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La Schlein non scioglie nessuno dei nodi interni al Pd

Alla segretaria dem forse neanche interessa che "musica" suoni qui il suo partito a livello cittadino e pugliese

 

Chi pensava che la presenza di domenica scorsa a Bari della segretaria del Pd, Elly Schlein, almeno uno dei due nodi che assillano i dem del capoluogo lo avrebbe sciolto, è rimasto deluso. Infatti, chi ipotizzava che almeno il nodo relativo alla possibilità per il sindaco di Bari e Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, di capeggiare la lista la lista del Pd alle europee del prossimo anno ha dovuto ricredersi, perché la segretaria dem sulla questione ha subito messo le mani avanti, dicendo chiaramente che la decisione di chi deve capeggiare una lista del Pd che interesserà ben sei regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia), per l’appunto quelle che per le europee compongono l’intero collegio elettorale meridionale, non può essere presa dalla segreteria nazionale del partito in accordo solo con i vertici locali del Pd di una sola regione, ossia la Puglia, ma occorre che a condividere tale scelta siano non soltanto i dem delle sei regioni interessate, ma l’intero partito attraverso la sua direzione nazionale, a cui – come ha ricordato la stessa Schlein ai suoi interlocutori pugliesi di domenica scorsa – spetta approvare le liste dem di tutti i cinque collegi italiani delle europee. Però, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, pur sapendo che non sarebbe stato facile impegnare la segretaria del Pd sul nome di Decaro a capolista per le europee, ci ha provato comunque e non soltanto per un mero esercizio di tattica politica personale, quanto verosimilmente per precostituirsi degli alibi per quella che poi potrebbe essere la sua effettiva strategia locale sia per le prossime europee che per tutti gli altri appuntamenti elettorali. Pienamente d’accordo su questo tatticismo di Emiliano sarà stato sicuramente lo stesso Decaro che, non essendo riuscito (come forse pure previsto!) a strappare il “sì” della segretaria al posto di capolista alle europee, si terrà anche lui fino all’ultimo le mani libere sulla scelta per il proprio futuro politico. L’altro nodo che domenica scorsa Schlein avrebbe potuto dipanare ai dem barese era quello relativo al candidato sindaco di centrosinistra del capoluogo per il “dopo Decaro”. Ma anche su questo punto la segretaria dem è stata riluttante, se non sul fatto (non da poco!) che il nome di colui che il centrosinistra dovrà candidare a Bari per succedere a Decaro deve essere di matrice Pd e se tra gli alleati del “campo largo” a Bari ci sono alcuni che mettono in discussione tale prerogativa, allora il criterio delle primarie resta l’estrema ratio da invocare, ma il Pd barese a tale appuntamento dovrà presentarsi unito su un solo nome. Però, quest’ultima condizione significa dire sin d’ora a tutti gli alleati del Pd, in particolar modo ai civici ed alle sigle che hanno tentato di dar vita alla “Convenzione per Bari 2024” con a capo l’associazione “La giusta causa” del penalista Michele Laforgia, che possono dire la loro per la scelta del nome dem da candidare a sindaco, ma se avanzeranno pretese per un nome non del Pd, allora dovranno necessariamente misurarsi alle primarie, dove il Pd dovrà presentarsi compatto con un solo candidato. E, quindi, con esito delle primarie praticamente scontato, se ciò accadesse. Pertanto, anche questa volta la candidatura esterna dell’avvocato Laforgia, o di qualche altro civico appoggiata dal Pd, sembra allontanarsi. Non è da escludere, infatti, che la condizione richiesta da Schlein ai dem baresi di presentarsi uniti con un solo nome, in caso di primarie, piuttosto che essere una sua iniziativa, possa essere stata suggerita alla segretaria a livello dall’interno del suo partito, in modo da mettere subito fuorigioco tutti i possibili pretendenti alla candidatura a sindaco nel “campo largo” del centrosinistra, a cominciare dall’innanzi citato Laforgia del “La giusta causa”, nonché a qualche altro aspirante candidato sindaco del centrosinistra non riconducibile direttamente al Pd. Insomma, la tappa barese di domenica scorsa della segretaria del Pd ha lasciato praticamente irrisolte le attuali due principali questioni interne si dem del capoluogo, ossia quella relativa al futuro politico del sindaco uscente, Decaro, e quella relativa al suo eventuale successore. Di certo, però, Schlein ha avvertito gli alleati che il possibile successore di Decaro dovrà essere espressione diretta del Pd. Come dire che a Bari la “musica” per il centrosinistra dovrà essere sempre la stessa. Ma a Schlein, come è stato già per tutti i suoi predecessori, ciò che continuerebbe ad accadere a Bari e in Puglia interessa, forse, anche poco.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 20 Settembre 2023

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