La ‘montagna’ del prete brigante
Intorno a Crispiano si levano le cime più elevate della Murgia tarantina. Con molta generosità le chiamano montagne (la vetta maggiore – l’Orimini – non arriva neanche a 600 metri, limite a partire dal quale per convenzione orografica è lecito parlare di montagna). Tra le numerose ‘alture’ della zona, una spicca per l’originalità del toponimo : Papa Ciro. Si tratta di una collina che ‘svetta’ a quota 385, immersa tra i resti del fittissimo manto boschivo di un tempo ; una zona ricca di anfratti e gole, ricovero ideale per lupi e… ricercati, renitenti, disertori. Briganti soprattutto. Ebbene, tra quei nascondigli per una quindicina d’anni trovò rifugio con la sua banda il più celebre fuorilegge di Puglia. Nato a Grottaglie nel 1775, Ciro Annicchiarico si meritò il soprannome di Papa per il fatto d’essere sacerdote e maestro di canto gregoriano. Ma a 28 anni la sua vita cambiò : Accusato, pare ingiustamente, dell’uccisione di Don Giuseppe Motolose, un altro sacerdote di Grottaglie e suo rivale in amore (oggetto del contendere era tale Antonia Zaccaria, detta la Curciòla), l’Annicchiarico venne condannato a quindici anni di bagno penale. Fuggito di prigione, diede vita ad una banda di tagliagole che per quattordici anni dettò sanguinosamente legge nel tarantino. Solo nel 1817 l’autorità borbonica, che aveva affidato l’operazione di cattura al generale irlandese Richard Church, riuscì a mettere le mani sul famigerato prete-brigante, che venne processato e giustiziato lo stesso anno. Una volta morto, Papa Ciro venne elevato dal popolino a campione dei diritti negati. In realtà si trattò di un brigante autentico, nel senso che egli incarnò il prototipo del fuorilegge per indole, piuttosto che per scelta politica (come tale, nulla ebbe a che spartire con quel patriota e combattente-liberatore che fu l’eroico Sergente Romano, impropriamente chiamato brigante). Lo dimostra lo scarso rispetto manifestato per l’abito talare già prima d’intraprendere la carriera criminale (un conto è frequentare una donna, un altro è entrare in relazione con una donnaccia ; la Corniòla difatti concedeva i suoi favori anche ad un terzo uomo, tale Giuseppe Maggiulli, dai più ritenuto l’impunito assassino). E poi, durante l’interrogatorio, Papa Ciro non confessò di essere l’autore “materiale” di settanta omicidi? Molte di queste efferatezze furono esecuzioni capitali eseguite platealmente, per ‘dare l’esempio’ ai ‘nemici’. Non si uccide in serie senza piacere per il gesto in sé. Nessuno diventa pluriomicida ; semplicemente, nasce disturbato nella personalità. Forse senza l’ingiusta accusa la mostruosità latente nell’Annicchiarico non si sarebbe palesata, rimanendo circoscritta all’espressione d’una lussuria doppiamente peccaminosa. Tanto però non basta a dare dignità alla figura di un mancato prete concupiscente.
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Pubblicato il 20 Luglio 2011