Cronaca

“La pandemia cambierà inevitabilmente il nostro modo di porci gli uni nei confronti degli altri”

Consulente di parte nel peocesso De Marco a Lecce. In Puglia, per motivi di lavoro viene di frequente: perito nel caso Sara Scazzi ad Avetrana, docente alla Lum di Casamassima.Spigolosa, ma leale, ruvida, e allo stesso tempo intellettualmente onesta. Sfuggente, ma dotata di grande realismo. Parliamo della criminologa ligure Roberta Bruzzone che abbiamo intervistato, spaziando dal delitto di Lecce, con incursioni su vaccini, aggressività, arte e relazioni umane.

 Bruzzone: partiamo da Lecce. Che considerazioni può fare sull’omicidio dell’arbitro, assassinato con la compagna da un ventenne? Pare che l’assassino abbia dichiarato:” Non sopportavo la loro felicità”…

“Avrò modo a breve di esternare le mie considerazioni in Corte d’assise, visto che è stata accolta la richiesta della Procura di giudizio immediato. Il capo di imputazione è l’ergastolo, un reato agghiacciante in cui tutto è stato deciso lucidamente a tavolino, nei minimi dettagli e in piena capacità di intendere e di volere. Questo è quello che cercherò ampiamente di dimostrare nell’ambito del processo”.

Questa esplosione di aggressività può essere riconducibile al periodo difficile che stiamo attraversando?

“Riguardo a De Marco, direi che si tratta di personalità omicida a tutti gli effetti e poco incide la situazione che stiamo vivendo. Avrebbe ucciso a prescindere. Fortunatamente la Procura di Lecce lo ha individuato in tempi rapidissimi, perché a mio avviso qualcun altro avrebbe potuto rischiare di fare la stessa fine della sventurata coppia. Lui non si sarebbe certamente limitato alla brutalità di quella aggressione. Se vogliamo invece parlare di aggressività a livello generale, possiamo dire che vi sono dei casi, come per esempio quelli legati alla convivenza forzata, che possono sicuramente innescare processi di esagerata aggressività, con le relative conseguenze che possono anche sfociare in atti di violenza”.

Quanto segnerà la nostra psiche questa pandemia e come cambieranno le relazioni umane e i rapporti tra persone?

“Questa situazione cambierà inevitabilmente il nostro modo di porci gli uni nei confronti degli altri, e non c’è una soluzione a breve termine, anzi, le cose potrebbero anche peggiorare, potrebbe essere solo l’inizio di problemi più seri. Difficilmente torneremo alla nostra vita di prima. Il vaccino è una speranza, una piccola luce nel buio, ma non è ancora una soluzione. La preoccupazione per il presente e per il futuro riguarda noi tutti, a prescindere dal nostro ruolo sociale. La situazione critica che stiamo vivendo non ha certo migliorato le relazioni umane, che già andavano sgretolandosi”.

Quindi lei è negativa sul futuro…

“Più che negativa, sono realista: non siamo ancora significativamente fuori da questa emergenza. I dati ci dicono che entro il 2050, la causa principale di morte sarà legata alle malattie infettive. Dobbiamo quindi cominciare a ragionare in termini diversi, abituandoci a vivere in maniera diversa. Acquisire nuove abitudini”.

Si troveranno altri modi di comunicare anche nel rapporto uomo/donna? 

“Le coppie stabili trovano magari più facilmente il modo di affrontare insieme il problema, consolidandosi, mentre è diverso per i single. Cresce la paura di approcciarsi all’altro, considerando anche che le occasioni di incontro reali si sono ridotte drasticamente, e le occasioni di incontro on line, offrono per lo più il rischio di non sapere cosa si celi al di là dello schermo. In quest’epoca più pericolose che mai. Il mio consiglio è quello di cercare di mantenere la massima stabilità emotiva affidandosi a quelle che sono le risorse stabili che ognuno ha costruito nella vita”.

Lei è una bella donna, questo le è stato di ostacolo nella carriera, in un ambiente prettamente maschile?

“Direi di no, se ho avuto ostacoli, non me ne sono accorta, di sicuro ho sempre cercato di evidenziare le curve che avevo nel cervello e non quelle esteriori, non ho mai scelto per carattere la strada più facile”.

Le piace l’arte? C’è qualche disciplina artistica che le interessa particolarmente?

“Amo molto la musica. Sono un’appassionata del rock degli anni ’70/80/90. La musica mi ha accompagnata sempre nell’arco della mia esistenza, e credo abbia un enorme potere terapeutico, specialmente in un momento storico come questo.

Uno degli strumenti artistici principali per cercare di alleviare la sofferenza anche di chi è malato restituendo un sano equilibrio psichico”.

 

 

Rossella Cea

 

 


Pubblicato il 19 Gennaio 2021

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