Cultura e Spettacoli

La novantacinquenne palesina maestra di cucito

 

A novantacinque anni suonati Caterina Maiorano, un’anziana ed arzilla palesina, esegue ancora lavori artigianali di ricamo e cucito con l’entusiasmo, ma soprattutto con la stessa precisione di quando era giovane. Una precisione, accompagnata anche dalla celerità di esecuzione dei lavori che, nonostante l’età avanzata, nel ricamo le fa tener testa pure alle sue tre figlie, Maria, Angela ed Emanuela, che a suo tempo hanno appreso da lei le tecniche di ricamo e cucito. Insegnamenti che, un tempo, in famiglia si tramandavano di madre in figlia e che la signora Caterina di certo non ha trascurato di trasmettere alle sue discendenti. Infatti, anche le figlie di Caterina sono state istruite ad aver dimestichezza con il disegno da riportare su stoffe, per essere poi riprodotto con dei fili colorati uniti ad un ago. Ed ecco che, dopo molte ore di attenta e paziente attività di ricamo, il lavoro prende forma ed è quasi ultimato. Per completarlo serve infatti un’ultima attività, quella di scontorno, che nonna Caterina esegue, a secondo dei casi, con apposite forbici a punta, o con un apposito taglierino. I lavori preferiti ed eseguiti da Caterina, ma anche dalle sue tre figlie, riguardano spesso figure sacre, come Angeli o Madonne, riprodotte su spezzoni di tessuto bianco con l’antica tecnica di fili colorati intrecciati a “punto croce” od a “punto giorno antico”. Ma non sono solo questi i capolavori del cucito che eseguono le mani di nonna Caterina, perché nel vasto repertorio di capi da lei ricamati compaiono anche merletti fatti con l’uncinetto, cuscini, tovaglie, strofinacci, asciugamani di lino e lenzuola, tutti cuciti a mano. E financo uova pasquali e stelle natalizie intagliate su tela. Insomma, tutti pezzi unici che per essere realizzati la signora Caterina ha impegnato molte ore di scrupoloso e paziente lavoro. E soprattutto di passione. Tanta vera passione per il ricamo a mano, perché senza di questa sarebbe davvero difficile per una novantacinque dedicarsi ancora così assiduamente in tal genere di lavori. “Un impegno che – evidenzia la figlia Emanuela – non svolge per motivi economici, perché alla fine tutti i pezzi di stoffa che ricama li regala in famiglia, a figli e nipoti, ma a volte anche ad estranei”. Infatti, per nonna Caterina il ricamo e l’uncinetto sono sempre stati un hobby più che un lavoro. “Un hobby – rileva sempre la figlia Emanuela – che finora le ha consentito di mantenersi sempre mentalmente lucida, con la capacità di concentrazione e tutte le altre funzioni intellettive come se fossero ancora quelle di una persona giovane”. E, se non fosse per un piccolo abbassamento uditivo, la signora Caterina è completamente autosufficiente e continua a vivere sola da quando, circa una quindicina di anni fa, è morto il marito Gennaro Amorisco. “La mattina – riferisce una delle nipoti – va a fare la spesa e, quando ci sono scadenze, si reca all’Ufficio postale a pagare le bollette di luce, gas o telefono”. Però, il pomeriggio lo trascorre quasi sempre nella sua antica casa di corso Vittorio Emanuele, a ricamare o tessere con l’uncinetto. E spesso le figlie, ma anche qualche conoscente, soprattutto d’inverno, vanno a farle compagnia mentre lavora. Le figlie ricamano insieme a lei, i conoscenti invece passano il tempo discutendo. E nonna Caterina e le sue tre figlie sono ormai tanto pratiche nel loro lavoro di ricamo e cucito, che pur discutendo non si distolgono affatto da ciò che stanno facendo. Da giovane Caterina è stata anche maestra di ricamo ed uncinetto per tante generazioni di ragazze apprendiste, che le mamme d’una volta affidavano a lei per insegnare loro l’arte più raffinata del cucire a mano, vale a dire il ricamo e l’uncinetto. Un tempo Caterina faceva anche la magliaia. Un’attività che, poi, ha abbandonato quando è arrivata all’età della pensione. Ancora oggi, però, se qualche donna più giovane gli chiede informazioni, o consigli, sull’antica arte del ricamo e dell’uncinetto, Caterina non si tira certo indietro. E spesso sono molte le donne sue ex allieve che vanno a trovarla, per farsi dare giudizi sui lavori eseguiti, o consigli su quelli da eseguire. E Caterina è contenta. Molto contenta, perché si sente ancora utile in quel lavoro, ma soprattutto perché quell’antichissima tradizione è riuscita a tramandarla a tante altra generazioni di donne palesine. E, quindi, che quell’antica arte del ricamo continua ad essere apprezzata ed a trovare seguaci. “Anche se oggi – dice una delle figlie – i computer fanno miracoli anche nel campo dei ricami e di tutti gli altri lavori di cucito artigianale d’un tempo”. Ma nonna Caterina Maiorano, a più di novantacinque anni suonati, con la sua professionalità, fantasia e celerità non teme affatto la concorrenza. Neppure degli odierni sofisticatissimi software e delle modernissime macchine elettroniche di precisione da questi gestite.  

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 23 Luglio 2013

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio