Cronaca

La Regione “dice no” alle piattaforme al largo della Puglia

La Regione Puglia, come già aveva fatto l’anno scorso, ha espresso il suo dissenso sul via libera alle ricerche petrolifere off-shore proposte dalla società britannica Northern Petroleum, a largo delle coste pugliesi. “La Regione – ha dichiarato Lorenzo Nicastro, assessore alla qualità dell’Ambiente – è stata chiamata ad esprimere un parere nella conferenza servizi, ma spetta al Ministero dell’Ambiente prendere la decisione ultima. Nel caso sia positiva non ci resterebbe che pattugliare con bandiere e manifestazioni le nostre coste”. Il risoluto giudizio negativo espresso dalla Regione riflette numerose preoccupazioni sui possibili effetti collaterali legati alle attività di ricerca e coltivazione, come si dice in gergo, degli idrocarburi, non previsti nei progetti della società britannica. Sebbene la Northern Petroleum, su richiesta del Ministero dell’Ambiente, abbia modificato due dei sette progetti presentati lo scorso anno, spostando a quindici miglia l’eventuale costruzione di piattaforme petrolifere, non ha provveduto a una valutazione chiara e complessiva di rischi e benefici. I progetti, infatti, che interessano complessivamente una superficie di mare pari a ben seimila e seicento chilometri quadrati, descrivono solo la prima fase di interventi richiesti per la ricerca. In altri termini c’è solo la proiezione dei rischi sismici, trascurando tutte le altre criticità ambientali, drammaticamente rilevanti se si ricorda, ad esempio, il disastro dello scorso aprile nel Golfo del Messico. Le perplessità, peraltro, si moltiplicano quando le stesse piattaforme off-shore, collocate in uno stretto corridoio di mare, qual è l’Adriatico, potrebbero immediatamente coinvolgere con gravi danni i territori che vi si affacciano. Ma, pur non essendo catastrofici, i rischi connaturati ai progetti della compagnia petrolifera restano alti. Sul fondale dell’Adriatico, ad esempio, ci sono ancora ordigni inesplosi risalenti alla seconda guerra mondiale nei quali si potrebbe inciampare durante le operazioni, oppure a farne le spese potrebbe essere il settore del turismo o della  pesca. “A tal fine – ha spiegato il responsabile del servizio ambientale e demanio della Capitaneria del Porto di Bari, capitano di Fregata, Alessandro Cortesi – è stata proposta un’indagine a tutte le Capitanerie pugliesi dell’Adriatico per stabilire l’impatto delle attività delle piattaforme sull’ecosistema, in particolare, e nell’interesse dei pescatori, sulla fauna marina”. Proprio per la complessità della questione e per farsi portavoce di un parere condiviso, la Regione Puglia, sebbene non fosse obbligata dalla normativa vigente, ha voluto raccogliere i parere degli Enti Locali, Comuni e Province, che, all’unisono, a prescindere dalla loro collocazione rivierasca o dell’entroterra, si sono espressi contrari all’attuazione di questi progetti. Polignano, Monopoli, Fasano, Ostuni, Carovigno, Brindisi, Otranto e Melendugno sono i Comuni che prontamente hanno dichiarato il loro dissenso. L’area identificata dalla Northern Petroleum, per altro, è al centro d’interesse di molti piani energetici come gasdotti, elettrodotti o il noto parco eolico off-shore di Tricase, e dunque particolarmente suscettibile a un forte impatto ambientale. D’altra parte sarebbe troppo ingenuo credere che le intenzioni della società, di chiara matrice economica, si risolvano solo con la ricerca, come lascerebbe intendere l’ideazione e la struttura dei progetti presentati. In passato, già ENI e AGIP avevano mostrato interesse per la costruzione di piattaforme nel basso Adriatico, ma, rilevata la scarsa qualità del minerale disponibile, avevano declinato le richieste. La Northern Petroleum, al contrario, appare tutt’oggi determinata ad insediarsi nell’area, nonostante l’ unica risorsa sia il petrolio ‘amaro’, così definito per i pesanti processi di raffinazione che richiederebbe. Processi che, oltre ad essere molto costosi,  sono anche altamente inquinanti a causa dell’elevato tenore di zolfo posseduto dagli idrocarburi adriatici. Di certo la Northern Petroleum lascia intendere un’evidente strategia remunerativa, probabilmente in previsione di un aumento del prezzo del petrolio sul mercato, accanto ad interessi di natura geopolitica. L’ultima parola, in ogni caso, è del Ministero dell’Ambiente. La Regione, dal canto suo, si è dichiarata impegnata in progetti volti alla tutela del territorio come nel caso del recente bando, finanziato con un milione di euro, per la mappatura delle colonie di coralli di Poseidonia e del Coralligeno bianco presenti al largo delle coste pugliesi, proprio nella medesima area di interesse economico.
 
Lucia De Crescenzio
 
 
 
 


Pubblicato il 1 Aprile 2011

Articoli Correlati

Back to top button