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La punizione dura poco: tutti in vacanza

 
Dire una cosa e farne un’altra. Il triste leitmotiv di Strada Torrebella sembra proprio non voler cambiare mai. Proclami, obiettivi e frasi roboanti, seguiti il più delle volte dal nulla cosmico. Smentite ufficiali e fatti che andavano a cogliere in flagranza di bugia il Pinocchio di turno. Puntualmente, è successo anche in questa occasione.I dissidenti non firmatari dell’accordo spalma-stipendi avrebbero lavorato sotto il sole cocente di Bari fino a fine giugno. Così avevano detto in coro Guido Angelozzi e Claudio Garzelli, rispettivamente direttore sportivo e direttore generale del club biancorosso. Non una punizione, avevano tenuto a precisare con scarso successo i due dirigenti, ma un diritto che la società avrebbe esercitato su coloro i quali non avevano teso la mano in segno di solidarietà nei confronti di una condizione economica precaria. Figli e figliastri, s’era deciso. Giusto o sbagliato che fosse, Matarrese aveva disposto di liberare immediatamente dopo l’ultima fatica di Bologna solo i calciatori con i quali aveva trovato l’accordo per la spalmatura delle prime tre mensilità del 2011. Detto e (non) fatto. Come (quasi) sempre. Dopo solo una settimana, sotto l’ombrellone vanno anche i vari Almiron, Raggi, Rossi e bella compagnia. Liberati in maniera definitiva dopo l’allenamento di ieri pomeriggio. Punizione morbida, per usare un eufemismo, dato che l’allegra combriccola non è mai uscita sul campetto dell’antistadio ed ha svolto esclusivamente lavoro di palestra all’interno del San Nicola.Una società coerente, seppur nella dimostrazione di pochezza. Per carità, anche queste sono soddisfazioni. Sette giorni per dimostrare di avere un polso che di fatto non si ha e per mettere in piedi un teatrino inutile quasi quanto quel ritiro che ha fatto seguito al derby perso contro il Lecce. Nel frattempo, nessun giocatore a disposizione per un’intervista. Nessuno che abbia potuto chiedere ad Almiron come mai ha deciso di non aiutare il Bari nonostante le splendide parole dette sulla città solo qualche mese fa, nessuno che abbia potuto chiedere a Belmonte qualche chiarimento sulla faccenda ‘poteva o non poteva firmare’, nessuno che abbia potuto chiedere a Kutuzov o Castillo se in cuor loro non provassero un po’ di vergogna per l’ennesima delusione regalata. Solo palestra e qualche calcio ad un pallone, per una punizione pressoché ridicola.Mentre da queste parti qualcuno ordinava il rompete le righe, ad altre latitudini qualcun altro poneva le basi per mettere in riga le proprie cose. I propri giocatori, le proprie ambizioni ed i propri futuri successi. Trattasi della Juventus. Da ieri la Juventus di Antonio Conte. L’allenatore che ha ridato ai baresi l’entusiasmo e la gioia di seguire da vicino la squadra di calcio della città, inizia la propria avventura in uno dei club più prestigiosi d’Italia. Lo stesso che l’ha visto protagonista da calciatore e proprio quello che ieri Conte ha definito come casa sua. Chiunque abbia vissuto insieme a lui l’appassionante cavalcata promozione di due anni fa, non può che essere contento ed augurare all’allenatore salentino i migliori successi.
Tiziano Tridente
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 1 Giugno 2011

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