Cronaca

La rivolta dei lavoratori nel Centro di Palese, senza stipendio da tre mesi

Ancora problemi nel centro richiedenti asilo di Bari-Palese, gestito dalla cooperativa “Connecting People” con sede a Trapani che, per questo servizio, ha regolarmente ottenuto dalla Prefettura di Bari i compensi previsti dalla convenzione di rito. Le questioni da risolvere che si trascinano da tempo, pero’, sono di natura amministrativa e contabile, nel senso che da aprile la cooperativa siciliana non eroga piu’ gli stipendi ai lavoratori che operano nel centro di accoglienza di Bari-Palese, mentre la vertenza, promossa dagli stessi lavoratori e dalla Funzione Pubblica/Cgil, si trascina senza sbocchi da mesi. Mesi durante i quali è stato chiesto con forza l’intervento della Prefettura barese in quanto la stessa Prefettura risulta committente-tenuta al controllo della regolare gestione del Cie di Palese. Gestione che poi, come visto, tanto regolare non è, come è emerso anche durante l’incontro di un po’ di tempo fa, tenutosi  proprio negli uffici di piazza Liberta’ tra i responsabili della cooperativa e le rappresentanze sindacali territoriali. E all’inizio di marzo negli uffici di piazza Libertà c’era anche il presidente del consorzio  “Connecting People”, che ha fatto sapere di piu’ circa la richiesta di amministrazione controllata avanzata presso il tribunale di Trapani. E allo stesso tempo ha paventato la possibilità di pagare gli stipendi arretrati relativi al mese di febbraio, ma non per intero, bensi’ fino all’80 per cento, salvo diversa disposizione dello stesso tribunale di Trapani. il guaio è che finora le promesse sono state realizzate solo in parte, mentre la Prefettura del capoluogo pugliese, pur avendo inoltrato note di sollecito all’impresa sicliana e al Giudice delegato alla procedura concorsuale, continua a saldare le fatture al consorzio inadempiente coi lavoratori baresi, per un giro di affari da 1milione e 140 mila euro iva esclusa. Pino Monno, segretario della Funzione Pubblica/Cgil, sta seguendo da tempo la questione e ora, stanco di promesse e impegni disattesi, è ripartito ponendo al tavolo della trattativa una raffica di interrogativi: “Prima di tutto, perchè la Prefettura di Bari continua a liquidare le fatture emesse dalla “connecting people” senza assicurarsi che quest’ultima sia in regola con i pagamenti degli stipendi alle lavoratrici/lavoratori? E perchè attendere gli eventi e non prevenire, cioe’ che le parti più deboli debbano soccombere, mentre chi ha il potere d’intervento non assume iniziative più idonee? E se i lavoratori decidessero in massa di “licenziarsi per giusta causa“, cosa accadrebbe?” Insomma, Monno ai responsabili del Palazzo di Governo chiede ancora una volta “….che sia esercitato un serio controllo verso quelle società e quindi la “Connecting People” nel momento in cui vengono erogati soldi pubblici”. I mesi trascorrono lento, ma nel centro di accoglienza del capoluogo pugliese si preparano tempi ancora peggiori, come se gli organi pubblici di controllo quali prefettura, ministero dello sviluppo economico (tenuto a verificare se una società cooperativa mantenga al suo interno un corretto rapporto “mutualistico”, presupposto anche per una corretta gestione) e ministero del lavoro con il suo organo ispettivo, tenuto al controllo della regolarità dei rapporti di lavori e il rispetto dei contratti collettivi, non si accorgano di nulla. Almeno finchè non verrà sanata l’intera vicenda, ormai nella mani della magistratura, mentre si potrebbe anche decidere, contratto e regolamenti alla mano, di forzare la mano e revocare l’incarico alla società siciliana, provvedendo a pubblicare un nuovo bando per la gestione del centro di Bari-Palese. (fradema)

 


Pubblicato il 17 Giugno 2014

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