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“La smetta di fare lo showman, si svegli e governi la Puglia”

A preoccupare il governatore pugliese, Michele Emiliano, non c’è solo l’esito dei circoli del Pd già chiamati al voto che vede la sua mozioni congressuale ben al di sotto delle aspettative, tanto da dover sperare in Puglia nell’aiuto diretto dei renziani locali, per ottenere almeno nella propria regione un margine di voti tale che contribuisca ad innalzare la media nazionale dei suoi consensi, tra gli iscritti al Pd, al 5%. Soglia, questa, al di sotto della quale Emiliano sarebbe financo escluso dalla possibilità di partecipare alla corsa per essere scelto come segretario col voto popolare del prossimo 30 aprile ai gazebo, dove la partecipazione è aperta anche a coloro che non sono tesserati del Pd e quindi a tutti i cittadini che si dichiarano elettori di quel partito. Infatti, ora a puntare il dito contro al presidente della Regione Puglia, oltre ai suoi avversari congressuali interni al Pd, c’è pure il leader del M5S, Beppe Grillo, che dalle pagine del blog dei pentastellati ha criticato Emiliano per il colpevole ritardo accumulato dal Governo regionale nel contrastare la realizzazione del gasdotto Tap sulla costa salentina di San Foca, a Melendugno (Le). Infatti, “Emiliano svegliati o dimettiti!” è stato il monito con cui Grillo ha recentemente esordito sul blog del Movimento contro il governatore pugliese, impegnato da qualche mese a contrastare Renzi nella riconferma a segretario del Pd.  “Hai avuto diverse possibilità – ha poi aggiunto il noto comico genovese nella sua reprimenda contro il governatore pugliese – per cercare di evitare tutto questo, ma non hai fatto ancora niente”. E da ciò, proseguendo, l’invito di Grillo ad Emiliano: “Datti una mossa, la Puglia ha bisogno di essere governata da un Presidente, non da uno showman!”. Questo post di Grillo è stato pubblicato poco prima della decisione del governatore pugliese di impugnare la nota con cui il Ministero dell’Ambiente ha autorizzato la Società realizzatrice del Tap ad effettuare le attività preparatorie all’inizio dei lavori per il gasdotto a Melendugno. Infatti, per i “5 Stelle” il presidente della Regione  avrebbe da subito dovuto “impugnare la nota con cui il Ministero ha violato le competenze della Regione Puglia”, oltre che prendere in considerazione la possibilità di presentare “un esposto in Procura (ndr – della Repubblica) per fermare queste attività di espianto” e “predisporre la revoca in autotutela delle autorizzazioni agli espianti degli ulivi degli uffici regionali”. In Puglia, lamentano inoltre i pentastellati sul loro blog, “abbiamo un governatore, il presidente Emiliano (naturalmente sempre Pd) che dorme”. Anzi, “assente” perché “troppo impegnato nella sua scalata interna al partito, mentre i suoi compagni di merenda saccheggiano e distruggono il nostro territorio”. Inoltre, hanno sottolineato i “5 Stelle”, “lo stiamo incalzando da un anno e mezzo, suggerendogli passo passo tutte le azioni da fare per contrastare Tap”, ricordando pure che solo pochi giorni fa, il 21 marzo, hanno fatto approvare una ennesima mozione in Consiglio regionale, per contrastare gli espianti di ulivi. Operazione, questa, propedeutica all’avvio dei lavori di posa in opera del gasdotto, “salvo poi scoprire che la giunta Emiliano si è ‘dimenticata’ di girare all’Avvocatura il testo di quella mozione urgentissima”.  I pugliesi, continua sul blog il M5S, “non vogliono il Tap, (Trans atlantic pipeline, gasdotto transatlantico) l’ennesima inutile grande opera, che rischia di devastare le coste salentine, la cui bellezza garantisce la ricchezza che viene dal turismo e dalla pesca”. Ed ancora: “Quell’inutile enorme gasdotto che dall’Azerbaijan porterebbe il gas in Europa approdando a Melendugno-San Foca in Provincia di Lecce, non ha senso in un paese che deve guardare al futuro e quindi alla produzione di energia da fonti rinnovabili”. Per cui, concludono i pentastellati, “oggi, dopo giorni di resistenza pacifica del territorio all’avvio della fase zero dei lavori per il Tap, il Governo ha mandato le forze dell’ordine in assetto antisommossa a Melendugno come se dovessero fronteggiare dei malviventi, quando invece erano solo padri e madri di famiglia, agricoltori, giovani, cittadini che amano la loro terra e che ancora una volta sono costretti a vedere il loro territorio distrutto in nome di accordi presi nelle segrete stanze da un governo Pd che ha il solo interesse di favorire quelle multinazionali e banche che poi finanziano le campagne elettorali!”. In definitiva, il governatore Emiliano non solo sta rischiando un flop con la sua candidatura a segretario del Pd ma, ancor peggio, viene duramente criticato per la sua “inattività” di governo della Regione proprio da quella forza politica che in più occasioni ha tentato di corteggiare e di avere dalla sua parte, offrendogli agli inizi della Legislatura regionale – come si ricorderà – addirittura la possibilità di entrare in giunta con ben tre assessorati di peso. Proposta – come è pure noto – immediatamente respinta. Ma da questo comprensibile rigetto politico ad essere ora duramente attaccato dal Movimento di Grillo, per Emiliano che, a differenza di Matteo Renzi ed Andrea Orlando, nel Pd si è sempre dichiarato il più vicino politicamente ai “5 Stelle”, rappresenta un flop di intuizione politica, se non pari, sicuramente analogo a quello che potrebbe verificarsi a breve nella sfida lanciata all’interno del suo partito con la scalata alla segreteria. E, quindi, anche nella strategia per le alleanze del Pd potrebbe non avere ragione Emiliano, ma Renzi che non vede alcuna possibilità di accordo del proprio partito con il M5S, visto che quest’ultimo si dichiara – come d’altronde ha sempre fatto – alternativo al Pd.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 29 Marzo 2017

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