa del Duca di Noja. Si tratta della prima carta topografica di Napoli e relativi “contorni”. A commissionarla al Duca pugliese il 29 aprile 1750 fu il Tribunale degli Eletti o di San Lorenzo. In base agli accordi, Carafa, che era affiancato dal miglior agrimensore del regno, Vanti, avrebbe dovuto consegnare l’opera entro due anni e mezzo. Ma i lavori si protrassero più in là del previsto. Nel 1768, anno della morte del Carafa, la cartografia non essendo ancora completata venne affidata a Giovanni Pignatelli, principe di Monteroduni. Il nuovo responsabile dei lavori nominò sovrintendente dalla parte tecnica l’architetto Gaetano Brunzuoli. L’opera del Brunzuoli si concretò nell’aggiornamento della cartografia con i cambiamenti urbanistici intervenuti durante il lungo periodo di elaborazione. La cartografia fu finalmente completata nel 1775e corredata da un indice topografico realizzato dal Prof. Nicola Carletti, docente di architettura e matematica all’Università di Napoli. I primi cento esemplari (le dimensioni della carta sono m. 5,016 x 2,376, la sua scala grafica è 1:3808) furono realizzati dal regio stampatore Vittorio Barbacci, mentre quelli susseguenti furono stampati dal romano Antonio Cenci. La cartografia venne messa in vendita al prezzo di dieci ducati a copia, successivamente ridotti a sei per facilitarne la diffusione, la quale ugualmente fu assai limitata. Accanto alla sua utilità in quanto documento topografico, la mappa era infatti pensata anche come oggetto artistico. Essa è infatti corredata nella parte inferiore da una veduta scenografica di Napoli e di una legenda composta da 580 richiami con notizie storico-artistiche, ed incorniciata da un motivo ornato. La parte alta della mappa presenta il titolo, la dedica a Carlo III sulla sinistra e una collezione degli stemmi, suddivisi per Seggio, di 134 famiglie nobili napoletane, nonché lo stemma reale. L’importanza della mappa è legata allo studio delle variazioni urbanistiche intervenute nella città di Napoli e nel suo circondario durante il regno di Carlo di Borbone e di suo figlio Ferdinando IV. È inoltre un esempio di pianificazione urbanistica, dato provato dal fatto che alcuni edifici di rilievo vi sono rappresentati sotto la forma che avrebbero dovuto assumere da progetto, e non secondo quanto fu in effetti realizzato, come nel caso del Real Albergo dei Poveri. Come prima accennato, la Carta considera anche i “contorni” di Napoli. Ciò consente lo studio della genesi e della disposizione urbanistica originaria delle Ville vesuviane del Miglio d’oro. Con quest’ultima espressione s’intende il complesso di ville patrizie erette dal Settecento in poi nel tratto compreso tra Ercolano e Torre del Greco. – Nell’immagine, Mappa del Duca di Noja, ‘veduta scenografica’ della città ritratta dal ponte della Maddalena.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 4 Giugno 2020

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