Cultura e Spettacoli

La resurrezione dello scugnizzo

A Salvatore Striano è andata bene: E’ vivo, libero e realizzato. Agendo su una buona inclinazione di spirito e una volontà rabbiosa, l’incontro col teatro, pur avvenuto in condizioni anomale, gli ha schiuso orizzonti altrimenti impensabili. Un ex galeotto baciato dalla Sorte. Perché di tipi come Sasà, nome d’arte del Nostro, potenzialmente ce n’è in giro un migliaio, ma in media solo uno su mille becca il jolly di una felice combinazione di eventi (non sempre le buone intenzioni sono sufficienti). Uno su mille… pochino, vero. Meglio che niente, però. Consapevole del ‘dono’ che la Roulette dell’esistenza gli ha riservato, Sasà Striano, oggi affermato interprete e scrittore, ha deciso di mettere a disposizione di tutti il personale, amarissimo ‘sapere’, affinché chi è ‘dentro’ trovi come dar vita alla propria ‘resurrezione’ (gira gira, finisci sempre col fare i conti con Dostoevski) e chi è sempre stato ‘fuori’ si liberi degli stereotipi e metta a fuoco i meccanismi che producono in termini adesso pressoché industriali il fenomeno criminale. Folgorato dall’incontro col Genet di ‘L’enfat criminel’, Striano prende quel testo, lo colora di partenopeo sulla base del personale vissuto e, quasi un diverso evangelizzatore, se ne va in giro mettendo in scena la propria esperienza ovunque sia possibile: luoghi di lavoro, carceri, teatri, ‘Il giovane criminale’, che sabato scorso è stato in cartellone alla Vallisa per la stagione del Kismet, non vuol essere uno ‘spettacolo’. Una cosa che Striano ha inteso precisare anche a Bari. ‘Il giovane criminale’, è più che altro è una ‘testimonianza formativa’ dai tratti spettacolari. In mezzo a cartacce e sacchetti neri gonfi di spazzatura un ex scugnizzo si racconta. Prende forma un’irresistibile parabola criminale che, partita nei primi anni ottanta, cioè prestissimo (Striano è classe ’72), tocca l’apice nella decade successiva con la ripetuta carcerazione. Ma proprio in carcere ecco l’incontro provvidenziale con educatori e teatranti ‘di buona volontà’. Nel petto del giovane criminale una fiamma che mai s’era spenta si risveglia ed evolve in fuoco purificatore. Un miracolo? Forse. Non una sorpresa, comunque. La Storia annovera non poche di queste eccezioni. Come anche leggenda e letteratura: il buon ladrone si redime sulla croce, Pinocchio si spoglia del legno e si veste di carne, Jean Valjean diventa un benefattore… Un racconto duro, crudo, ogni tanto volgare, ma per forza di cose. Ogni tanto si ride, più spesso si piange e si piange per davvero. Striano è tutto impeto e commozione, afferra la platea e la strapazza. Il suo è una sorta di impetuoso sermone che afferra la platea e la seduce, forse la illumina.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 22 Gennaio 2020

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