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La Prefettura organizza l’accoglienza dei profughi

 

Organizzare l’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra realizzando un piccolo ‘database’ dove le famiglie che arriveranno a Bari potranno registrarsi, e prevedendo uno screening sanitario Covid con tamponi ed eventualmente vaccini. Sono le proposte di cui sta discutendo il tavolo convocato in Prefettura con forze di polizia, Regione, Comune, Asl, 118, Caritas e Croce Rossa.
Nella riunione, è emersa la principale difficoltà nella gestione di questa fase dell’accoglienza: “Non riusciamo a intercettare queste persone” ha detto la prefetta Antonella Bellomo, lanciando “un appello agli enti e associazioni per creare un patto tra istituzioni”. Il metodo potrebbe essere quello di “un piccolo database – ha detto la prefetta – dove far affluire le notizie per dire a queste persone di registrarsi”. “L’esigenza primaria – ha detto il questore Giuseppe Bisogno – è dare a queste persone un tetto e assistenza sanitaria”. Il modello potrebbe essere quello dell’accoglienza già sperimentato la scorsa estate per i profughi afghani. Alla riunione anche il sindaco di Bari e presidente nazionale Anci Antonio Decaro.

“Il sistema dell’accoglienza a Bari e in tutta Italia, come ha chiarito il Ministero dell’Interno, si farà attraverso i Cas a gestione prefettizia e attraverso i Sai a gestione comunale, due tipologie di strutture che fanno accoglienza da sempre e sono state allargate ai profughi afghani qualche mese fa, adesso saranno allargate alle persone che arrivano dall’Ucraina”. Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro, a margine della riunione in Prefettura per organizzare l’accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra.
“Per quanto riguarda gli aiuti – ha aggiunto Decaro – stiamo cercando di canalizzarli, come Comuni, attraverso la Croce rossa, su un conto corrente oppure un messaggio di solidarietà, perché gli unici aiuti che al momento ci vengono richiesti sono di tipo sanitario per l’acquisto di farmaci, non stiamo raccogliendo indumenti o generi alimentari”. A Bari “non abbiamo un numero di persone in arrivo. Sappiamo di alcuni casi di ricongiungimenti famigliari, ieri per esempio è arrivata ai servizi sociali una richiesta di una mamma con un bambino, ma non c’è un flusso di arrivi”.


Pubblicato il 4 Marzo 2022

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