Cultura e Spettacoli

La Socia era l’inferno

In ‘Percoco’, (il Grillo Editore, Bari 2012) Marcello Introna romanzando con moderazione ricostruisce quello che a tutt’oggi rimane il più efferato caso di violenza di cui si abbia avuta notizia a Bari : La storia di Francesco Percoco, uno psicopatico che nella notte tra il 20 e il 21 maggio 1956 accoltellò a morte i genitori e il fratello.  L’inquietante racconto di Introna si snoda sullo sfondo di un capoluogo ancora segnato dalle ferite del dopoguerra. Tra queste cicatrici spicca il caso del fabbricato La Socia, cui Introna dedica il venticinquesimo capitolo del suo libro. Luogo malfamato per antonomasia, l’edificio in questione rappresentò il bubbone della città, dagli anni dell’occupazione alleata a quelli del suo sospirato abbattimento, che avvenne nel 1962. Nemmeno vent’anni erano bastati a imbastardire questo imponente fabbricato  eretto verso la fine dell’Ottocento ad angolo tra piazza Luigi di Savoia e via Zuppetta e frutto di un innovativo pensiero socio/economico. ‘La Socia’, infatti, ospitava le famiglie dei dipendenti del Gruppo Facchini, una grossa realtà commerciale che si occupava di esportare olio e mandorle. Con una ragionevole trattenuta sullo stipendio operai e impiegati potevano decorosamente soggiornare a poca distanza dai luoghi di smistamento della merce (la stazione e il porto) con la prospettiva, anche, di riscattare l’appartamento. Cosa che alla fine tutti fecero. Nel tempo i passaggi di proprietà mutarono il volto del piccolo ‘popolo’ de La Socia. A metà degli anni trenta non era rimasto nessuno degli originali inquilini. Cominciò il declino. Alcuni appartamenti involsero in postriboli, mentre la qualità dei casigliani peggiorava. Poi venne la guerra. Nel degrado dell’occupazione alleata, La Socia divenne letale. Covo di malfattori d’ogni risma, il fabbricato ‘ingoiava’ gli imprudenti che vi mettevano piede. Si parlò di atti di cannibalismo e di cadaveri murati. “La Socia era l’inferno e se Franco (Percoco, n.d.r.) avesse avuto una coscienza da gnostico forse ci sarebbe andato a cercare Satana”… Infine, per ragioni anche igieniche l’Autorità dispose l’abbattimento de La Socia (i suoi abitanti furono tra i primi ad essere ‘deportati’ al nuovo Centro di Edilizia Popolare sorto a ridosso dell’aeroporto e che in seguito sarebbe stato ribattezzato San Paolo). Nessuno rimpianse un fabbricato a detta di tutti ‘maledetto’… Tornando allo spunto d’apertura, come ‘maledetto’ fu marchiato anche l’appartamento dove risiedevano i Percoco e che rimase disabitato sino agli anni ottanta quando l’edificio venne abbattuto. Un altro caso di demolizione occorsa tra il generale sollievo.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 17 Novembre 2020

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