Cronaca

La riforma tradita: assai critico il passaggio di consegne gestito dall’ente Regione

 

A parlare, anzi, a scrivere direttamente al governatore della Puglia è il dottor Francesco Ceraudo, che è stato presidente dei medici penitenziari italiani per diversi anni. Ed è lui che scrive a Vendola per spiegargli che i Medici Penitenziari della Regione Puglia costituiscono l’esempio ‘più qualificato’ sul territorio nazionale per competenze ed esperienze specifiche di una professionalità maturata in luoghi di lavoro contrassegnati dalla sofferenza e dalla malattia. Ma questo non serve a nulla, per Ciraudo. <>. Ora, infatti, vengono invece messi alla porta dalla Regione Puglia con valutazioni bizantine che calpestano letteralmente e vergognosamente la legislazione attuale che precisa in termini incontrovertibili che non si può imporre ai Medici Penitenziari alcun tipo di limitazione, e tanto meno di incompatibilità. Questo recita  l’Art.2 della Legge 740/70  che è una legge speciale dello Stato. Ebbene, una Legge speciale dello Stato non può essere modificata da una legge ordinaria,da un Decreto legislativo e tanto meno da una Delibera regionale, o da una direttiva del Consiglio d’Europa, mentre qui viene solennemente richiamato il sistema della gerarchia delle normative del nostro Ordinamento, al vertice delle quali vi è la Legge (fonte primaria), poi i decreti e i regolamenti(fonte secondaria). Esiste a proposito vasta giurisprudenza dove TAR e Giudici del Lavoro hanno già precisato ripetutamente quanto sopra. <>. Insomma, la medicina Penitenziaria non ha bisogno di riverniciature,di interventi cosmetici. E’ evidente che una Riforma della Medicina Penitenziaria per essere credibile deve essere realizzata con i Medici Penitenziari. Più chiaro di così…

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 9 Agosto 2014

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