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La rabbia di Marco, cassintegrato con mutuo a carico senza più speranza

 

“Torno appena ora dalla banca e le mie tasche, invece che di soldi (?), sono piene di avvilimento, sconforto, umiliazione. Infatti, non mi hanno potuto (o voluto) rinnovare il credito, perchè sono in cassa integrazione da anni e pertanto privo di retribuzione certa e quindi impossibilitato ad esibire busta paga e quindi dimostrare continuità di reddito e lavoro”. Ecco Marco, barese troppo vecchio per essere assunto e forse ancora giovane dentro, ma con tanto livore in corpo, lo stress accumulato in questi anni, grazie anche e soprattutto a chi amministra che invece di accelerare e sveltire i processi sembra procedere volutamente con il freno a mano tirato. “La speranza che la situazione, la mia posizione e quella della mia famiglia possa ritornare ad essere dignitosa come quella di un tempo, da qualche ora ha subito un brusco cambio di rotta, trasformandosi in rabbia, indignazione, collera, risentimento”. Ma sentiamolo ancora Marco, archetipo di quella disperazione on the road che tutti vediamo ma di cui nessuno pare essersene accorto. Dopo anni di attese e lungaggini con poco costrutto, di “consolidata ed accertata” incertezza, di derogabili e melense promesse, di sempre più imminenti interventi mai però portati a conclusione, questa amministrazione continua a tergiversare e prendere tempo, per nulla preoccupata che in questi anni ha prodotto solo confusione e ritardi (per noi e non per quegli altri ormai “salvi”), tanto da non capire che una parte della categoria non riesce più a sopravvivere dopo anni di ristrettezze e privazioni. Ancora una volta si assiste ad una palese sperequazione nell’ambito del medesimo settore, una categoria spaccata (a questo punto devo pensare, ad arte) con una difformità di interventi, ritenendo alcuni urgenti da trattare, altri invece, governati con molta più calma, concedendosi tanta tranquillità, con le stesse movenze di un bradipo.  E la realtà è più che tangibile, di come cioè nel giro di pochi giorni si è portata a conclusione positivamente (e questo è bene, sia chiaro) la vicenda operatori in servizio nei Centri per l’Impiego, trovando la quadra e cavando dal cilindro accordi con tutto il mondo e pure con altre forme intelligenti presenti nella nostra galassia (regione, province, associazioni datoriali, sindacati, venusiani, salumieri, ortolani, panificatori…). “A pensar male spesso ci si azzecca ed io sono spinto a pensare che se le Rappresentanze Sindacali, sedute ai tavoli di concertazione con l’intero cucuzzaro celeste, devono affrontare una serie di problematiche che affliggono il settore praticamente da sempre, volete che in cima al “palinsesto” da seguire non ci mettano la soluzione della vicenda che li vede direttamente coinvolti?”, si chiede ancora il nostro povero Marco, non ancora domo. E questo non trova nessuna smentita perchè di fatto i formatori dei Centri per l’Impiego hanno ottenuto continuità lavorativa nel giro di poco tempo e senza perderci un giorno, altri, invece, da oltre tre anni in CIG sono lì a bocca aperta in attesa (almeno chiudetela, la bocca, altrimenti ne entrano di mosche!) o di quegli altri parcheggiati (poveri loro!), come noi, nuovi e freschi di  Cassa (ma fate con calma, mi raccomando, tanto fino alla fine del 2012 c’è tanto di quel tempo!).

“Regione ladra: ma serve ancora a qualcosa essere arrabbiati?”

Ed allora gli sia concesso un momento di collera, a Marco, quando afferma che lui cittadino pugliese non si sente affatto rappresentato da quest’amministrazione, perchè non riesce a dargli (o forse lo vorrebbe ma con i suoi tempi ed a sue spese, purtroppo) un minimo di tutela, una parvenza di garanzia, disattendendo alle promesse di soluzioni imminenti, atte alla salvaguardia occupazionale, ma che in questi anni invece ha fatto solo finta di scimmiottare, ma solo per concedersi ai fotografi e all’opinione pubblica. Qualcuno si è domandato il perchè? Ebbene, a me questa sembra una strategia per allungare (volutamente o non) i tempi.  E se non lo fosse, come mai l’assessorato segna il passo, quasi al minimo sindacale, dato che sono trascorsi quasi 6 mesi (da qui ad una manciata di giorni) per valutare 5/6 progetti per l’assegnazione dei corsi di riqualificazione? E’ chiaro, poi, che non finisce mica con l’assegnazione agli Enti, perchè c’è un’intera procedura da seguire: tempo per la pubblicazione, per eventuali ricorsi, per la firma delle convenzioni, per l’inizio e conclusione delle attività (a leggere il bando entro 12 mesi dalla stipula della convenzione). Alla faccia della garanzia occupazionale! Se questo è l’iter, i corsi di riqualificazione avranno inizio il prossimo autunno per concludersi nella prossima e futura primavera (se ci va bene), quando probabilmente si riandrà alle urne, ma soprattutto si concluderà il P.O. PUGLIA 2007/2013. E quanto a noi, saremo in grado di cavarcela sino ad allora? O forse, se non già morti, saremo comunque ad una passo dalla definitiva capitolazione?   Ed ancora, che fine ha fatto l’accordo tra le parti di richiamare in servizio dalla Cassa il personale amministrativo degli Enti in cui sono stati ricollocati i formatori dell’En.A.I.P. Puglia dei Centri per l’Impiego? E gli Enti? Frega poco a questi, l’importante che il consorte di tizio lavori, che la figlia di caio sia occupata e che il loro teatrale pianto greco continui! E’ tutto uno schifo! Questa amministrazione aveva tutti i presupposti per dimostrare un volta tanto di non assumere comportamenti da “soliti italiani”, di attribuirsi una condotta esemplare e difforme dai consueti canoni di quella nazionale che si muove in maniera pachidermica ed attendista nella ricerca delle soluzioni giuste e legittime di chi è in attesa di aspettative, ma nonostante i ridondanti proclami, sono esattamente figli di cotanta madre (Italia). Non ci smentiamo, siamo e saremo sempre italiani!  E che dire poi del famoso “lavoro sporco” che avrebbe dovuto fare la politica all’opposizione? Dove sono quei politici che “una tantum” vengono fuori con un effimero comunicato per poi ripiombare per mesi in un profondo e letargico silenzio sull’argomento, pensando comunque di aver svolto a dovere il compito della buona politica oppositiva ed attenta e quindi tacitato le coscienze sino al prossimo comunicato da li a sei mesi? E’ avvilente pensare che tutti i politici italiani, avversati “tout court”, messi alla gogna e sotto accusa dal popolo per non essere in grado di dare una sferzata a questa situazione di stallo, di gestire la crisi profonda che ha gettato milioni di famiglie nello sconforto e nella disperazione più totale e non essere all’altezza di trovare possibili soluzioni, ma peggio, di non saper utilizzare le risorse a disposizione (come quelle che invece esistono per il nostro settore), ancora una volta dimostrano di essere distanti anni luce dai problemi reali della gente comune. Conclusione? “Ora che la banca non mi ha concesso altri prestiti, ormai prassi per tanti di noi, che minaccia di togliermi la casa, tra l’altro  lontana ancora dall’essere di mia proprietà, secondo voi come dovrei affrontare economicamente tutto il resto, la cosiddetta quotidianità?”. Chi vuole spiegarlo a Marco, per favore….

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 14 Giugno 2012

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