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La “mediocrità” anche nell’ordinaria gestione del Comune

Se non fosse un “serio” problema quello degli errori procedurali e degli strafalcioni giuridici posti in essere per diversi atti dall’apparato burocratico dell’Amministrazione comunale barese, sarebbe sicuramente “comico”. Infatti, ciò che sta accadendo al Comune di Bari con l’amministrazione Decaro è davvero al limite dell’inverosimile, perché i troppi errori tecnici e refusi (li hanno definiti così, ma il sospetto è che si tratti di vere e proprie nefandezze di diritto sostanziale e procedurale dovute a lacune di fondo di chi li commette) emersi negli atti di alcune delibere giunte sul tavolo della Presidenza del consiglio, per essere poi portate al voto dell’aula “Dalfino”, ultimamente hanno fatto “sbottare” pure il presidente, Pasquale Di Rella (Pd), che in presenza di così tanta sciatteria, pur essendo un componente della stessa maggioranza politica che sostiene il sindaco Decaro (Pd) e la sua giunta, anziché – come dice un antico detto locale – lavare i panni sporchi in famiglia, limitandosi ad un richiamo informale per via breve, questa volta evidentemente non ce l’ha fatta proprio più, al punto tale, che ha preso carta e penna, per inviare al sindaco, al direttore generale ed a tutti i consiglieri una nota in cui “si evidenzia ancora una volta l’irritualità con la quale si richiede il ritiro di proposte di deliberazione iscritte all’ordine del giorno del consiglio comunale” da parte di soggetti che nulla c’entrano ai fini della responsabilità amministrativa e giuridica dell’atto in questione. Infatti, ha rilevato inoltre Di Rella nella propria nota: “E’ lapalissiana la necessità che a procedere al ritiro siano i proponenti delle proposte di deliberazione e che ciò debba avvenire con formale nota firmata dagli stessi”. Nel caso in questione, infatti, si trattava di una delibera della ripartizione Patrimonio (assessore, nonché vice sindaco, Vincenzo Brandi) riguardante il “regolamento per le locazioni e concessioni di beni immobili comunali”, presentata ma subito dopo ritirata, già per ben tre volte consecutive in nove mesi. Di fatti la goccia che, questa volta, ha fatto traboccare la pazienza del presidente dell’Assemblea Di Rella è stata la richiesta di ritiro, per “procedere alla correzione di refusi di stampa ed errori materiali” (per la terza volta!), della innanzi citata delibera da parte di un funzionario che, non essendo firmatario di alcunché nel procedimento amministrativo in questione, non aveva alcun titolo a poter intervenire per il ritiro. Ma il caso citato non è stato il solo ad essere stato rilevato negli uffici della Presidenza del consiglio comunale barese, perché in precedenza di “errori” od “orrori” tecnico-amministrativi negli atti giunti a tale Ufficio ne sono stati rilevati anche altri. Molti altri, per poter essere considerati una semplice svista o casi “isolati” anziché di routine. E, nel novero degli errori e strafalcioni, si va dai ritardi nella presentazione dei documenti di accompagno delle delibere, alla mancanza di pareri tecnici obbligatori, dagli strafalcioni giuridici nelle narrative delle delibere, alle richieste di iscrizione all’ordine del giorno del consiglio di atti fantasma, perché non ancora compiutamente formulati. Lo scorso anno, ha ricordato uno degli addetti all’Ufficio, ben tre richieste di approvazione di debiti fuori bilancio furono rinviate  alla ripartizione di provenienza perché mancanti della necessaria documentazione. Ultimamente, lo scorso maggio, si è pure verificato il caso di una richiesta di discutere in consiglio una delibera mai pervenuta all’Ufficio di presidenza. E sono stati  sicuramente tutti questi precedenti a costringere Di Rella ad effettuare le proprie rimostranze nei confronti del Primo cittadino e di vertici apicali dell’Ente (segreteria generale e direzione) “nella speranza – ha sottolineato Di Rella nella nota – che il sindaco o il direttore generale o il segretario generale impartiscano finalmente delle direttive in merito ai componenti della giunta e ai dirigenti”. Ma la nota del presidente Di Rella non era forse ancora arrivata a tutti i destinatari ed ecco che sul tavolo della Presidenza del consiglio un’altra delibera, quella sulla concessione dello stadio “San Nicola”, zeppa di errori ed omissioni era già al vaglio per l’invio in Aula. Ed anche in quest’ultimo atto pare che gli sbagli non manchino. Infatti, i revisori dei conti hanno fatto rilevare la mancanza di alcuni elementi essenziali, e quindi necessari nell’atto, come il piano economico finanziario della concessione. Ma anche perché – ha rilevato lo stesso Di Rella – “se si tratta di un atto di indirizzo non avrebbe bisogno dei pareri di regolarità tecnica e contabile”, come invece è avvenuto. E al proposito non manca chi all’interno dell’Amministrazione comunale barese ricorda i tempi di quando l’Ente, almeno sotto l’aspetto della funzionalità burocratica ed amministrativa, funzionava quasi alla perfezione. Infatti, rammenta ora con sconforto, ma forse pure con un pizzico d’orgoglio, un esperto dirigente del Comune di Bari, esclamando: “Come sono lontani i tempi in cui le ripartizioni baresi rappresentavano una sorta di faro per le analoghe ripartizioni di diversi Comuni della provincia, che spesso facevano riferimento proprio a Bari per confrontarsi sulla formulazioni di atti particolarmente complessi, chiedendo suggerimenti o consigli in merito, o per chiede delucidazioni circa delicate problematiche interpretative di norme e disposizioni nazionali!”. E, poi, dopo una breve pausa di riflessione, commenta: “Alla luce di ciò che accade adesso al Comune di Bari per l’iter burocratico di certi atti, la sensazione diffusa è che negli ultimi anni, ma ancor di più con l’amministrazione Decaro, la “mediocrità” sta prendendo il sopravvento nella gestione dell’Ente”. E dire che Bari è la Città capoluogo e più rappresentativa che dà anche il nome ed il Capo al nuovo Ente metropolitano subentrato alla ex Provincia. Ed in quanto tale, tale Comune dovrebbe essere simbolo in efficienza e funzionalità tecnico-burocratica, oltre che gestionale, per tutto il comprensorio dell’Area metropolitana. Ma evidentemente così non è. Ed i fatti e le notizie, come quelli innanzi riferiti, che dal Comune di Bari quotidianamente divengono oggetto di cronaca, lo dimostra ampiamente.   

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 22 Giugno 2016

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