La promessa di Mignani e Acampora: “Trasformare i fischi in applausi”
L’ultima vittoria al San Nicola in campionato risale al 13 maggio, mentre in classifica si occupa il dodicesimo posto
Non è stato un bello spettacolo quello andato in scena al San Nicola domenica pomeriggio, in occasione dell’ottava giornata di campionato che ha visto opposto al Bari, il Como di Moreno Longo. Di fronte c’era sicuramente una squadra attrezzata, ma come tante ce ne sono state nella passata stagione. Però, sono dichiarazioni del direttore sportivo stesso, che questa squadra potesse essere più forte di quella passata, di fatto sul rettangolo di gioco che è sempre sovrano e può smentire tutti non è cosi. Nonostante i ragazzi di Mignani hanno dominato dall’inizio alla fine, la sensazione è che la partita anche se fosse durata un’altra mezzora non avrebbero segnato, manca qualcosa, quel “quid” ancora non si è capito, forse questione di dettagli o di attenzione, perché è la seconda volta dopo la gara con il Catanzaro che si subisce un gol dopo 100-120 secondi che lo si è fatto. Sta di fatto che dopo aver mancato per l’ennesima volta una vittoria in casa che manca dal 13 maggio scorso, penultima di campionato contro la Reggina, quella nei playoff non fa testo ai fini di certe statistiche, sono piovuti fischi a raffica non solo dalla Curva Nord ma anche dagli altri settori dello stadio, che dai 58 mila della finale con il Cagliari si è passati drasticamente ai 16mila con il rischio che in caso di mancato risultato positivo contro la Reggiana, alla prossima in casa, il 21 ottobre con il Modena, ce ne sarebbero ancora meno. Il pubblico barese non ha la pretesa di vedere il Bari trionfare in campionato, ma che lotti e sia ambizioso, vincendo qualche volta di più è sacrosanto. Eloquente è stato infatti lo striscione esposto ad inizio gara dalla Curva Nord: “amiamo la nostra maglia sudata, pretendiamo programmazione e una società innamorata” e di certo al di là se è condivisibile o meno esso, la società è consapevole o deve esserlo che non lo è stata e che riducendosi o mettendo nelle condizioni il diesse di completare l’organico in maniera cospicua all’ultimo giorno ha complicato maledettamente i piani del tecnico che ad oggi è evidente non riuscito ancora ad assemblare i cocci del puzzle. Domenica ci ha messo la zampata che avrebbe potuto essere vincente, Diaw, che ad una coscia sinistra un tutore evidente di colore blu, visto l’infortunio che ha patito dopo undici minuti giocati nella prima di campionato contro il Palermo. I numeri per quanto si possano disquisire sono inconfutabili, sette gol realizzati e sette subiti, per una media matematica di 0,8 gol a partita realizzati e subiti e nove punti in otto giornate che equivalgono ad una media di 1,1 punti a partita che tradotto in “soldoni”, potrebbe valere uno scontro ai playout se non peggio. La società, tecnico e giocatori sanno tutti che così non si può continuare e bisogna cambiare passo, perché oltre a disattenzioni, ci sono pure i lati positivi di un Bari che non molla e cerca di restare aggrappato alla partita come ha ampiamente dimostrato contro il Palermo, Pisa ed in altri frangenti, ma che è allo stesso tempo e chiariamo con “ad oggi” incapace di chiudere le partite anche quelle che si incanalano sui binari giusti, visto che domenica il Como ha terminato in inferiorità numerica, forse anche generosamente perché se l’arbitro fosse andato al Var, avrebbe notato che forse il fallo ai danni Dorval non c’era, perché il giocatore Konè prende prima il pallone, Ma anche il Bari ha da recriminare un gol annullato per sospetto fallo di Nasti, autore della rete ed in occasione del gol lampo del Como del pari, un fallo non ravvisato ai danni dei biancorossi. Un pari e patta che quasi non scontenta nessuno per quello che ha raccontato il campo, ma deve restare tanto amaro e voglia di rivincita perché questa squadra non è scarsa e deve trovare dentro se stessa, la forza, le idee ed il coraggio di andare a prendersi con tutta la benzina che hanno in corpo, determinate partite. Diversamente, la società stessa ed in primis, il suo presidente dovranno annunciare limpidamente che il vero obiettivo quest’anno è un altro, quello di mantenere la categoria, non sarebbe un autogol ma un’ammissione di franchezza alla luce anche del mercato estivo, delle scelte compiute, salvo si prova a restare a ridosso della zona playoff ed a gennaio, si intervenga pesantemente nei rispettivi reparti, mandando via a quel punto chi non è consono ed idoneo per lottare per certi obiettivi. Tuttavia, riportiamo un passaggio chiave della conferenza stampa nel post-gara di mister Michele Mignani: “Abbiamo avuto il merito di trovare il gol, il demerito di prenderlo immediatamente dopo. Siamo arrivati tante volte in area di rigore, ma non siamo riusciti a fare il 2-1. Secondo me la squadra nel complesso ha fatto una buona partita. Il gol lo abbiamo subito da una palla inattiva, dovevamo stare attenti e raddoppiare l’attenzione. Non siamo soddisfatti, accettiamo i fischi e ricominciamo a lavorare per la prossima partita mettendoci impegno”. Dello stesso avviso Gennaro Acampora, autore di una buona partita e con una condizi9one in crescita: “Abbiamo commesso un errore evitabile e dobbiamo essere più attenti, cercare di servire meglio gli attaccanti e chi come Achik può saltare l’uomo. Con il mister lavoreremo per migliorarci”. (Ph. Tess Lapedota).
M.I.
Pubblicato il 3 Ottobre 2023