Cronaca

La rivolta degli operatori del diporto nautico: chiarezza su concessioni e posti barca

Potrebbe essere davvero un’estate molto calda al porto i Bari, dove sono da poco tornati a battere il sentiero di guerra i componenti del comitato formato dagli operatori del diporto nautico, decisi a sanare una volta per tutte le disparità di trattamento nell’amministrazione del demanio marittimo da parte dell’Autorità Portuale. Il comitato, formato una mezza dozzina di aziende locali che operano nel campo del diporto tra Bari e Barletta, con una nota trasmessa all’attenzione del Presidente dell’Autorità Franco Mariani, hanno chiesto un incontro “urgente per la definizione delle problematiche amministrative”. Questioni, affermano i diportisti baresi, in piedi da troppo tempo senza aver ancora ottenuto risposte certe che riguardano – tra le altre cose- la possibilità di ampliamento delle licenze ottenute, ma anche il riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, con un occhio particolare sull’area di Marisabella. Area, sempre secondo il fronte dei diportisti più arrabbiati pronti anche a rivolgesi nuovamente al Ministero competente, se necessario, che non potrebbe essere utilizzata per gli accosti delle navi perché non vi sono banchine e i fondali sono inadeguati. Ci troviamo, come sanno bene gli addetti ai lavori, nell’ambito di una vasta area ora destinata al parcheggio di auto e camion in attesa d’imbarco, mentre sul fronte mare all’altezza di Marisabella, vi sarebbero almeno un paio di concessioni. Ebbene, su quest’ultimo che pare uno dei punti più caldi proposti ai vertici demaniali, il comitato ha precisato all’Autorità Portuale che bisognerà riprendere in considerazione l’insediamento di attività varie –almeno quando riprenderanno i lavori della colmata – in quanto le concessioni allocate sul molo Pizzoli, dovranno essere trasferite. Ecco l’opportunità per il battagliero comitato, di fissare sin d’ora “…un criterio generale da osservare per l’accoglimento delle domande di concessione su quell’area, stabilendo, per esempio, che non saranno prese in considerazione attività diportistiche che comportino l’incremento dei posti barca, ma solo attività di tipo cantieristico come quelle adesso presenti sul molo Pizzoli e attività sociali e di formazione”. Insomma, pare proprio giunto il momento di fare chiarezza sulla gestione delle aree portuali del capoluogo pugliese, anche se l’amministrazione dell’Autorità Portuale, in considerazione delle difficoltà da parte dei Comune di realizzare un approdo turistico, si è sempre mostrata disponibile, come si legge nella fitta corrispondenza tra le parti, “…cercando dì venire incontro alle esigenze della città consentendo lo svolgimento di attività anche, a volte, forzando un po’ la mano”. Infatti, forse pochi lo sanno, nel porto di Bari vi sono già circa novecento posti barca che creano problemi di sicurezza della navigazione all’unica imboccatura dello stesso porto. Quanto alle agevolazioni previste per i concessionari che svolgono attività all’interno del terminal, si sarebbe trattato di riparare alla mancanza di provvedimenti adeguati a favore degli stessi concessionari, alcuni dei quali, denuncia ancora il comitato “…si presentano come scuola vela e poi invece svolgono attività di rimessaggio e cantieristica, entrando in competizione con chi invece è strutturato per svolgere quelle attività”. Ma in ballo ci sono anche altre questioni che bisogna chiarire e dirimere una volta per tutte, come ad esempio l’autonomia di determinare sia l’importo dei canoni e sia la durata delle concessioni in assenza di termini chiari di legge.  Ma il presidente dell’Autorità Portuale Franco Mariani non si scopone più di tanto e rispedisce al mittente richieste e accuse, per motivi di forma ma anche di sostanza. E in una nota già spedita al comitato ribadisce la carenza di legittimazione procedimentale dello stesso tenendo presente che istruttorie e procedimenti amministrativi in materia demaniale “…non possono che essere condotti in contraddittorio con le società titolari (o aspiranti titolari) dei relativi rapporti concessori”. Peraltro, data la recentissima costituzione (addirittura – a quanto pare –  successiva alla nota dell’8 luglio) del comitato formato dai diportisti presenti nell’area portuale, per l’Autorità non sembrano affatto ricorrere i caratteri richiesti ‘ex lege’, senza contare la confusione tra ‘interessi diffusi’ di cui potrebbe essere titolare anche un Ente non riconosciuto e ‘interessi legittimi’ di cui sono titolari i concessionari (o aspiranti concessionari) di beni demaniali, che invece tutelano specifiche posizioni giuridiche. Ad ogni modo l’Autorità portuale, come si legge infine nella nota sottoscritta dal presidente Mariani, non intende chiudere la porta al dialogo e provvederà a valutare le osservazioni formulate, perlomeno nell’ambito degli  specifici procedimenti a cui si riferiscono.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 24 Luglio 2014

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