La sentinella disse il vero?
In una “cronaca veneta di autore ignoto” si legge che la notte dell’Ascensione del 1002 – il 5 aprile – una sentinella era di vedetta in cima a una torre del monastero di San Benedetto (di quel fabbricato rimangono solo alcuni ambienti sotterranei, oggi sottostanti la chiesa di San Michele Arcangelo). All’epoca dei fatti felicemente affacciato sul porto, quel monastero consentiva di sorvegliare l’ingresso di qualunque nave. Ebbene, quella vedetta era al suo posto quando vide cadere nelle acque portuali “un meteorite”. A parlare di meteorite è Vito Melchiorre, appassionato studioso scomparso di recente e che ha consacrato parte dell’esistenza allo studio della storia della nostra città consultando quasi esclusivamente antichi codici conservati presso l’Archivio Storico. Melchiorre, che non va oltre il suddetto e brevissimo accenno, non specifica se la consultazione ebbe per oggetto un manoscritto dell’anno Mille oppure un più recente documento a stampa e che a quella pergamena facesse riferimento. Il termine meteorite era sconosciuto mille anni fa. A proposito di simili fenomeni (caduta di blocchi di ghiaccio, di sabbia o di animali) nell’anno Mille si parlava di ‘prodigi’. Chissà in quali termini quel soldato, forse unico testimone dell’evento, raccontò l’episodio a compagni e superiori : Una striscia di fuoco scesa dal cielo con la velocità di una freccia e spentasi in acqua con un tonfo superiore a quello che fa un’ancora quando viene calata?… Quel frammento di corpo celeste dovrebbe ancora giacere sul fondo dello specchio d’acqua corrispondente al primitivo porto di Bari. In verità, porto è parola grossa. A Bari le navi approdavano in una piccola rada naturale posta ad oriente dell’abitato e compresa fra il Fortino e la penisoletta in fondo alla quale oggi sorge il Circolo Canottieri. Immaginando che il nostro meteorite si sia inabissato al centro dello specchio d’acqua, l’impatto dovette avvenire a non più di trecento metri dal punto di osservazione. Quel sasso, dunque, dovrebbe essere a meno di due metri di profondità… Tornando alla cronaca di cui in apertura, perché di questo episodio avvenuto da noi si occupa un cronista veneto e non uno locale? E’ possibile che la notizia non abbia ‘attecchito’ qui. Ovvero, quel povero soldato non fu creduto, forse gli diedero dell’ubriaco, magari lo punirono per essersi addormentato e aver sognato o addirittura d’essersi inventato tutto. Ugualmente, fatto il giro di tutte le taverne e raccolta da qualche mercante, la voce viaggiò sino a Venezia, con cui Bari in quegli anni intratteneva stretti rapporti commerciali. E a Venezia un cronista avido dell’incredibile e del misterioso ne fece subito tesoro.
Italo Interesse
Pubblicato il 2 Febbraio 2017