La “questione costa nord” nel governo della Città di Bari
Intervento di Pasquale Diglio, già assessore a Bari, ex deputato e sottosegretario di Stato

Un approfondimento nell’attività gestionale della Città di Bari è significativo a rilevare come si può stravolgere attraverso un abile ed astratto sistema di comunicazione la quotidiana realtà delle due ex frazioni costiere a nord del capoluogo pugliese. Un primo esempio è dato dal fatto che l’attivismo dell’istituzione comunale barese nella parte nord della città appare strabico rispetto a quanto la stessa Amministrazione mette in atto nella parte sud di essa. Infatti, si esalta la realizzazione degli interventi progettati e già avviati sulla costa sud di Bari, evidenziando una serie di opere pubbliche (vedi eliminazione binari di Rfi nei quartieri baresi di Japigia e Madonnella, parco sull’area ex Fibronit e parco costa sud) che stanno richiamando anche ingenti investimenti privati. E ciò non è affatto negativo, se produce vantaggi economici legittimi per le imprese e la collettività tutta. Difatti una costa sud con una espansione di complessi immobiliari può rappresentare benessere e sviluppo per la nostra amata città di Bari. Di contro, il lato opposto della nostra città, ossia la costa nord, appare bloccata da una serie di “strozzature” che danneggiano la vita dei cittadini e le attività produttive, imponendo una doverosa e necessaria riflessione sull’operato degli ultimi decenni delle istituzioni pubbliche, quali Comune e Regione in primis. Infatti, è in primo luogo da rilevare che lo scorso dicembre, a sorpresa, si è saputo del definanziamento del progetto di aggiramento dei binari di Rfi che, dopo decenni di attesa, avrebbe dovuto portare all’eliminazione dei sette passaggi a livello esistenti a Palese e Santo Spirito e che costituiscono un vero e proprio blocco nell’osmosi urbana di queste due (ormai popolose) ex frazioni. Un’opera quindi necessaria per le predette due comunità ma che, come è noto, a causa dei ritardi accumulati in fase progettuale e del mancato tempestivo impegno della quota di cofinanziamento nazionale, ha determinato l’uscita dal programma di finanziamenti europei già in essere ed in scadenza al 30 giugno del 2024, per il mancato rispetto degli impegni di spesa giuridicamente vincolanti. Trattavasi di una spesa di circa un miliardo di euro, al momento però perduta. Ed ecco, allora, il tentativo da parte dell’Amministrazione cittadina di effettuare una operazione di “distrazione di massa” con l’esaltazione esagerata dell’imbellettamento del lungomare di Santo Spirito, nel tratto antistante il porto. Opera, questa, finanziata con cinque milioni di euro di risorse Pon e Metro plus. Pensando, forse, di far dimenticare in tal modo anche l’evidente degrado presente da decenni lungo tutta la costa di Palese e Santo Spirito, a cominciare dal fatiscente ex Ostello della gioventù, dallo sconquassato, insabbiato e pericoloso porticciolo di Palese (divenuto ormai più una insalubre piscina anziché approdo sicuro per barche e piccoli natanti!), fino ai quattro ruderi costieri presenti sul breve tratto di lungomare che va dallo storico “Titolo” fino all’antica “Torre” ex sede della Caserma della Guardia di Finanza a Santo Spirito. Ruderi in stato di abbandono da molti anni ed estremamente pericolosi per la sicurezza dei cittadini, oltre che per il decoro urbano e l’igiene pubblica. Anche altre zone della parte nord della città di Bari impongono iniziative necessarie ed urgenti da prendere, vedi il quartiere di “San Pio” (ex Enziteto) a Santo Spirito, oltre ad una indispensabile attenzione per importanti servizi comunali, stranamente soppressi negli ultimi anni in questa popolosa periferia barese. Quali – ad esempio – le chiusure del presidio fisso di Polizia urbana e dell’ufficio anagrafico e stato civile a Palese, che stanno causando enormi disagi all’intera collettività locale, sia sotto il profilo della qualità dei servizi offerti ai cittadini che, soprattutto, sotto il profilo della prevenzione e controllo sul territorio. Infatti, mentre per tutte le altre parti della città si parla di utilità dei vigili di quartiere, a Palese e Santo Spirito invece si sono paradossalmente soppressi i presidi esistenti. Restano inoltre questioni irrisolte, suscitando non pochi dubbi e perplessità, gli