Cronaca

La miscellanea di Emiliano per conquistare la Regione

Molti vecchi “compagni” ed elettori di quella che un tempo rappresentava la sinistra nello scenario politico pugliese sono inorriditi per ciò che accade nel centrosinistra, in questa campagna elettorale delle regionali. Ma ad essere sconcertati e, forse, anche un po’ schifati dalle vicende politiche in Puglia, sia nel centrosinistra che nel centrodestra, sono pure molti comuni elettori, che un tempo votavano per forze politiche moderate, se non addirittura sostenitori dell’anima centrista cattolico progressista. Insomma, a indignarsi della piega presa dal nuovo corso della politica pugliese sono anche coloro che un tempo non vedevano di buon occhio il connubio “catto-comunista”, ma che comunque ritenevano le ‘convergenze parallele’ di Aldo Moro ed il ‘compromesso storico’ di Enrico Berlinguer delle precise strategie politiche, fatte di idee, contenuti e programmi predefiniti. Infatti,  rileva qualche vecchio nostalgico della cosiddetta prima Repubblica: “Strategie che, nonostante tutto, racchiudevano un progetto politico serio, a prescinderne dalla condivisione oppure no”. Invece, ciò a cui stanno assistendo i pugliesi per le elezioni regionali del prossimo 31 maggio è – sempre secondo qualche idealista della politica – una degenerazione del tanto decantato sistema politico maggioritario, oltre che un’aberrante uso personale della funzione politica, svolta non più essenzialmente come missione per il bene comune, ma esclusivamente come finalità di conquista del potere. “Una conquista che – ricorda pure lo stesso idealista –  come diceva Moro, quando non ha per obiettivo il fine sociale, allora è soltanto un accaparramento di ‘potere per il potere’ e quindi soddisfacimento di interessi particolari e personali”. Ed a conferma di tale reprimenda cita alcune recenti transumanze politiche pugliesi: il molfettese Saverio Tammarco, capogruppo di Forza Italia all’opposizione dell’ Amministrazione del sindaco vendoliano Paola Natalicchio (in precedenza Tammarco è stato anche consigliere provinciale del Pdl), ora è candidato al consiglio regionale in una lista di Emiliano e, quindi, in alleanza con vendoliani e financo con una lista che ha per simbolo il logo del vecchio partito Comunista. Anche Anita Maurodinoia, altro pezzo da novanta del centrodestra locale fino alle elezioni di secondo grado dello scorso ottobre per il consiglio della Città metropolitana di Bari, eletta per ben due volte nelle fila del centrodestra con la lista del Movimento politico Schittulli (nel 2009 alla Provincia e nel maggio 2014 al Comune di Bari), ora risulta candidata al consiglio regionale nel Pd, per sostenere la candidatura a governatore di Michele Emiliano. E questi sono soltanto i più recenti degli eclatanti esempi di trasformismo politico approdati nella coalizione del centrosinistra pugliese messa su dall’ex sindaco di Bari, per conquistare la guida della Puglia alle ormai imminenti elezioni regionali. Ma di nomi tra i candidati del centrosinistra con un passato anche illustre nelle fila del centrodestra se ne potrebbero fare altri. Però, è forse sufficiente aver menzionato i due innanzi riportati per rendere bene l’idea di quale sia stata la logica utilizzata dal candidato presidente del centrosinistra, Emiliano, per la composizione delle liste che lo sostengono nella corsa per la conquista della Regione. Una logica che probabilmente non lo spaventa, perché evidentemente ha come principale ed unico obiettivo non una visione di governo condivisa della Puglia, ma più semplicemente l’accaparramento del “potere per il potere” e, quindi, della “poltrona” per se ed una per tutti coloro che insieme a lui condividono  e sostengono tale progetto. Infatti, si chiedono in diversi, che senso ha polemizzare adesso, a liste ormai presentate, sulle candidature verosimilmente “impresentabili”, o quantomeno “incoerenti”, che la coalizione di centrosinistra annovera alle prossime regionali, per vincere ad ogni costo le elezioni in Puglia? Nomi che sono stati messi in lista sicuramente per vincere, ma anche per tutelare gli “interessi” di chi già in passato era stato tutelato nelle proprie operazioni lobbistiche da una parte politica opposta a quella che ora si prospetta come vincente. Quindi, i trasformisti politici preferiti da Emiliano non sono soltanto una scelta finalizzata alla vittoria, ma sono verosimilmente il frutto di una precisa scelta politica “gattopardesca” del candidato governatore del centrosinistra pugliese. Infatti, il messaggio propagandistico di cui più si avvale Emiliano per la propria campagna elettorale è quello della promessa di “cambiare tutto” ciò di cui la maggioranza dei pugliesi si lamenta della precedente gestione di centrosinistra a guida Vendola. Però, in realtà, dopo la vittoria verosimilmente non “cambierà nulla” rispetto al passato. Se non forse in peggio, visti i presupposti con cui si è costruita la vittoria. Ed in questo Emiliano, come i suoi trascorsi in dieci anni da  sindaco dimostrano, è certamente un maestro. Tal quale il suo successore al Comune di Bari, Antonio Decaro, che per vincere le amministrative dello scorso anno ha usato una “tecnica” di ricerca del consenso pressoché identica a quella che ora sta usando Emiliano contro il governatore uscente Vendola. Altro che bipolarismo maggioritario. Qui, in Puglia, si tratta evidentemente solo di “mono-governismo”. Il nuovo Partito della Nazione, per l’appunto.             

 

 

Giuseppe Palella  


Pubblicato il 14 Maggio 2015

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