Cronaca

La pineta fantasma di Japigia

Doveva essere un piccolo, ma bel parco, una pineta immersa tra i palazzoni di cemento nella Zona B/2, periferia nord della Città-Japigia, e invece non è una altro che un fazzoletto di terreno arso, brullo e abbandonato, ma senza neppure una panchina. Il progetto di sistemazione della pineta di San Luca in Via Giustino Rocca, per dirla tutta, è uno dei tanti bei progetti di recupero delle periferie strombazzati al vento da sindaci e amministratori di destra e sinistra durante le campagne elettorali e poi abbandonati sistematicamente, come rammenta Giovanni Marinelli del comitato di quartiere “Giorgio La Pira”. Per lui è assurda la facilità con cui si brucino migliaia di euro in una sola “notte bianca” per ballare, ridere e divorare cornetti in piazza, mentre poi diventa praticamente impossibile da oltre trent’anni completare un’opera tanto attesa dai cittadini come, appunto, quella pineta con ingresso da Via Rocca, Via Guglielmo Appuro e Viale Archimeede alla mercè di vandali e topi. Dopo aver speso addirittura nel lontanissimo 1994 centinaia di milioni per il rifacimento della recinzione del giardino e altri 60 milioni nel 1998 per il nuovo impianto di illuminazione, quel giardino versa in uno stato di vergognoso e totale abbandono, salvo qualche estemporaneo intervento di rattoppo. L’area è ricoperta da sterpaglie ed è diventata ricettacolo di rifiuti, deposito di carcasse di motorini sparsi per tutta l’area della pineta”, rialzano il tiro i residenti. Che chiedono ancora che fine abbiano fatto le delibere relative all’approvazione del progetto preliminare di riqualificazione del giardino pubblico redatto dall’architetto Anna Vella della Ripartizione Edilizia Pubblica del Comune di Bari. Un progetto rimasto sulla carta, mentre della recinzione riparata sei anni fa non è rimasto niente, se non qualche anta arrugginita, lasciando dormire negli armadi tecnici ristrutturazione e riqualificazione del giardino di San Luca. “Caro sindaco, è ora che la sua Giunta seriamente si adoperi per risolvere almeno una piccola parte degli innumerevoli problemi che da oltre vent’anni affliggono Japigia. Se si continua con questo stato di abbandono e degrado, se il quartiere non verrà dotato di servizi di prima necessità, l’intero territorio sarà e resterà sempre un’area a rischio, anche per le future generazioni”, scriveva Marinelli in una lettera aperta rivolta all’ex sindaco Emiliano, rimasta lettera morta. E da allora nulla è cambiato. Anzi, il pericolo peggiore per il quartiere è diventato daccapo la cementificazione selvaggia, quella che fa solo gli interessi di costruttori e imprenditori senza scrupoli.  

“Soltanto una vaga promessa di bonifica per alcuni terreni abbandonati”, chiosava ancora Marinelli in una delle tante, altre lettere inviate a Prefetto e Sindaco Emiliano, Ma il presidente del Comitato di quartiere aveva già scritto anche a nome degli oltre ottocento residenti della zona (quelli stessi che tempo fa hanno sottoscritto una petizione per eliminare degrado e sporcizia fra i loro caseggiati) per segnalare abusi e ritardi su aree di proprietà comunale, occupate da alcuni contadini abusivi sempre nello stesso settore nei pressi del canalone, sul lato Agip” Chiedendo di bonificare subito i suoli vicinali o adiacenti all’ingresso del canalone, a tutela dell’igiene e della salute pubblica, riprendendo la progettazione per la sistemazione di quell’area abbandonata. Un piccolo polmone verde negato ai residenti, costato già un mucchio di soldi all’Erario Comunale  e del quale, purtroppo, non si sta interessando nessuno nel Comune dove impazzano incarichi politici e non, consulenze a iosa e notti bianche per arricchire i soliti noti alla vigilia della prossima elezione primaria.   

 

Antonio De Luigi    


Pubblicato il 7 Agosto 2014

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