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La mobilità sostenibile della Regione casca sulla bicicletta

Adotta una bici è l’invito pressante a scegliere la mobilità sostenibile, ma dovrebbe anche essere una reale possibilità che l’assessorato regionale a Infrastrutture Strategiche e Mobilità offre a studenti universitari e dipendenti regionali. Già, dovrebbe essere una possibilità reale…il problema è che finora di reale non c’è proprio niente. Anzi, le biciclette nuove di zecca, belle e luccicante fornite ai dipendenti regionali dall’Ente datore di lavoro giacciono ad accumulare ruggine e polvere nei sottoscala. E così il magnifico progetto di incrementare la mobilità alternativa e sostenibile rischia di tramutarsi nel solito, grande e costoso ‘flop’ a spese dei contribuenti, ancora prima di partire. Ma andiamo con ordine. E’ bastato farsi un giretto ieri pomeriggio al piano terra dell’assessorato al Personale di via Celso Ulpiani per scoprire, in un buio sottoscala vicino ai servizi igienici, quattro biciclette bianche che l’assessore pugliese ai Trasporti Guglielmo Minervini, il mobility-manager Lello Sforza e il dirigente regionale Vito Ferrante vorrebbero fornire in dotazione ai dipendenti regionali. Tutte e quattro là in fondo, abbandonate e incatenate da chissà quanto tempo, con la plastica che avvolge ancora i quattro sellini. E il bello è che non lontano, nel cortile dello stesso assessorato, sono stati impiantati anche i quattro piloncini a cui ancorarle chissà quando, quei quattro, inservibili velocipedi. Ma queste non sono le sole biciclette che la Regione Puglia ha frettolosamente distribuito ai vari servizi regionali, mettendole a disposizione dei dipendenti che dovrebbero usarle, inutile dirlo, esclusivamente per motivi di servizio. Un’altra dozzina, ad esempio, dovrebbero giacere anch’esse abbandonate come quelle di sopra in qualche altro scantinato all’ex Enaip, alla Zona Industriale. E qualcuno spera che qualche dipendente, per consegnare un plico o una missiva urgente alla sede centrale sul Lungomare Nazario sauro, prenda il coraggio a quattro mani e decida di raggiungere il centro cittadino da laggiù, anziché in una comoda auto di servizio, in bicicletta, pedalando per almeno una decina di chilometri. Ma non è finita. A parte che si sa poco e niente su costi, modalità di fornitura e quantità delle biciclette fornite alla Regione e finite nei sottoscala, a renderne l’uso una ‘mission’ assai complicata per i dipendenti regionali c’ha pensato l’Inail, l’ente che assicura contro gli infortuni del lavoro, mettendo nero su bianco che non sono previsti risarcimenti in caso di incidenti in sella a una bicicletta. E allora, quale dirigente o funzionario si assumerà mai la responsabilità di approvare una determinazione a favore di questa mobilità alternativa, o più semplicemente incaricare un qualunque fattorino di recapitare un plico in sella a una bicicletta? Eppure dalle stanze degli uffici ai Trasporti c’è chi parla ancora di trattative in corso con broker privati per aggirare questi ostacoli, pur avendo come detto già provveduto senza perdersi in chiacchiere a fornire l’Ente di biciclette inutilizzabili. E l’assessore Minervini, convinto di trovarsi nel giusto, s’è rivolto addirittura al commissario straordinario dell’Inail, Massimo de Felice per chiedergli di estendere le tutele anche ai dipendenti che si muovono appunto in bicicletta. “Chi si reca al lavoro in bicicletta non è tutelato nonostante la morsa della crisi che fa aumentare ogni giorno i costi della benzina. Di contro la Regione Puglia mostra crescente attenzione alle tematiche di sostenibilità e le politiche sulla mobilità stanno concretamente aumentando il numero di spostamenti in bicicletta. Invece la normativa sugli infortuni in itinere li penalizza”, s’è sfogato Minervini qualche mese fa.  Nell’attesa che l’Inail ci ripensi, le biciclette regionali fornite finora fanno concorrenza a quelle comunali stando ferme, purtroppo, in scantinati e sottoscala…

Francesco De Martino


Pubblicato il 29 Novembre 2012

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