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La Puglia si conferma “laboratorio” politico sia per il centrosinistra che per il centrodestra

Le amministrative serviranno a chiarire se l’intesa tra Pd e M5S porterà a un candidato unitario per le regionali

Nei 51 Comuni pugliesi chiamati al voto il 14 e 15 maggio prossimi, per eleggere i nuovi sindaci e rinnovare i consigli comunali, la Puglia si conferma come “laboratorio” politico sia per il centrodestra che per l’alleanza tra Pd e M5S che, nonostante qualche conflitto e diversi mal di pancia, in Consiglio regionale continua reggere e, quindi, anche per le comunali lo schema in linea di massima è stato confermato a Brindisi ed in altri centri pugliesi minori, ma non in tutti. A Brindisi, il centrosinistra non è riuscito a trovare l’intesa sul candidato unico, poiché il Primo cittadino uscente, Riccardo Rossi, ha deciso di non lasciarsi sacrificare nell’intesa Pd ed M5S, che – come è noto – ha attribuito a quest’ultimo l’indicazione del candidato sindaco, per cui alla fine l’alleanza tra Dem e pentastellati c’è stata, ma la coalizione di centrosinistra si presenta spaccata, avendo Rossi conservato il sostegno di Verdi e Sinistra italiana. Ad ogni modo, salvo alcune significative eccezioni e qualche distinguo, in 47 Comuni su 51 la cordata battezzata dal governatore Emiliano come la “Coalizione Puglia”, ossia “Cinque Stelle”, Pd e liste civiche trasversali che si riconoscono nella politica regionale del governatore, proverà a superare il centrodestra, che in Puglia in questo momento significa soprattutto il partito della premier Giorgia Meloni ed i “satelliti” Forza Italia e Lega che, a differenza di “Fratelli d’Italia” non sono presenti dappertutto neppure con il loro simbolo, bensì con quello di particolari civiche territoriali. Il centrodestra pugliese comunque, in questa tornata elettorale, spera nell’onda lunga delle ultime politiche, oltre che su quella che potrebbe essere indotta dal governo Meloni, che – come è noto – nella nostra regione esprime il ministro per il Sud e l’attuazione del Pnrr, Raffaele Fitto (Fdi), il vice ministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto (Fi), ed il sottosegretario alla Sanità, Marcello Gemmato (Fdi), oltre al sottosegretario (tecnico) alla Presidenza del Consiglio, il giurista pugliese Alfredo Mantovano. Non a caso, nelle ultime due settimane il centrodestra e, in particolare, hanno fatto scendere in Puglia per la campagna elettorale diversi esponenti di spicco del governo (vedi ultimamente i ministri Sangiuliano e Lollobrigida), oltre a rappresentanti nazionali di partito, come – ad esempio – Donzelli, responsabile organizzativo di Fdi. Quindi, la partita tra centrodestra e centrosinistra a tinta giallo-rossa, presente non ovunque, non sarà affatto scontata come in precedenti tornate amministrative, poiché i risultati elettorali di domenica e lunedì prossimi in Puglia appaiono in bilico un po’ ovunque e molto probabilmente nei grandi centri, come Brindisi, Altamura, Bisceglie, etc. servirà il turno di ballottaggio per l’elezione del Primo cittadino e la composizione definitiva del Consiglio comunale. Infatti, questa volta, mentre il centrosinistra pugliese “in salsa” Emiliano punta a testare la tenuta elettorale dell’alleanza Pd-M5S (sia pur non ovunque al primo turno, ma sicuramente nei centri che andranno al ballottaggio), il centrodestra punta a dare la “spallata” al “campo largo” del governatore pugliese, in vista dei ben più importanti appuntamenti elettorali dell’anno prossimo con le Europee e l’elezione dei nuovi sindaci di Bari e Lecce, che subentreranno rispettivamente ad Antonio Decaro e Carlo Salvemini, come è noto, entrambi alla fine del loro secondo mandato. Partite, queste ultime, che insieme a quella di Foggia del prossimo autunno saranno poi propedeutiche per quella che per il centrodestra nazionale è verosimilmente considerata come la “madre di tutte le battaglie” pugliese, ovvero quella delle regionali, alla quale questa volta il centrodestra, sia locale che nazionale, non potrà di certo permettersi di arrivare impreparato, come nel 2020, e con un candidato presidente la cui discesa in campo era stata messa più volte in discussione. Sul versante opposto, invece, i risultati delle ormai prossime amministrative e quelli del prossimo anno serviranno a far chiarezza se in Puglia l’intesa tra Pd ed M5S potrà poggiare su solide basi e, quindi, potrà funzionare per continuare a governare la Regione anche per il dopo-Emiliano, oppure dem e pentastellati devono aprirsi strade diverse e, quindi, con due distinte candidature a governatore anche per le prossime regionali. Di certo, se l’intesa Pd-M5S andrà avanti fino alla fine nell’aula barese di via Gentile, sicuramente non sarà facile l’indicazione di una candidatura comune. Però, a quel punto è assai probabile che, se l’accordo deve continuare anche per le successive politiche, il nome dell’eventuale successore di Emiliano non potrà che essere espressione del partito di Giuseppe Conte. Ma ora è prematuro finanche parlarne. Infatti, tutti tacciono in Puglia sia nel M5S che nel Pd, perché quelli conteranno saranno i risultati di questa e delle prossime tornate elettorali locali ed europee.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 12 Maggio 2023

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