Cultura e Spettacoli

La Puglia e la maledizione maya

Quanta gente crede alla presunta catastrofe del prossimo 21 dicembre? Pochissima. Ma intanto se ne parla. In primavera circolava su Faceboook una strana teoria che giocando cabalisticamente sulle date di due recenti tragedie (le Torre Gemelle e l’ultimo tsunami in Giappone) dimostrava la giustezza della fine del mondo profetizzata dai Maya. In realtà si tratta di forzature numeriche, frutto del fatto che il nostro cervello ci spinge a spiegare eventi perturbanti con parametri che non sono quelli con cui abitualmente leggiamo la realtà. Il circolare di storie così testimoniano un’inquietudine diffusa e strisciante e che di tanto in tanto, quasi un fiume carsico, torna a manifestarsi. E se invece i Maya avessero ragione? L’ipotesi più accreditata dai catastrofisti è l’impatto di un meteorite di dimensioni imbarazzanti. Se è vero che l’ultimo terremoto in Giappone ha spostato l’asse terrestre di 17 centimetri con la conseguenza che il giorno si è accorciato di 1,8 secondi, cosa accadrebbe se l’inclinazione dell’asse passasse dagli attuali 23,44° a 45° o addirittura a 90°? Nel primo caso in Puglia avremmo ancora l’alternanza delle stagioni ma con differenze assai più marcate, ovvero : stagioni intermedie ridotte a una, due settimane ed estati, inverni improvvisi ed esasperati (ovvero : temperature finlandesi d’inverno sul Gargano e sahariane in estate in Capitanata). Ancora più apocalittiche le prospettive con inclinazione a 90°. Con la Terra interessata da due sole ed estreme stagioni, in Puglia avremmo d’inverno il ghiaccio oltre i 150 metri d’altitudine e in estate il prosciugarsi dei laghi di Lesina e Varano ; e poiché l’elevata differenza di temperatura muoverebbe enormi masse d’aria, tutto il Salento sarebbe flagellato da tifoni. E in contesti simili che fine farebbe la ‘razza pugliese’? La stessa ben miseranda e meritata di quella ‘italiana’, ‘europea’… A rimpiazzarci sarebbero quelle forme animali e vegetali selezionate da una nuova ferocissima selezione naturale. Chissà quali animali e piante popolerebbero una Puglia ‘purgata’ dell’uomo. Quanto alla fauna è facile immaginare la sopravvivenza per quelle specie capaci di vivere nelle cavità  sotterranee, dove la temperatura si mantiene costante, che fuori faccia caldo o freddo. Le numerose grotte di puglia si riempirebbero degli eredi ‘modificati’ di ratti, talpe, pipistrelli, lombrichi…. Più difficili le cose per la flora. Come potrebbero sopravvivere querce, pini, ulivi, mandorli?… Ma piante grasse che riuscissero a ristrutturarsi per non gelare col freddo… Sai però che tristezza una Puglia desertica popolata qua e là da oasi di discendenti – irriconoscibili – degli attuali fichi d’india.
Italo Interesse
           


Pubblicato il 5 Gennaio 2012

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