Cronaca

La spaccatura di Sel e i corsi e ricorsi della sinistra antagonista

E’ la ben nota teoria dei “corsi” e “ricorsi” storici della politica nazionale e locale, quella applicabile alla recente spaccatura di Sel, il partito di cui è leader il governatore pugliese Nichi Vendola. Con la differenza che al tempo della prima Repubblica le transumanze verso il carro del vincitore avvenivano all’interno della stessa formazione politica, la vecchia Dc, che rimaneva comunque centro di potere di un sistema politico bloccato, mentre ora gli spostamenti sul carro del vincitore avvengono da un partito all’altro, anche quando sono sostanzialmente parti differenti di uno stesso schieramento. Ed è stato lo stesso leader Vendola a confermare la tesi che la spaccatura avvenuta qualche giorno fa nel gruppo di Sel alla Camera altro non è che uno dei tanti episodi di storia politica, in cui si verifica la corsa al carro dei vincitori. Infatti, il presidente della Regione Puglia, durante un incontro con gli operatori dell’informazione, ha dichiarato: “Una parte dei parlamentari guidati da Gennaro Migliore pensa che sinistra di governo significhi automaticamente diventare sinistra al governo. Io penso che sia un grave errore e credo ci sia un giudizio sbagliato su l’attuale Pd e la leadership di Renzi”. Poi, proseguendo nella riflessione su quanto sta accadendo all’interno del suo partito, ha rilevato: “I dibattiti e le lacerazioni che attraversano tutte le forze politiche vanno guardati con molto rispetto”, aggiungendo: “C’è un terremoto permanente che investe il sistema politico italiano. Sel, dal punto di vista dei suoi gruppi parlamentari, si è divisa esattamente sul giudizio da dare al governo Renzi. C’è un correre freneticamente sul carro dei vincitori”. Una corsa che evidentemente non interessa a Vendola, ma soprattutto a coloro che non intendono seguire Migliore nell’uscita dal Sel per avvicinarsi alle posizioni filo governative del Pd. E pur capendo “Il fascino della narrazione forte di Renzi”  il governatore pugliese ritiene che la sinistra non debba “portare il proprio cervello all’ammasso, ma esercitare pensieri critici, essere in grado di sapere che oggi il suo compito fondamentale è rompere la barriera dell’austerity, delle politiche che feriscono i diritti sociali”. E il leader di Sel conclude le sue esternazioni sulla questione affermando: “Io sono piuttosto anticonformista. Non vivo la seduzione che si vive nei confronti di chi periodicamente è celebrato come uomo della provvidenza. Non posso tenere con la forza accanto a me chi vuole correre sul carro del vincitore”. Però, il timore di perdere ruoli e poltrone, acquisite anche grazie al cartello elettorale con il Pd alle ultime elezioni politiche, evidentemente è più forte del fascino anticonformista suscitato dalla tesi vendoliana di continuare a far parte di una sinistra critica di governo, che non vuol confondersi con la maggioranza di potere rappresentata da Renzi e dal suo partito. Ed in Sel a parlare per le rime a tutti quelli che temono di perdere il treno del Pd, lanciato ad oltre il 40% dei consensi, è uno dei parlamentari della pattuglia pugliese (5 deputati ed 1 senatore) di Sel, Arcangelo Sannicandro, rimasto insieme ad altri colleghi allineato e fedele al suo capo, Vendola. Infatti, Sannicandro ha dichiarato: “Nonostante facciano qualsiasi cosa per ucciderci, non ci riusciranno. Nessuno dei miei ex compagni di viaggio si rende conto di essere stato miracolato”. Ossia: “Se non fosse stato per il valore di Vendola, nessuno di noi sarebbe in Parlamento. Sì, insomma, tu esisti perché c’è Sel. Ma si sono montati la testa e non capiscono più nulla. Il Pd ha il 40 per cento! Alla Camera, i democratici dispongono di una larghissima maggioranza! Non si sono nemmeno saputi vendere, i già sellini. Non comprendono che solo rafforzando l’ala sinistra dello schieramento riusciremo, forse, ad agganciare i dem. E, comunque, mai con Renzi. E’ quello che mette in vendita la democrazia per 80 euro, ma ci toglie il finanziamento pubblico, le Province, il Senato, ecc. “. Insomma, il messaggio di Sannicandro a Migliore ed agli altri ex sellini è chiaro. Vale a dire, solo rimanendo compatti intorno a Vendola ciascuno di loro può sperare di continuare a coprire a sinistra uno spazio politico. Diversamente, consegnandosi a Renzi ed al Pd alla spicciolata sono destinati, prima o poi, ad annullarsi politicamente. Un monito, questo, che dovrebbe far riflettere chi in politica pensa di poter sopravvivere semplicemente saltellando sul carro del vincitore. Spesso in politica è così, ma non sempre. E questo nei prossimi mesi sarà, forse, il vero problema anche in Puglia per governatore Vendola, ma non solo per lui.    

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 21 Giugno 2014

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