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La nomina di Ruggeri sconquassa l’Udc pugliese, ma anche la maggioranza di Emiliano

Con la recente nomina del centrista Salvatore Ruggeri (Udc) nel posto di assessore pugliese al Welfare, che era dello scomparso Salvatore Negro (anch’egli dell’Udc nonché cognato del neo assessore), il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha sconquassato ciò che era rimasto dello scudo-crociato in Puglia, dove Ruggeri si è “guadagnato” un posto da assessore, ma ha perso quello di responsabile regionale di quel partito. Infatti, alla luce dell’ingresso di Ruggeri nell’esecutivo pugliese di Emiliano, il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, ha nominato commissario il presidente del comitato pugliese Giuseppe Tarantino, con il compito di convocare il comitato regionale, al fine di eleggere un sostituto di Ruggeri che sia in piena sintonia con la linea politica emersa dal Consiglio nazionale dello scudo-crociato, che vede l’Udc collocato nel centrodestra alle prossime elezioni politiche. Però, Emiliano – secondo un consigliere regionale di maggioranza, Cosimo Borraccino di Sinistra italiana – ha dato anche uno “schiaffo” a tutte le donne pugliesi. Come è noto, infatti, per far posto a Ruggeri che, a differenza dello scomparso Negro, non è consigliere, quindi esterno, è stata rimossa Anna Maria Curcuruto (anch’essa esterna) dall’ assessorato ai Lavori Pubblici, lasciando così nella Giunta regionale una sola donna, Loredana Capone. “Si tratta – per Borraccino – evidentemente di un tradimento grave delle aspettative e delle giuste rivendicazioni di tutto il mondo femminile pugliese che si vede sostanzialmente estromesso dal governo della Regione, dal momento che la Giunta diviene sempre più ‘un locale per soli uomini”. Una scelta che per l’esponente di Si nell’Aula di via Capruzzi denota “l’inopportunità politica di limitare la presenza delle donne in Giunta, dal momento che in tal modo si sconfessano anni di battaglie civili e sociali condotte soprattutto dalla sinistra per garantire la giusta rappresentanza di ambo i sessi nelle istituzioni”. Ma – fa notare ancora Borraccino – anche sotto altro profilo “la nuova composizione del governo regionale potrebbe essere illegittima”, spiegando che “l’ordinamento giuridico sia comunitario che nazionale impone la necessità di adoperarsi per assicurare la parità di genere nella composizione degli organismi esecutivi, e lo stesso Statuto della Puglia” che all’articolo 6 prevede esplicitamente che “la Regione garantisce in ogni campo dell’attività politica (…) il principio della parità tra i sessi”, oltre che “promuove parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive e pubbliche, allo scopo di favorire l’equilibrio della presenza fra generi”. Però, ha chiarito pure Borraccino, “essendoci il vincolo statutariamente previsto di un massimo di due assessori esterni e non essendo stata eletta alcuna donna nella maggioranza a sostegno di Michele Emiliano, è evidente che la parità di genere nella Giunta regionale non potrebbe mai essere raggiunta, ma per salvaguardare almeno un equilibrio tra la rappresentanza maschile e la rappresentanza femminile nell’esecutivo”, per cui – a suo dire – è “necessario che i due assessori esterni siano individuati tra figure femminili, altrimenti si andrebbe a ledere un principio divenuto ormai irrinunciabile”. Di qui l’invito esplicito di Si ad Emiliano a ritornare, sia pure nel rispetto delle sue prerogative di governatore, sui suoi passi, “con la revoca dell’incarico a Salvatore Ruggeri e con l’individuazione, al suo posto, di una donna”, poiché ogni altra scelta sarebbe, secondo l’esponente pugliese di Si, “politicamente incomprensibile, oltre che probabilmente viziata da illegittimità”. “A meno che – ha sottolineato Borraccino con un evidente pizzico di ironia –  Emiliano non voglia far credere che, all’esterno del Consiglio regionale, nella società pugliese, non vi sia neanche una donna, al di là di Loredana Capone, in grado di svolgere l’incarico di assessore”. E questa sì che – a detta sempre dell’esponente di Si – “Sarebbe davvero un’offesa clamorosa e irricevibile per tutto il mondo femminile pugliese”. Ma l’estromissione da parte di Emiliano dell’esterna Curcuruto, per accontentare Ruggeri, è un vero e proprio schiaffo all’altra “metà del cielo” della Puglia anche per la Consulta pugliese delle donne che non ha di certo gradito il dimezzamento della già esigua rappresentanza femminile nell’esecutivo regionale. Insomma, la recente ed obbligata decisione di Emiliano di togliere dalla sua giunta una delle due sole donne presenti, entrambe esterne, per far posto ad un esterno di genere maschile, rischia di trasformarsi in un boomerang per il governatore pugliese, proprio alla vigilia delle ormai imminenti elezioni politiche del 4 Marzo prossimo. Dal punto di vista politico, la nomina assessorile di Ruggeri sta producendo non poche critiche al governatore pugliese anche da parte di altre componenti della sua stessa maggioranza, qual è per l’appunto il gruppo regionale di “Articolo 1- Mdp” che – come è noto – si riconosce già nel nuovo soggetto politico di “Liberi e uguali”, che attraverso il consigliere regionale ex-Pd di Brindisi,  Pino Romano, fa sapere di ritenere la scelta di Ruggeri  uno dei soliti “calcoletti” personali di Emiliano che “mortifica i pugliesi e la politica”. Un “calcoletto” che – sempre secondo Romano – servirebbe al governatore “per tirare a campare”. “Ma questa scelta,  – ha poi commentato l’esponente di Mdp – oltre a determinare la sua fine politica, certamente non mi vedrà al suo fianco, soprattutto se non saranno lanciati chiari messaggi di immediata inversione di rotta”. Sarà davvero così? Al momento, infatti, difficilmente gli esponenti della maggioranza critici con Emiliano gli faranno mancare i numeri in Aula, al punto da far aprire una vera e propria crisi politica alla Regione. Però, di certo non lo faranno stare tranquillo in consiglio e di volta in volta si regoleranno di conseguenza, adottando una strategia che determini una cottura “a fuoco lento” del governatore.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 30 Dicembre 2017

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