Cultura e Spettacoli

La scomparsa del professor Cesare Colafemmina

Dopo una lunga malattia, è scomparso il professor Cesare Colafemmina, studioso noto sul piano internazionale per gli studi sulla presenza ebraica nell’Italia meridionale. Colafemmina ha insegnato Epigrafia ed Antichità Ebraiche nell’Ateneo barese e Letteratura Ebraica nell’Università della Calabria. Scopritore di nuove catacombe ebraiche e cristiane a Venosa (Pz), ha allestito la Sezione Ebraica del Museo diocesano di Trani all’interno della sinagoga medievale Scola Grande. ?È stato consigliere dell’AISG- Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo (www.aisg.it). In suo onore è stato costituito il CeRDEM – Centro di Ricerche e Documentazione sull’Ebraismo nel Mediterraneo “Cesare Colafemmina”, a cui lo studioso ha donato la biblioteca e il suo archivio privato, dichiarato di importante interesse culturale dal MiBAC – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia (con Decreto del 6 agosto 2012, prot. 8170). In sua memoria il CeRDEM ha organizzato il convegno internazionale di studi “Gli Ebrei nell’Italia meridionale e nel Mediterraneo dall’Età romana all’Altomedioevo” che si terrà a Trani, Venosa e Bari dal 16 al 18 ottobre 2012 (info: www.cerdem.com). Cesare Colafemmina è nato nel 1933 a Teglio Veneto (Venezia) da madre friulana e da padre pugliese. Licenziato in Scienze Bibliche a Roma e laureato in Filosofia all’Università di Bari, ha insegnato Epigrafia ed Antichità Ebraiche nello stesso Ateneo negli anni 1992-1999 e Letteratura Ebraica nell’Università della Calabria negli anni 2002-06 e 2008-2009. Alla ricerca delle testimonianze sulla presenza ebraica nell’Italia Meridionale ha dedicato un’intera vita di studi. Affrontando nel suo ampio campo d’indagine la storia dell’ebraismo dai primi secoli cristiani al periodo contemporaneo – con maggiori approfondimenti nelle epoche dal Tardoantico al Medioevo – Colafemmina ha messo in luce l’eredità ebraica dell’Italia meridionale sotto i diversi aspetti della storiografia, delle fonti documentarie, dell’epigrafia, dell’archeologia e della letteratura. Le sue ricerche  hanno seguito una duplice direttrice: archeologica e letterario-documentaria. Nel campo dell’archeologia l’indagine di Colafemmina ha preceduto a Venosa (Pz) gli sterri e i restauri della Soprintendenza Archeologica di Basilicata: ha scoperto nuove catacombe ebraiche e cristiane e nuovi settori – in particolare un’epigrafe consolare e un affresco nelle catacombe note dal 1853  – e ha pubblicato nuove epigrafi ebraiche altomedievali. L’ambito delle ricerche sui documenti, poi, è diventato il suo terreno privilegiato per ricostruire il quadro delle presenze ebraiche nel Meridione dall’Altomedioevo all’espulsione dal Viceregno, allargando il panorama conoscitivo alle altre minoranze e alle convivenze con la società cristiana dell’epoca. Da studioso eclettico – nell’ambito dell’Italia meridionale e in particolare di Puglia, Basilicata e Calabria (così come Shlomo Simonsohn per la Sicilia), ma anche della Diaspora fuori dai confini italiani – Colafemmina ha condotto una ponderosa opera di ricostruzione basata sulle fonti e sulle testimonianze storico-artistiche, intessendo le coordinate di una monumentale e sterminata mappa spazio-temporale tanto più definita, quanto più ci si riferisce a quello che è stato il ruolo della Puglia e delle regioni limitrofe tra il IX e l’XI secolo; un ruolo determinante per lo sviluppo della stessa diaspora nei secoli successivi. Tra i suoi meriti, gli è stata riconosciuta una capacità finale di saper proporre nuovi orizzonti e nuove strategie del sapere che non derivano mai dalla somma o dalla fila di tanti singoli pezzi messi assieme o messi l’uno dietro l’altro, ancorché numerosi e riccamente stracolmi di dati, quanto piuttosto […] nel saper proporre una visione unitaria e complessiva e nel saper mettere assieme con sguardo unitario i singoli pezzi per rilanciare l’interpretazione generale. A questa capacità va aggiunta una grande produttività di ricerche e pubblicazioni, realizzate con propri mezzi e pochi supporti istituzionali. Come privato studioso Colafemmina nel 1985 ha fondato il Bollettino «Sefer Yu?asin» (Libro delle generazioni), dedicato alla pubblicazione di documenti, studi e notizie bibliografiche sulla storia dell’Ebraismo nell’Italia meridionale. Il titolo riprende quello di una celebre opera sull’Ebraismo nel Mezzogiorno e nell’Africa mediterranea  scritta in ebraico nell’XI secolo da Achima’az ben Patiel da Oria e che lo stesso Colafemmina ha tradotto ed edito con commento nel 2001 (Messaggi edizioni). Il Bollettino «Sefer Yu?asin» dal 2013 sarà diretto dall’ebraista Giancarlo Lacerenza e stampato dal Centro di Studi Ebraici CSE dell’Università L’Orientale di Napoli (http://www.iuo.it/).?

 

Mariapina Mascolo


Pubblicato il 13 Settembre 2012

Articoli Correlati

Back to top button