Cronaca

La pietra, l’asso nella manica

Le nuove norme regionali per l’estrazione della pietra hanno eccitato la facondia verbale di Vendola. A proposito del comparto lapideo di casa nostra il Governatore ha parlato di “un pezzo della tradizione del genio del sistema produttivo pugliese”. Parole che non ci sembrano esagerate, per quanto il settore estrattivo pur rappresentando per la Puglia una delle maggiori espressioni di sviluppo industriale sia ancora oggi un settore trascurato. Per non deprimere potenzialità di assoluto rispetto ora si punta ad un catasto delle cave e al riconoscimento e alla promozione  di ‘distretti di produzione’. Primo obiettivo è mettere fine all’abusivismo (condonato), fonte di danno ambientale e di attività irragionevolmente sparpagliate, concepite in termini tali che non consentono di fare sistema, ovvero di essere competitivi sul mercato nazionale e su quello ancora più ghiotto che si apre oltre i confini nazionali. Secondo obiettivo, la realizzazione del marchio ‘Pietre di Puglia’. Tanta ambizione porta a riconsiderare il concetto di comparto lapideo, che non può più essere ridotto alla semplice attività d’estrazione. Perché all’estrazione conseguono cose come il taglio, la modellatura e la finitura della pietra, tutte attività che richiedono competenze specifiche e che possono essere svolte solo da altre e non meno specializzate imprese. Stesso discorso per la lavorazione artistica del marmo, per il trasporto della pietra e dei suoi derivati (ghiaia e sabbione), la costruzione di macchine e prodotti per l’estrazione e la lavorazione… Sono cinque i ‘bacini’ entro cui oggi si può lavorare. Il primo comprende l’area garganica (Apricena, Poggio Imperiale, Lesina, San Giovanni Rotondo e Sannicandro Garganico). Il secondo parte da Trani e si addentra nel territorio comprendendo Bitonto, Andria, Corato e Minervino.  Continuando a scendere verso sud incontriamo il bacino della pietra di Fasano (comprensivo dei territori di Ostuni e Carovigno), il bacino di Ginosa e della Pietra Leccse, che interessa i comuni di Cursi, Melpignano, Gallipoli ed Alezio. Enorme la varietà dell’offerta : Marmo Fiorito, marmo Biancone, Macchiettato, Moganato, Bronzetto, Perlato Svevo, Rosato, Carparo… Importanti le ricadute economiche che si attendono da questa riorganizzazione che punta ad una filiera lapidea, sequenza produttiva utile anche alla diffusione della storia delle tradizioni territoriali. Tutto il nostro territorio è segnato dalla forza della pietra, dalla sua capacità di raccontare il popolo pugliese, questo popolo di formiche, per dirla con Tommaso Fiore, nel quale si distinsero generazioni di cavamonti, scalpellini e scultori.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 21 Gennaio 2015

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