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La partita per i candidati a sindaco ai supplementari, si decide a Roma

Per il dopo Decaro centrosinistra e centrodestra locale passano la "palla" ai vertici nazionali

La partita per la scelta del candidato sindaco a Bari, sia per il centrosinistra che per il centrodestra, si è spostata a Roma. Infatti, entrambe le principali coalizioni nel capoluogo pugliese, sull’indicazione del nome da proporre alle prossime amministrative dell’8 e 9 giugno per il dopo-Decaro, a livello locale sono ormai fuori tempo massimo, rispetto ai tempi che si erano inizialmente prefissate. Nel centrosinistra la diatriba – come è noto – non è solo tra le forze del campo largo dei progressisti, dove la candidatura dell’avvocato Michele Laforgia è fortemente osteggiata da un’agguerrita frangia del Pd che si tira dietro anche alcuni gruppi di liste civiche satelliti dei dem, quali “Con” e “Sud al Centro”, ma soprattutto all’interno del partito barese di Elly Schlein, nel quale c’è una larga fetta della base che da tempo propende per il sostegno a Laforgia, mentre tra i vertici c’è chi rivendica per il dopo-Decaro una candidatura identitaria che confermi il peso elettorale dei dem all’interno della coalizione che in precedenza è stata guidata da Emiliano prima e Decaro dopo. A rivendicare il primato politico del Pd anche per l’indicazione del prossimo candidato sindaco del centrosinistra ci sono ancora gli assessori baresi Pietro Petruzzelli e Paola Romano, mentre il deputato Marco Lacarra ha ultimamente ammainato la bandiera che fino a qualche giorno fa pensava forse di poter issare a suo favore per il dopo-Decaro e che ora, invece, ha innalzato a favore del capo di Gabinetto del sindaco uscente ed esterno al partito, Vito Leccese. E’ possibile, però, che la prossima settima all’assemblea cittadina dei dem, convocata per l’8 febbraio prossimo, anche Petruzzelli e Romano facciano un passo indietro, se da Roma arriverà l’ordine di convergere sul nome di Leccese, che pur non figurando neppure tra gli aspiranti a sindaco, perché non si è mai fatto avanti lui, è stato però proposto da Decaro, con l’avallo pieno del governatore Emiliano. Di certo non sarà facile per la segretaria dem Schlein dire “no” all’esterno Laforgia e “sì” ad un altro esterno, Leccese per l’appunto, solo perché a sceglierlo è Decaro che, anziché occuparsi esclusivamente del proprio futuro politico eventualmente a Bruxelles, pretende di poter portare al posto da lui occupato per 10 anni il capo del suo staff, visto che l’appello da lui effettuato da Presidente dell’Anci negli ultimi tempi, per l’eliminazione del limite dei due mandati ai sindaci dei Comuni con oltre 15mila abitanti, non è andato a buon fine. Infatti, finanche tra gli stessi dem baresi ci sono semplici elettori ormai disincantati dalla figura del Primo cittadino uscente che con ironico sorriso retoricamente si domandano: “Che non si capisce, forse, perché Decaro vuole fare diventare sindaco il suo capo di Gabinetto?”. Quindi, stando così i fatti, è possibile che Schlein al tavolo romano tenti di far dire “sì” a Leccese e “no” a Laforgia al M5S, quindi a Giuseppe Conte. Però, appare altrettanto improbabile che il partito di Conte, che sin dall’inizio a Bari, per la scelta del nome del candidato sindaco unitario, ha detto “no” alle primarie perché chiede una chiara discontinuità con il passato per la futura amministrazione cittadina, ora invece si pieghi ad una logica di marchiano continuismo, dando il proprio assenso ad un nome che al Comune di Bari è stato a capo prima dello staff di Emiliano, in veste di direttore generale, e negli ultimi 10 anni di quello di Decaro. Perciò per il candidato sindaco di centrosinistra bisognerà attendere almeno l’assemblea cittadina dei dem dell’8 febbraio e non è escluso che da Roma possa giungere qualche sorpresa. Anche sul fronte del centrodestra le sorprese posso giungere ormai solo dal tavolo romano dei conservatori, dove a determinarla per la scelta del candidato sindaco di Bari potrebbe essere direttamente la premier e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Al momento, infatti, sembrerebbe di capire che la decisione della premier per Bari non sia stata ancora presa, perché sarebbe ancora incerta la sua discesa in campo per le europee, oltre che ci sarebbe ancora qualche tassello da sistemare per l’indicazione del candidato sindaco di centrodestra a Lecce. Di certo, però, entro febbraio sia per i progressisti che per i conservatori anche le spinose partite pugliesi di Bari e Lecce dovranno essere chiuse entro la fine dei tempi supplementari, altrimenti le scelte ai “rigori” sarebbero ancora più rischiose per entrambe le coalizioni.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 1 Febbraio 2024

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