La povera ragazza, esasperata…
In un suo libro, Mario Gianfrate riporta un avvenimento al quale sarebbe legato un inquietante fenomeno paranormale
C’è chi ci crede e chi no. Andar per fantasmi in Puglia, rende : Nel castello di Sannicandro si aggira il fantasma di Mencia ; nella Chiesa delle Monacelle a Modugno sono state viste ‘ombre’ di monache in processione ; a Trani sbancano il fantasma di Armida al castello, la Dama Bianca a Palazzo Brouquier e un monaco senza nome nella cripta della Cattedrale. Gli ‘avvistamenti’ non si fermano qui. Consideriamo pure le ‘presenze’ a Torre Ricchizzi a Palese, nei sotterranei dell’ex Ospedaletto dei Bambini a Bari, all’ex convento di via delle Murge ancora a Bari, al Castello di Monopoli e al maniero di Gioia, dove si aggirerebbe l’ombra di Bianca Lancia, una delle mogli di Federico… All’elenco è da aggiungere il caso dell’ombra di una ragazza che negli anni cinquanta – esasperata da maltrattamenti famigliari e prossima a un matrimonio indesiderato – si tolse la vita nelle campagne di Locorotondo. La testimonianza viene da Mario Gianfrate, autore di “Allucinazioni, leggende e riti magici in Valle d’Itria”, edito da Les Flaneurs l’anno scorso. Nel suo libro l’autore pugliese riporta la testimonianza di tale Grazia, classe 1920 : Un giorno, verso il tramonto, Grazia, a bordo della Vespa condotta dal marito, percorrendo la stradina che serpeggia in contrada Francheschiello, all’altezza del trullo dove la povera ragazza si era impiccata nel 1958 “vide una colonna bianca dalle sembianze di una giovane”. Grazia aggiunge che altra gente, passando di lì, aveva visto “una grande fiamma di fuoco”… Cerchiamo di mettere assieme le cose : Nei pressi del trullo della disgrazia un contadino dà fuoco ad un cumulo di erba umida. Inizialmente si sviluppa una colonna di fumo, successivamente, dallo stesso mucchio di paglia si leva una gran fiammata. Ora, nelle volute del fumo, come nel danzare delle fiamme le nature ‘predisposte’, per di più condizionate da dicerie e da un clima culturale sensibile ai richiami ancestrali dell’occulto, sono in grado di vedere cose, uomini o animali… Ripetendosi la cosa in periodi diversi dell’anno (fra sterpi e paglia c’è sempre di che alimentare un fuoco in campagna) non è difficile dare vita a equivoci clamorosi. Sono cose, queste, che non devono fare meraviglia. Dopotutto nel passato pagano gli aruspici, oltre che nel volo degli uccelli o nelle visceri degli animali sacrificati, usavano scrutare il futuro tra le onde sinuose disegnate dal fumo o dal guizzare del fuoco. Tutte chiacchiere, allora, soltanto abbagli… ? Quando si ha a che fare con l’occulto è prudente sostituire i punti esclamativi con quelli di sospensione. ‘Non è vero ma ci credo’ è il titolo di una fortunatissima commedia di Peppino De Filippo in cui il protagonista, scettico in materia di superstizione, deve ricredersi dinanzi ad evidenze inquietanti.
Italo Interesse
Pubblicato il 26 Agosto 2023