La “sberla” di Renzi a Emiliano con il mancato quorum
Neppure in Puglia il referendum di domenica scorsa ha raggiunto il quorum di partecipazione della metà più uno degli aventi diritto al voto, però il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano(Pd), continua ad affermare che “é stato uno straordinario successo”. Infatti, tra le nove regioni promotrici di questo referendum, solo la Basilicata ha superato di poco il quorum, mentre sia le altre otto che le restanti regioni italiane si sono attestate ben al di sotto del 50% degli aventi diritto al voto. La Puglia, dove il suo governatore è stato chiaramente il maggior protagonista a livello nazionale della battaglia a favore del “sì” e, quindi, anche contro la linea del segretario premier del suo stesso partito, Matteo Renzi, come è ormai noto, si è attestata con la partecipazione dei votanti a circa il 42%. Un risultato, questo, che al di là delle affermazioni trionfalistiche di Emiliano, non può essere considerato di certo un successo se si considera che a favore del “sì”, e quindi della partecipazione alla consultazione, erano schierati tutti i partiti di maggioranza ed opposizione presenti in Consiglio regionale, oltre al governatore pugliese che su tale posizione aveva quasi tutto il Pd pugliese, salvo qualche eccezione interna che non si era neppure espressa per la non partecipazione al voto, avendo dato indicazione di recarsi comunque al seggio sia pur per depositare scheda bianca, come ha fatto l’esponente pugliese attualmente più rappresentativo della corrente renziana, il sindaco di Bari e dell’area Metropolitana del capoluogo, Antonio Decaro appunto, che in Puglia è sicuramente una delle figure istituzionale a visibilità e rilievo regionale. Quale sia il dato delle schede bianche riscontrate in Puglia, ma soprattutto a Bari, non lo si conosce ancora, ma di certo non sarà stato in numero significativo altrimenti sarebbe già stato evidenziato nel corso dello spoglio. Sta di fatto, però, che il governatore pugliese spiega la sua interpretazione di successo della consultazione sostenendo che è stato “il secondo
referendum più partecipato negli ultimi 15 anni, dopo quello sull’acqua”. E fin qui la motivazione potrebbe pure starci. Però, dire che “é più di quanto ha preso il Pd alle Europee” sembra a molti pugliese un paragone non appropriato. Sul fatto, poi, che la maggioranza dei cittadini non ha detto sì, supportata dal governo, Emiliano insiste accusando il governo Renzi di aver tentato un’operazione segreta: “inserire nello Sblocca Italia norme che avviavano la trivellazione nelle 12 miglia” e spiega: “Quando
abbiamo provato a discutere, il governo non ci ha ricevuto. E solo di fronte al referendum si é dovuto fermare, bloccando le nuove trivellazioni entro le 12 miglia”. E già questo per il governatore pugliese è stato “un successo enorme”. E se si fosse fermato solo a questo per spiegare ciò che lui ritiene essere stato un successo, probabilmente si sarebbe evitato molte delle critiche che alcuni esponenti nazionali del suo stesso partito, oltre che di qualche rappresentante locale di opposizione, gli hanno rivolto. Come nel caso, ad esempio, del vice capogruppo del Pd alla Camera, Alessia Morani, che su Twitter ha scritto: “Se avesse un minimo di senso del
ridicolo, #Emiliano ammetterebbe sconfitta sonora e spreco di denaro pubblico #vecchiapolitica”. Mentre il capogruppo di CoR alla Regione, Ignazio Zullo, a proposito di modi del governatore pugliese nell’aver condotto la campagna referendaria ha sonoramente affermato: “insopportabile, sgarbata, scorretta ed arrogante tutta la campagna elettorale per il referendum condotta dal governatore Emiliano tanto da giungere al disgusto”. Ma neppure dopo la fine della consultazione referendaria i toni del governatore pugliese nella polemica politica con il segretario del proprio partito, nonché premier, si sono ammorbiditi. Infatti, in un intervento apparso su un importante quotidiano nazionale, Emiliano ha spavaldamente sostenuto: “Un popolo si é ribellato, da oggi il premier farà i conti con me”. Difatti, nessuna vittoria di Pirro per il presidente della Regione Puglia, ma invece “una grande vittoria politica che ha dimostrato come, col sabotaggio sistematico della comunicazione di governo, con l’opposizione strenua dei poteri forti di questo Paese e non solo, a cominciare dai petrolieri, con le correnti o pseudo tali del partito di maggioranza che non hanno fatto altro che remarci contro, ebbene contro tutto questo, dodici milioni di italiani sono andati alle urne infischiandosene di chi ha fatto di tutto per indurli a rimanere a casa. Vi sembra poco?” Ed alla domanda se dunque sia vero che il referendum era tutto politico, il governatore pugliese replica: “Questa é politica, é la ribellione della gente dinanzi al sopruso di chi dice che io posso fare tutto quello che voglio del tuo mare, della tua terra, della tua vita. Così non va. Quei milioni di italiani lo hanno detto chiaro e forte, spero che Matteo Renzi li abbia sentiti”. Peccato, però, che Emiliano non sia ancora accorto che il risultato del referendum è pure una sonora “sberla” di Renzi a chi credeva di dare una spallata al governo sperando in un risultato maggiormente positivo in termini di partecipazione al voto. Così invece non è stato, anche se le prossime occasioni per ritentare di certo non mancheranno. Eventualmente anche per Emiliano.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 19 Aprile 2016