La memoria corta di Gemmato di Fdi, Lacarra e Pagano del Pd
Scambio di accuse incrociate tra esponenti del centrodestra e del centrosinistra pugliese per la vicenda che, come riferiamo in altro servizio, ieri ha portato all’arresto, con l’ipotesi di corruzione elettorale e scambio elettorale politico-mafioso, di una consigliera comunale barese, Francesca Ferri, e di un ex consigliere regionale di centrosinistra ora patron del “Foggia Calcio”, Nicola Canonico. Ferri – come si ricorderà – nel 2019 è stata eletta tra le fila di una civica (“Sport per Bari”) che sosteneva il candidato sindaco del centrodestra Pasquale Di Rella e, poi, nell’aula “Dalfino” è passata tra le fila della maggioranza che sostiene il sindaco Antonio Decaro, mettendosi alcuni mesi fa a capo di un neo gruppo consigliare (“Puglia popolare”) costituitosi con l’adesione di due consiglieri eletti nel 2019 in due distinte civiche di centrosinistra ed il cui leader è il decaduto dg di Arpal-Puglia, Massimo Cassano. A seguito di quanto emerso dalla vicenda degli arresti baresi di ieri, il coordinatore pugliese del partito della neo premier Meloni, l’on. Marcello Gemmato, ha diffuso una nota per ribadire ciò che, a suo dire, il partito di “Fratelli d’Italia” in Puglia chiede da tempo. Ovvero di accendere i riflettori sulla questione morale interna al centrosinistra pugliese. Infatti, l’on. Gemmato si è chiesto: “Per quanto ancora la classe di governo regionale vorrà nascondere la polvere sotto il tappeto?” Ed inoltre ha chiesto di “sapere cosa ne pensano” sulla vicenda Ferri-Canonico il governatore Michele Emiliano, il sindaco di Bari, Decaro, ed il M5s, alleato di Emiliano alla Regione e “che della questione morale ha fatto bandiera”. E ciò perché, a dire dello stesso gemmato, “il loro silenzio è assordante” sulla vicenda. Al momento in cui stiamo per licenziare il presente servizio sia il presidente Emiliano che il sindaco Decaro non risulta abbiano commentato alcunché sulla citata vicenda. E bene forse hanno fatto e farebbero, considerato che trattasi di una vicenda iniziale e non certo finale di un’inchiesta giudiziaria che, prima o poi, sfocerà verosimilmente in un’aula di Tribunale per il suo iter e soltanto dopo un verdetto definitivo si potranno fare fondate considerazioni sul caso. Però, a replicare prontamente ai rilievi ed interrogati dell’on. Gemmato sono stati due deputati del Pd pugliese, Marco Lacarra ed Ubaldo Pagano, che con la stessa facilità del coordinatore regionale di Fdi hanno rintuzzato l’accusa di una “ verifica morale” al centrodestra pugliese partendo dal fatto che Ferri nel 2019 era candidata all’interno di tale schieramento politico e che anche nel 2020 si è presentata alle regionali, sia pur senza successo, in una civica di centrodestra che sosteneva come candidato governatore Raffaele Fitto, “esponente di spicco – ha sottolineato Lacarra nella replica – proprio del partito di Gemmato e attuale Ministro della Repubblica”. Quindi, ha concluso l’on. Lacarra: “Non solo ci aspettiamo delle scuse formali da parte di Gemmato e di Fdi per le accuse sconsiderate e le ridicole speculazioni politiche. Ma rivolgiamo allo stesso Gemmato lo stesso consiglio che pretendeva di dare a noi”, ossia “accendere i riflettori sulla questione morale interna al centrodestra pugliese, i cui segnali sono evidenti e sotto gli occhi di tutti” e ribaltando a Gemmato lo stesso interrogativo: “Per quanto ancora vorrete nascondere la polvere sotto il tappeto?” A quanto già sostenuto dal segretario del Pd pugliese, Lacarra, si è aggiunta una replica a Gemmato dell’on. Pagano che al riguardo ha fatto presente che “forse è Fratelli d’Italia a doversi preoccupare delle candidature nelle fila della loro coalizione, visto che i voti che ora si presumono ‘comprati’ hanno avvantaggiato sempre e solo il centrodestra pugliese, con scarsi risultati peraltro”, per poi affermare: “i pugliesi conoscono bene la differenza tra noi e loro e i risultati di queste indagini non ci stupiscono per nulla”. In realtà, se Gemmato, Lacarra e Pagano avessero fatto come Emiliano e Decaro sulla vicenda, forse avrebbero dato prova di maggior sobrietà e buon senso su una questione, quella “morale” in politica per l’appunto, che in Puglia da tempo non ha riguardato e non riguarda sicuramente soltanto una parte politica, ma verosimilmente un “sistema” che invece non funziona più e non soltanto nella nostra regione. Infatti, a “non funzionare” è l’intero sistema politico dei partiti che in Italia, con le leggi di elezioni diretta di sindaci e presidenti di Regione e di preferenza unica, sta dimostrando di non essere più nelle condizioni di selezionare le candidature e, conseguentemente, di gran parte della classe politica che poi approda elettivamente nelle istituzioni. Infatti, il cosiddetto “problema morale” in politica non è una questione di destra o sinistra, bensì di qualità dei soggetti che scendono in campo nella politica. Ossia di individui che fanno il loro esordio in politica solo per bramosia di “potere per il potere” o “per fare affari” che non farebbero o sarebbe difficile fare per altra. Come, infatti, proprio nell’inchiesta di cui si è accennato, uno degli indagati intercettati, nel colloquio con il suo interlocutore, alla domanda se fosse di destra o di sinistra, lui affermava di essere “per gli affari”. Quindi, Gemmato, Lacarra e Pagano anziché polemizzare, rinfacciandosi presunte superiorità morali delle rispettive appartenenze politiche, dovrebbero forse chiedersi il “perché accade ciò?” nella vita politica locale o nazionale? Infatti, tanto per citarne qualcuna, Gemmato ha forse dimenticato l’inchiesta che ha portato allo scioglimento del Comune di Foggia? E Lacarra e Pagano hanno forse già dimenticato la recente inchiesta della Procura di Lecce che vede tuttora coinvolto l’ex assessore al Welfare di Emiliano, Salvatore Ruggeri? E gli stessi hanno forse già dimenticato la vicinanza politica da sempre di Canonico al presidente Emiliano e non soltanto a quest’ultimo nel centrosinistra? Infatti, ai pugliesi anche per questo caso servirebbe meno propaganda politica populistica di parte e più fatti da parte dei propri rappresentati parlamentari. Ed i “fatti” con molto realismo, stando in Parlamento, potrebbero dimostrali sia Gemmato che Lacarra e Pagano, che nelle loro vesti potrebbero sicuramente proporre e portare avanti le leggi necessarie ed utili a contenere o evitare ciò che invece, ora e da tempo, le rispettive parti si rinfacciano a vicenda.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 27 Ottobre 2022
SI POTRANNO VERSARE FIUMI DI INCHIOSTRO SULLA QUESTIONE MORALE IN POLITICA, MA LA VERITA E’ CHE I VOTI NON PUZZANO, ANCHE SE CHI LI HA A PACCHI SI PRESTA A SCAMBI POCO ONOREVOLI. NEL SENSO CHE IN MOLTI IN PUGLIA DANNO SOLDI IN CAMBIO DI VOTI. A BARI TEMPO FA NELLA RETE E’ CADUTO UN PESCE PICCOLO CHE, SECONDO LE ACCUSE DEI MAGISTRATI E IL RELATIVO PROCESSO E’ ANCORA IN CORSO, CON LA FIGLIA DAVA 50 EURO A CHI LO VOTAVA, MA NON E’ FORSE VERO CHE LA STESSA ACCUSA E’ STATA RIVOLTA A UNA BEN NOTA POLITICA BARESE -PASSATA DISINVOLTAMENTE DA DESTRA A SINISTRA- COL MARITO? TUTTI FANNO FINTA DI NON SAPERE, EPPURE EMILIANO, LACARRA E PAGANO E TUTTI QUELLI CHE FANNO POLITICA A BARI E FOGGIA CONOSCONO BENE QUESTI NOMI E SAREBBE VERAMENTE UNA BELLISSIMA COSA SE ALLONTANASSERO QUESTI PERSONAGGI COSI CHIACCHIERATI SPONTANEAMENTE. E CIOE’ SENZA DOVER ASPETTARE RETATEI E I TITOLI SUI GIORNALI. ALTRIMENTI LA ‘SUPREMAZIA’ DELLA POLITICA, CHE E’ GIA’ UN MIRAGGIO, DIVENTERA’ UNA VERA E PROPRIA…PAROLACCIA!