“La Regione ceda un’azione a ogni Comune pugliese e affidi ‘in house’ il servizio idrico”
Concessione Aqp in scadenza. L'ex assessore Amati
Un obiettivo perseguito inutilmente per decine e decine d’anni, gestire nell’interesse pubblico un bene basilare e comune come l’acqua. Un bene che in Puglia vuol dire Acquedotto Pugliese, con una concessione che scade il 31 dicembre 2025: lasso di tempo brevissimo, se di mezzo c’è una società a capitale pubblico delle dimensioni, appunto, dell’ex Eaap. Per questo bisognerebbe far più che presto e coinvolgere i nostri comuni nel capitale/Aqp, magari cedendo gratuitamente un’azione a ciascuno di essi, costituendo un Comitato composto da Regione e comuni, appunto, per il controllo analogo. E magari anche affidare il servizio fino al 2046, “”…soluzione economica, rispettosa della normativa e comoda, per preservare la gestione pubblica in una regione priva di acqua, in cui l’eventuale gestione privata, assegnata attraverso una gara, non sarebbe nemmeno immaginabile””. Almeno così la pensano il consigliere/commissario di <<Azione>> Fabiano Amati i consiglieri regionali Clemente, Mennea e il responsabile del settore/acqua Di Donna, tutti in prima linea con la proposta di legge che provvede -come detto – d’affidare dal gennaio 2026 a dicembre 2046 ad Acquedotto pugliese S.p.A., società pubblica detenuta al 100% dalla Regione Puglia, il servizio idrico integrato della Puglia. Ricapitolando, la data di scadenza della concessione del servizio (con legge statale) ad Aqp è al 31 dicembre 2025, determinando l’avvio di una gara per il nuovo affidamento e disperdendo – così facendo – il valore pubblico della secolare gestione di Aqp. È chiaro che la soluzione ottimale sarebbe quella di eliminare la data di scadenza dell’attuale concessione, ma troppi sarebbero i punti di vista contrari e perciò meglio premunirsi per tempo. Come? Organizzando un sistema gestionale fondato sull’affidamento in ‘house providing’ e nel solco dell’attuale normativa statale. L’insistenza sulla necessità di procedere con affidamento diretto ad Aqp non risiede in un atto di “disobbedienza” alla normativa europea sulla gestione dei servizi pubblici, ma l’esito d’un approfondimento fondato sulle peculiarità idro-geo-morfologiche della Puglia, che non giustificano scelte gestorie di tipo ordinarie, pena insormontabili difficoltà nella gestione. E su questo basti pensare al problema del necessario trasferimento dell’acqua dalle regioni limitrofe – in particolare Campania e Basilicata – per cogliere il groviglio di potestà pubbliche che devono essere necessariamente poste in armonia, per cui una gestione del servizio non affidata a un gestore interamente pubblico, come Aqp, potrebbe comportare problemi e veti incrociati, per una peggiore qualità del servizio. E allora ecco l’ultima proposta di legge, col coinvolgimento dei comuni pugliesi per assicurare l’impostazione legislativa vigente in materia, ovvero attraverso l’esercizio del “controllo analogo” a quello che esercita sui propri servizi
COSA PREVEDE LA PROPOSTA DI LEGGE
La pdl provvede a istituire il Comitato per il controllo di Aqp/S.p.A per assicurare la natura pubblica e la gestione unitaria del servizio idrico integrato, Comitato costituito da Regione e dai comuni pugliesi, allo scopo di esercitare in forma congiunta le funzioni del controllo analogo su Aqp ai sensi dell’art 16 del Dlgs 19 agosto 2016, n. 175 (Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica), e (articolo 2 della proposta) sulla base di un atto di Convenzione e disciplina del servizio, predisposto dalla Giunta regionale e approvato dal Consiglio entro 60 giorni. Ma per passare a vie di fatto e realizzare quanto detto, la Regione trasferirà (articolo 3 della proposta) a titolo gratuito a ogni singolo comune al valore nominale di euro 5,16 ed entro 30 giorni dalla sottoscrizione dell’atto di Convenzione. A capo del comitato di gestione societario il presidente pugliese che lo convocherà e presiederà, a fianco dei sei sindaci eletti dall’Assemblea dei sindaci. L’Assemblea dei sindaci sarà convocata dal Presidente della Giunta regionale, eleggerà i sei componenti, con votazioni separate e a maggioranza dei partecipanti alla votazione, nel rispetto di alcuni criteri prestabiliti di rappresentatività. Circa le funzioni del Comitato (articolo 5 della proposta) sono previste quelle classiche d’indirizzo e controllo e quelle più specifiche in materia di designazione o revoca dell’amministratore unico e direttore; ma anche approvazione e modifica dello Statuto e di ogni atto riservato ai soci. Una proposta di legge, insomma, che ha ancora tanta, ma tanta strada da percorrere, se tutto andrà bene e come si augurano Amati e compagni nel solco dell’epopea Acquedotto Pugliese. E cioè quel solco e quella storia che solleva i pugliesi da sete, malattia e morte con un inaudito, “sanguinante” e straordinario atto ingegneristico: “deviare” la foce del Sele dal Tirreno all’Adriatico. E tutto ciò per dire ancora una volta, come disse Matteo Renato Imbriani, “Vengo dalla Puglia assetata d’acqua e giustizia”.
Francesco De Martino
Pubblicato il 16 Giugno 2023