La rabbia dei lavoratori ‘Innovapuglia’: “Regione, se ci sei batti un colpo…”
Fanno daccapo sul serio i lavoratori di <<InnovaPuglia SpA>> che, coi loro rappresentanti sindacali, riporteranno in piazza a partire dall’inizio della prossima settimana le ragioni di una crisi che, oramai, si trascina da troppo tempo. Infatti, stanchi di attese e tiramolla nella definizione dell’assetto istituzionale e manageriale della società di proprietà della Regione, gli stessi dipendenti hanno già fatto sapere ai vertici regionali diverse volte che non c’è più tempo da perdere. Ed è urgente ricevere risposte certe. Risposte, inutile ripeterlo, che mettano in grado la struttura di lavorare e fornire soluzioni efficaci da tempo attese dalla collettività per cui all’orizzonte serve come l’acqua all’assetato una legge regionale che formalizzi il ruolo strategico e non strumentale della società. Definendo le risorse organizzative e finanziarie idonee al raggiungimento degli obiettivi. Insomma, lunedì mattina in conferenza stampa si tornerà in argomento allo scopo di salvaguardare le ingenti risorse investite negli ultimi quindici anni su Innova Puglia SpA, senza disperdere l’enorme bagaglio di competenze e know-how accumulato dai lavoratori. In mancanza, soprattutto se perdurerà lo stato di attesa in cui è avvolta la società di Vaenzano, verranno vanificati tutti gli sforzi già profusi e tesi alla costruzione di un polo strategico nazionale per l’attuazione del piano triennale ICT pugliese e per la transizione digitale della Puglia e al raggiungimento degli obiettivi di risparmio della spesa regionale. Cosa serve per essere messi velocemente in grado di operare con efficacia? Facile dirlo, anche se ai piani alti dell’ente affidato a Michele Emiliano continuano a fare orecchie da mercante: un Piano Industriale che definisca una organizzazione del lavoro adeguata al nuovo complesso ruolo svolto, ma anche investimenti certi per la valorizzazione delle risorse umane. Tutto questo in uno alla pianificazione di un piano di “turn over” teso a ringiovanire la struttura, dando risposte concrete e definitive al problema del precariato. Risposte che non arrivano, anche dopo che la Giunta regionale, l’estate dell’anno passato, ha sancito la volontà politica di non proseguire con un nuovo ‘Accordo Quadro’ i servizi di somministrazione di lavoro presso Innovapuglia. In ballo il futuro di circa settanta lavoratori, le cui scadenze contrattuali per alcuni di loro sono tuttora in bilico, dando al contempo mandato all’Amministratore Unico di procedere alle assunzioni del personale necessario alla prosecuzione delle commesse e dei progetti in itinere attraverso procedura ad evidenza pubblica. Tutto risolto, dunque? Le esperienze dei mesi scorsi, i continui rinvii e le incertezze trasformate sempre in ulteriori incertezze, anziché in certezze, hanno insegnato ai dipendenti di Valenzano ad andare coi piedi di piombo. Ci sarebbe di che esultare, in ogni caso, per la trasformazione dei rapporti di lavoro che dovrebbero essere presi in carico, a questo punto, in maniera diretta da Innovapuglia, se non ci si trovasse all’interno di uno scenario quanto mai incerto per il futuro complessivo della Società in-house della Regione Puglia. Una società per la quale uno degli ultimi tavoli di confronto con le parti sociali risale oramai all’inizio dell’anno scorso, nel corso del quale sono state emanate solo le prime linee di indirizzo programmatiche, rinviando l’approfondimento operativo delle strategie a dei tavoli tecnici che non sono stati avviati o non hanno prodotto alcun risultato. E allora, cosa accadrà? In effetti nessuno può dirlo, non si sa bene cosa accadrà alle scadenze contrattuali: non si conoscono i numeri né i tempi di realizzazione della stabilizzazione occupazionale presso Innovapuglia, resta ancora indefinito il nuovo piano regionale relativo alle politiche attive per il lavoro, che avrebbe potuto prendere in carico i lavoratori somministrati al momento della scadenza contrattuale, non vi sono elementi che consentano di valutare ulteriori termini temporali per le proroghe contrattuali o circa una eventuale trasformazione dei contratti di lavoro in subordinazione, per tali ragioni le federazioni di Categoria dei lavoratori spiegheranno le ragioni dello stato di agitazione, valutando le azioni conseguenti.
Francesco De Martino
Pubblicato il 17 Febbraio 2018