Cultura e Spettacoli

La Ruota del Carapace

Mercoledì notte a Trani (la stessa città dove un mese prima un giovane se ne andava girando con un pitone al collo) ignoti hanno scaricato nella fontana della villa comunale un centinaio di tartarughe tra cui una decina appartenenti a specie protette. Il Corpo Forestale di Stato ha affidato gli esemplari a un Centro specializzato. I contorni della vicenda un poco fanno pensare alla Ruota degli Esposti, l’antica  bussola girevole a forma cilindrica divisa in due parti, una delle quali sporgeva oltre il muro dei conventi ; nella metà esposta all’esterno venivano messi i neonati abbandonati, poi azionando una campanella si allertavano le religiose che accorrevano a ruotare il cilindro e a  raccogliere il trovatello senza poter scorgere chi se ne fosse disfatto. E’ un caso sempre più frequente quello di animali abbandonati che non siano cani. Bestie esotiche che siano cresciute troppo o che siano venute a noia dopo l’iniziale infatuamento, vengono bellamente liberate in campagna, dove hanno poche speranze. Perché se un cervone ha qualche chance, al contrario camaleonti e iguana devono fare i conti prima con lo ‘stordimento da libertà’, poi con la difficoltà di adattarsi ad un habitat ostile.  ‘Sbarazzarsi’ di pesci, rane e tartarughe è più facile dove ci sia abbondanza di fiumi o canali. In Puglia ci si deve contentare delle zone umide o dei piccoli specchi d’acqua che ornano i parchi pubblici ; il che a Bari vuol dire il canale entro cui scorre l’acqua sorgiva che sgorga dalle polle dell’ansa poi rovinosamente colmata di Marisabella o il laghetto di Parco 2 Giugno. Non sempre la soluzione si rivela felice.. Quanto a pesci, rane e tartarughe, l’immissione anche contro natura in ambienti dove già siano stati liberati altri pari-specie scatena una lotta per la sopravvivenza più feroce che in condizioni di normalità. Vince il più forte naturalmente, ma ciò può dare vita all’insediarsi di colonie infestanti capaci di stravolgere l’equilibrio di un micro habitat. Paradossalmente la soluzione adottata dallo sconosciuto di Trani è la meno traumatica : Il tipo arriva di notte con un sacco in spalla, si guarda attorno, scarica nel vascone il suo ‘stock’ di rettili e se la squaglia. L’indomani un salutista, un anziano, un giardiniere o un passante allerta la Forestale che arriva, preleva le bestiole e le affida a chi sappia come esse vanno reimmesse nell’ambiente d’origine, sempre che ciò sia possibile. Poiché certe cose fanno subito tendenza, aspettiamoci nelle settimane a venire altri ‘conferimenti’ di questo tipo. E non solo a Trani. E per restare alla bella città del nord barese, vogliamo battezzare una fontana senza nome ? Ruota  del Carapace  va bene?

Italo Interesse

 


Pubblicato il 19 Settembre 2015

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