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La pantomima sullo stadio: prima le transazioni, poi le guerre, infine le concessioni

Tutto è bene quel che finisce bene: la Bari gioca nel ‘suo’ Stadio San Nicola, anche l’anno venturo. Su proposta dell’assessore comunale allo Sport Pietro Petruzzelli, difatti, la giunta ieri pomeriggio ha approvato la delibera che conferma la possibilità di utilizzo dello Stadio San Nicola e dell’antistadio da parte della F.C. Bari 1908 fino alla conclusione della procedura ad evidenza pubblica per la concessione quinquennale dell’impianto e, comunque, non oltre il 30 giugno del 2018. L’atto approvato ieri in giunta segue, ovviamente la lettera piccantissima del sindaco Decaro dello scorso 20 giugno, con la quale –in ogni caso – annunciava la volontà dell’amministrazione di concedere al Bari di Cosimo Giancaspro la disponibilità del “San Nicola” fino al termine della stagione sportiva 2017/2018, al fine di consentire l’iscrizione della squadra biancorossa al prossimo campionato di Serie B. La delibera, piuttosto tribolata anche quest’anno, come accade ormai a Bari da quando è stato costruito il San Nicola -…e cioè dal 1991 – conferma a carico della società calcistica tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria necessari allo svolgimento del prossimo campionato. A proposito di corsi e ricorsi storici sull’impianto–astronave progettato da Renzo Piano: molti hanno scordato che anche durante la primavera di sei anni or sono e precisamente a maggio 2011 ci fu la solita corsa contro il tempo. Anzi, un’altra bella tiritera ripresa giorno per giorno sui nostri giornali non per impedire ai galletti di correre dietro al pallone in casa, bensì per ripianare contenziosi che però, dopo sette anni, sono tornati a galla. Ancora più pesanti e costosi di prima. Ma torniamo al 2011. Bastarono un giorno e non i sette preventivati dall’allora sindaco Emiliano, per chiudere la procedura esecutiva sui crediti vantati dal Comune nei confronti della società di calcio gestita all’epoca dalla famiglia Matarrese. S’era rivelato subito decisivo, difatti, un incontro a Palazzo di Città tra i rappresentanti del Comune e l’ing. Domenico De Bartolomeo per l’Associazione Sportiva Bari. E a mezzogiorno s’era già giunti alla definizione delle pendenze economiche per la gestione degli impianti sportivi che vedrà estinguere in cinque anni un debito della società calcistica col Comune, ammontante a 1 milione e 120 mila euro. Il primo cittadino, dopo le polemiche roventi di quei giorni di fine maggio 2011 per la delibera approvata per errore sull’istanza di fallimento avanzata dallo stesso Comunale nei confronti dell’As Bari, aveva tirato un sospiro di sollievo: “Si tratta di una ipotesi d’intesa preliminare rispetto alla quale si dovranno pronunciare il cda dell’As Bari e la Giunta Comunale, organo che decide sulle transazioni. Non escludo che si possa convocare una seduta del Consiglio per valutarla”, gongolava Michele Emiliano. Il quale esprimeva pure la solita soddisfazione per il lavoro che gli uffici del Comune nella delicatissima materia (capperi, che sviolinata…) ma anche deciso, appunto, di coinvolgere il Consiglio Comunale pur non avendone specifica competenze. L’assemblea cittadina, infatti, avrebbe dovuto approvare una delibera di indirizzo che votasse l’ipotesi sottoscritta allora, al fine di coinvolgere –purtroppo a cose fatte…- la comunità intorno ad un atto di natura politica. “Stiamo lavorando da due anni e mezzo a questa soluzione, un risultato che mi induce ad un cauto ottimismo, anche perché deve essere mantenuto da un altro genere di deliberazione del consiglio di amministrazione. Un risultato molto importante perché chiude definitivamente questa vicenda, con la rinuncia sì agli interessi ma anche con la rinuncia a un grado di giudizio, visto che il riconoscimento del debito è totale per tutte e tre le cause e questo significa eliminare la cosiddetta alea del giudizio. Si tratta di un tipo di transazione assolutamente frequente in casi simili che non comporta alcun sacrificio sulla sorte capitale ma solo sugli interessi maturati”, precisava ancora un primo cittadino in giuggiole dopo la sottoscrizione del verbale pacificatore. La stessa Avvocatura Comunale, figurarsi, ammetteva che la rinuncia agli interessi era un sacrificio accettabile dal punto di vista tecnico-giuridico, avendo la transazione coll’As Bari anche valore di riconoscimento del debito, titolo esecutivo definitivo. E così, dopo lo scampato pericolo, tutti pronti a tifare Bari per tornare prontamente nella massima divisione, sei anni fa come pure l’anno venturo…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 1 Luglio 2017

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