aspetti legali che interessano sempre la parte nord di Bari con le centinaia di unità abitative qui realizzate ultimamente per l’Housing sociale, con consistenti operazioni urbanistiche e di finanza agevolata, come “Parco Gentile”, che però in passato ha -“stranamente” (?) – visto l’accettazione da parte del Comune, in convenzione con il concessionario privato, di canoni di affitto per gli assegnatari superiori a quelli di mercato, con conseguenze sociali negative facilmente immaginabili. Tanto che ancora oggi, a distanza di 5 anni dalla loro ultimazione, oltre 100 alloggi sociali risultano non ancora occupati e di quelli occupati, molti sono da tempo – come è noto – sotto sfratto. Pertanto occorre richiamare l’attenzione sull’esigenza per Bari di divenire una città “policentrica”. Mentre tutte le scelte finora effettuate (vedi – ad esempio – la contestatissima pista ciclabile in corso di realizzazione sul lungomare tra Palese e Santo Spirito, come pure il citato restyling sul tratto antistante il porto di Santo Spirito) non vanno in questo senso, facendo emergere un’evidente ed inaccettabile forma di “strabismo” nel governo delle diverse aree urbane di Bari. Uno “strabismo” che – come detto – si manifesta sia per le grandi opere che per gli ordinari e consueti servizi comunali. In sintesi, il dibattito promosso a Palese per il 26 maggio prossimo dalla locale associazione culturale “Terzo Millennio” ed a cui sono stato invitato ad intervenire, può rappresentare un mezzo positivo di ascolto per l’attività del prossimo futuro della rinnovata Amministrazione cittadina e dare quindi il segno, a questa popolosa realtà della parte nord di Bari, di un’inversione di tendenza rispetto al passato, con una visione più democratica dell’attività amministrativa comunale. E, soprattutto, condivisa con i cittadini residenti di detto territorio. Infatti, si tratta di consentire ai cittadini interessati una effettiva partecipazione nei processi decisionali e che ha un elemento distintivo concreto nell’attuazione di un reale decentramento amministrativo del territorio barese. Partecipazione che finora, invece, è stata svolta effettivamente solo sul piano meramente consultivo e propositivo (e spesso anche inascoltato!) da un finto ed inutile decentramento, perché privo di reali poteri decisionali, e che ha reso le vecchie nove Circoscrizioni, prima, e gli odierni cinque Municipi, dal 2014 ad oggi, solo dei costosi “strumenti” istituzionali finalizzati alla semplice gestione del consenso politico. Fenomeno, quest’ultimo, che si traduce nella moltiplicazione di cariche e prebende. Vedasi – per l’appunto – i predetti attuali cinque Municipi baresi di decentramento, o i numerosi consigli di amministrazione ed i tanti soggetti intermedi di gestione, con una visione autoreferenziale dei rispettivi ruoli e la conseguente non condivisione dei cittadini sulle scelte effettuate. Quindi, occorrerebbe che la nuova “amministrazione Leccese” desse subito adeguate e non più differibili risposte per le tante inadempienze presenti in un popoloso territorio, quale è ormai quello di Palese e Santo Spirito, che vede da tempo crescere legittimamente la richiesta di trovare in via autonoma la soluzione ai propri problemi. Bisogna, infatti, cambiare pagina da parte del Comune di Bari nel governo di questa emarginata e bistrattata periferia cittadina, se si vuole continuare a mantenere l’integrità territoriale di Bari costituita nel 1928 ed evitare davvero una possibile frattura. Infatti, un progressivo aumento di sfiducia nelle istituzioni democratiche potrebbe essere nella estrema parte nord della nostra città la conseguenza finale di una prolungata assenza di un’omogenea visione gestionale delle diverse zone di Bari e, quindi, della prolungata assenza di pari opportunità e trattamento per i cittadini di questo martoriato territorio ancora barese. Perché quanto evidenziato rientra nei tanti fenomeni che stanno sempre di più allontanando i cittadini dalla politica e la cui conseguenza è il “non voto”, che rappresenta la “morte” progressiva di una vera democrazia. Pertanto l’auspicio è la presa di coscienza della necessità di un effettivo e profondo cambiamento di metodo e delle scelte.
Pasquale Diglio
(già assessore a Bari, ex deputato e sottosegretario di Stato)
Pubblicato il 23 Maggio 2025