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La Puglia si conferma “locomotore” nel comparto nazionale delle olive e dell’olio extra vergine

 

Nonostante le pesanti perdite di ulivi e, conseguentemente, di produzione olivicola dovuta agli essiccamenti per l’epidemia che da alcuni anni ha colpito alcune migliaia di ulivi salentini, la Puglia anche nella scorsa annata olivicola ed olearia si è confermata il locomotore nazionale del comparto. A darne notizia è l’Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo ed alimentare, che, nel comunicare  una crescita nella produzione complessiva nazionale di olio extra vergine di oliva del +135%, con un risultato pari a 4milioni e duecentonovantamila quintali di olio contro il milione ed ottocentoventimila dell’anno precedente, ha pure reso noto che la Puglia nella campagna olivicola ormai alle spalle ha contribuito da sola con quasi duemilioni di quintali di olio prodotto, ovvero circa il 50% dell’intero comparto nazionale.  Una crescita importante nella produzione di olio d’oliva si è registrata lo scorso anno anche nelle altre regioni del Sud Italia, quali Sicilia, Calabria e Abruzzo, dove l’andamento produttivo di olio è stato superire alla media di precedenti annate. Buoni sono considerati anche i dati produttivi di extra vergine del Centro Italia, dove la crescita produttiva di Toscana e Umbria, nonostante la siccità della scorsa estate, può ritenersi soddisfacente. Mentre nettamente migliori possono considerarsi i dati produttivi di olio di Lazio e Marche che, nella scorsa annata, hanno sofferto meno la siccità di Toscana ed Umbria. Meno soddisfacente, invece, l’andamento dei prezzi sul mercato all’ingrosso dell’olio extra vergine di oliva italiano, in quanto nei primi sette mesi del 2018 – secondo i dati Ismea – si è registrata una riduzione media del 29% rispetto a quelli del corrispondente periodo della precedente annata. Infatti, i listini all’ingrosso dell’extravergine nazionale hanno subito oscillazioni che vanno dai 5,86 Euro al chilo, come media di gennaio-luglio 2017, ai 4,18 Euro al chilo dello stesso periodo del 2018. Per la prossima campagna di raccolta delle olive, gli analisti dell’Ismea non rilasciano stime preliminari di produzione, vista la prematurità del periodo attuale rispetto al tempo di effettiva maturazione del prodotto e, quindi, di raccolta. Però segnalano, dopo recenti monitoraggi effettuati, una certa preoccupazione per le cattive condizioni climatiche accadute ad inizio primavera e per le piogge frequenti di inizio estate. Infatti, – ha rilevato gli analisti dell’Ismea – a condizionare la nuova annata potrebbe essere il caldo umido estivo, che negli uliveti favorisce attacchi e proliferazione di mosca olearia che, se non affrontata con idonei trattamenti preventivi, potrebbe compromettere la qualità finale del prodotto, oltre che la resa in olio delle olive. Sulla prossima campagna olivicola, ossia la 2018-2019, dovrebbe influire alche un calo fisiologico dei quantitativi di produzione, a causa della naturale alternanza  tra annata di “carica” e quella di “scarica”, che nel campo delle produzioni arboree è un fenomeno pressoché scontato.  Infine, l’analisi dell’Ismea per la prossima stagione di raccolta olivicola, e quindi per la produzione di olio extra vergine di oliva, sulle varie aree geografiche del Paese prese a campione, per quanto riguarda il Sud Italia si registra una situazione a macchia di leopardo, con zone olivetate praticamente vuote o quasi di prodotto ed altre con una produzione media o, in qualche caso, anche abbondante. Per la Puglia, in particolare, ottimale è la situazione nella zona del Salento, nonostante la tuttora irrisolta problematica della Xylella fastidiosa. Invece, un calo netto di produzione, rispetto allo scorso anno, si registrerà  della zona nord della Puglia, dove le nevicate di marzo hanno colpito vaste area di produzione olivicola, in quanto le gelate, provocate lo scorso inverno dalla trasformazione in ghiaccio della neve depositatasi sui tronchi, sui rami e sulle chiome degli ulivi, hanno compromesso notevolmente la crescita delle cime degli ulivi e, quindi, anche dei successivi germogli e fioriture. Infatti, la situazione nel nord della Puglia, per la produzione di olive del prossimo autunno-inverno, e’ buona soltanto nella fascia costiera a nord di Bari, nella zona compresa tra Palese, Bitonto, Giovinazzo e Molfetta. Mentre le zone olivetate più interne presentano ingenti danni da gelo. Anche in Abruzzo la situazione produttiva degli ulivi è buona solo lungo la costa, mentre nel Nord dell’Italia la situazione produttiva degli ulivi, pur non essendo delle migliori, al momento non è compromessa e, per questo, è considerata “piuttosto buona”. Di certo il mercato all’ingrosso dell’olio extra vergine d’oliva pugliese nelle ultime tre settimane ha avuto un picco in rialzo che oscilla tra il 10% ed il 15% del prezzo precedente, sfondando la quota dei 5 Euro al chilo, oltre Iva e trasporto. Aumento, quest’ultimo, che – al punto in cui siamo con l’attecchimento e crescita delle olive – lascia presumere anche in un’impennata del prezzo per la nuova produzione olearia locale del 2018-2019. Anche se, in verità, nel comparto agro-alimentare – come è noto – i fattori di imprevedibilità sono sempre notevoli, a causa soprattutto degli squilibri creati sul mercato interno dalle importazioni e talvolta dalle sofisticazioni di prodotto o dalle frodi, non sempre smascherate per tempo. E sarà, infatti, proprio il “tempo” a rivelare effettivamente che annata sarà la prossima per gli olivicoltori ed i produttori oleari pugliesi.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 13 Agosto 2018

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