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La Procura presenta ricorso contro l’assoluzione di Decaro

Non sarà stata certo una sorpresa per il candidato sindaco del centrosinistra, Antonio Decaro, apprendere che la Procura barese ha impugnato la sentenza di assoluzione con cui il 30 dicembre scorso il gup Francesco Pellecchia lo aveva assolto dall’accusa di tentato abuso d’ufficio, per una presunta raccomandazione di un parente ad concorso bandito dall’Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per l’ambiente, ai tempi in cui Alberto Tedesco era assessore alla Sanità della giunta Vendola. Una  presunta raccomandazione che non sortì effetto alcuno, visto che il presunto raccomandato fu comunque bocciato. Infatti, il difensore di Decaro Michele Laforgia, dovrebbe pure aver preavvertito il suo assistito che la “Giustizia” spesso fa il suo corso anche appellando le sentenze intermedie di assoluzione, perché rientra nelle facoltà della parte accusatoria chiedere che altri giudici si esprimano sulla ravvisata vicenda penale. Come in questo caso, dove la motivazione con cui il gup ha assolto Decaro evidentemente non è stata ritenuta sufficientemente convincente, per cui la Procura ha presentato appello contro il verdetto assolutorio. E quello che è un fatto normale in una vicenda giudiziaria penale, quando il pm ritiene doveroso adire un secondo grado di giudizio, in questa circostanza rischia di apparire come se fosse un evento eccezionale soltanto perché l’imputato (da non dimenticare, “assolto” in primo grado!) fra meno di due settimane sarà sottoposto al giudizio del corpo elettorale barese, essendo uno dei candidati impegnati nella corsa a Primo cittadino.  

Nel capoluogo pugliese, però, gli elettori ormai si sono forse abituati, alla vigilia delle competizioni elettorali, ad apprendere notizie di natura giudiziaria, che riguardano in un certo qual modo la politica, o qualche suo esponente impegnato nella tornata elettiva di circostanza, per cui il fatto che Decaro debba ritornare in Tribunale con la veste di imputato, per un presunto tentativo di abuso d’ufficio, non dovrebbe turbare affatto né l’interessato, né quella parte di corpo elettorale che è intenzionata a votare per lui alla consultazione del 25 maggio prossimo. Però, dopo il ricorso in appello della Procura barese, un dubbio assillerà comunque Decaro e tutti coloro che, insieme a lui, sono impegnati nella campagna elettorale in corso: “Quanto inciderà sull’esito elettorale del 25 maggio prossimo, o di un eventuale ballottaggio, la notizia che il candidato sindaco del centrosinistra è stato assolto, ma per la Procura barese è ancora formalmente sospettato del reato ascrittogli?”. L’interessato ha subito commentato, dichiarando: “Sono stato assolto a gennaio, sono stato accusato di un tentato abuso d’ufficio per una presunta raccomandazione a una persona che è stata bocciata. Il pm ha deciso di presentare ricorso, come è anche normale che sia. Non c’è nessun problema. E’ giusto che la giustizia faccia il suo corso. Per me la vicenda si è chiusa a gennaio, non c’è nessun problema”. Ma, per una certa fetta di elettori baresi, la notizia del ricorso in appello della Procura potrebbe suscitare qualche ripensamento o qualche cambiamento nelle intenzioni di voto, soprattutto tra gli indecisi. E, quindi, in un certo qual modo un condizionamento sull’esito della consultazione elettorale amministrativa. C’è da augurarsi che così non sia e, soprattutto, che i tempi ed i meccanismi di certe vicende giudiziarie siano svincolati dall’agenda degli appuntamenti elettorali e, quindi, non dettati da questi, come spesso invece è accaduto di sentire da molti esponenti di una delle parti politiche avverse a Decaro e che più delle altre, presumibilmente, lo incalzerà nella corsa verso la conquista del Palazzo di Città. Sta di fatto, però, che a speculare su questa vicenda giudiziaria di Decaro non ancora chiusa, potrebbero essere soprattutto quegli avversari politici che, in circostanze giudiziarie che hanno interessato la propria parte, hanno accusato la magistratura penale di un funzionamento ad orologeria. Da non dimenticare, inoltre, che uno dei concorrenti di Decaro nella corsa a sindaco è Desirée Digeronimo, che a suo tempo figurava nel pool di pm che ha indagato e richiesto il rinvio a giudizio dello stesso. E quest’ultima, in caso di ballottaggio, potrebbe essere uno dei candidati chiamati a scegliere con chi schierarsi, se non sarà lei a contendersi la partita elettorale del secondo turno. Infatti, se al ballottaggio dovessero andare Decaro e Di Paola, la decisione della Desirèe dovrebbe essere alquanto difficile da prendere. In tal caso, infatti, l’antico brocardo latino “Dura lex, sed lex”, oltre che per Decaro adesso, varrebbe soprattutto per la pm  candidata a sindaco, che per le decisioni politiche evidentemente non potrà scegliere solo in base alle regole del codice di procedura penale, ma facendo sicuramente anche ben altre valutazioni.       

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 15 Maggio 2014

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