La ‘roulette’ dei test a Medicina: la rabbia degli studenti baresi
Ai test di ieri c’erano lungo tutto lo Stivale circa 68mila e 694 iscritti, per 11mila e568 posti disponibili. Semplicemente inaccettabile, per Noemi Sassanelli, coordinatrice di Link Medicina Bari – che venga fatta questa selezione per diventare medico, quando il nostro Servizio Sanitario Nazionale è in emergenza. <<I casi degli ultimi mesi sono emblematici: in varie regioni d’Italia sono stati chiamati in servizio medici in pensione, medici militari oppure anche medici neolaureati senza un’adeguata formazione. Chiediamo che venga raddoppiato il numero di borse di specializzazione e ripensato il sistema di accesso alla facoltà di medicina e chirurgia>>, ha chiarito la Sassanelli. Anche quest’anno, dunque, decine di migliaia di studenti sono stati impegnati in quella che ormai rappresenta una vera e propria competizione, una insensata guerra tra poveri che certamente non premia i più meritevoli e dove i soggetti economicamente meno abbienti partono svantaggiati rispetto a chi, già consapevole della propria scelta, ha speso gran parte di quest’anno nella preparazione attraverso corsi privati a pagamento, incentivando come accaduto in diverse regioni attorno al ‘numero chiuso’ un vero e proprio ‘business’. Eppure l’Italia è il Paese da diversi anni con il minor di laureati in Medicina e Chirurgia rispetto all’Unione Europea, senza parlare del deficit nel campo degli investimenti in istruzione e formazione dei giovani. “La nostra opinione sul numero chiuso non cambia: è un’ottica che mette sotto pressione lo studente attaccando il diritto allo studio in maniera trasversale: dalla mancanza di posti negli studentati ai criteri stringenti ed elitari delle borse di studio ai numerosi definanziamenti degli Atenei che non garantiscono investimenti su strutture e su una didattica di qualità ad un aumento delle tasse universitarie che costringe gli universitari al fuori corso o, nei casi estremi, ad un abbandono degli studi”, ha spiegato Savino Ingannamorte, coordinatore del sindacato studentesco di ‘Link Bari’. Ma sono stati numerosi comitati e associazioni studentesche a scedere daccapo in campo contro la ‘roulette’ dei test per diventare medici in Italia: l’Unione degli Universitari (Udu), Link coordinamento universitario e Fronte della Gioventù Comunista (Fgc) hanno organizzato presidi e sit-in di protesta davanti ai principali atenei italiani, tra cui Roma, Milano, Bologna, Napoli e Bari, sempre per gridare forte il ‘no’ al numero chiuso. “Basta speculare sulla pelle degli studenti” ha aggiunto Enrico Gulluni, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Universitari. “Ci troviamo ancora una volta – prosegue – ad assistere all’ennesima lotteria dei test d’accesso per i corsi a numero programmato nazionale. Un segnale di quanto gli investimenti nell’istruzione e Università siano promesse elettorali e frasi spot, mai applicate nella realtà. Nemmeno dopo la crisi in cui il nostro Servizio Sanitario Nazionale si è venuto a trovare proprio a causa della carenza di medici, che manifesta ancor di più il fallimento del numero chiuso”. E proprio nei giorni scorsi, come detto all’inizio, anche in Terra di Bari sono stati in molti a puntare il dito contro la possibilità di richiamare in servizio medici in pensione, medici militari e neolaureati, senza un’adeguata formazione.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 4 Settembre 2019