La mostra “Dall’amore nessuno fugge”
Si è svolta venerdì scorso a Bari, nel tardo pomeriggio, presso la Sala Consiliare del Palazzo della Città Metropolitana di Bari, la presentazione della Mostra “Dall’amore nessuno fugge”, organizzata dal Centro Culturale di Bari. L’evento è stato introdotto da uno dei curatori della mostra, Julìan de la Morena insieme a Carmelo Cantone, provveditore dell’Amministrazione carceraria di Puglia e Basilicata. Il tema delle carceri e del reinserimento sociale dei detenuti è un tema scottante in America Latina e in particolare in Brasile, dove la violenza è in costante aumento, la sicurezza sta diventando un’utopia irraggiungibile e la gente si sente sempre più minacciata in prima persona dalle notizie di furti, assalti, stupri di massa su giovani donne. Il sovraffollamento delle carceri è ormai al limite e gran parte della società civile si mostra particolarmente critica di fronte ai tentativi di rieducazione e di recupero in una situazione in cui il costo medio per detenuto è tre volte maggiore di quello che serve per mandare un bambino a scuola. In questo contesto da oltre quarant’anni esistono le APAC (Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati), un’esperienza che sorprende per i suoi risultati: nelle carceri gestite dall’associazione, i “recuperandi”, scontano la pena come stabilito dalla legge ma attraverso una metodologia basata sull’umanizzazione della pena stessa, trasformando così il carcere in una circostanza di re-inserimento nella società. Nelle carceri dell’APAC non ci sono guardie carcerarie, ma i detenuti convivono e collaborano insieme ai volontari e al personale amministrativo al normale affronto della vita quotidiana e delle sue normali incombenze. I detenuti sono i responsabili per la manutenzione dello spazio, nel preparare i pasti, nel gestire il refettorio, per curare l’orto, per gestire l´infermeria e la biblioteca. Tutto nelle carceri APAC è improntato a parole come fiducia, perdono, misericordia, che non possono essere comprese in astratto ma sono in una concreta esperienza di rigenerazione dell’umano in cui il volontario è coinvolto e riscopre la propria umanità allo stesso modo in cui avviene per il condannato avviene il riconoscimento e il pentimento per il delitto commesso.
Da venerdì 24 marzo, nella Sala delle Colonne del Palazzo della Città Metropolitana di Bari, sono ospitati 24 pannelli illustrati con fotografie, didascalie esplicative, testimonianze e quattro video che raccontano la straordinaria avventura che sta trasformando il sistema di pena e detenzione del Brasile e che si è imposto ormai sulla scena internazionale come modello di assoluta efficacia e originalità.
Piero Ferrarese
Pubblicato il 28 Marzo 2017