Cultura e Spettacoli

La spada asservita all’amor cortese

I tornei medievali nacquero nel IX secolo in ambito carolingioallo scopo di tenere in esercizio i cavalieri negli intervalli fra le guerre. Spesso in luogo di ‘torneo’ si adopera il termine ‘giostra’. E’ il caso di precisare che il primo consisteva in un combattimento tra fazioni (come accadde in occasione della disfida di Barletta), mentre il secondo indicava il combattimento tra singoli cavalieri. Di fatto, però, non esisteva torneo che non contemplasse qualche giostra. I tornei, dunque, consistevano in eventi para-militiari o giochi guerreschi in cui cavalieri edesponenti dell’alta aristocrazia, ‘nullo interveniente odio’ (senza risentimento), si misuravano a squadre o a coppie, a  cavallo e anche a piedi. Per contenere l’elevato rischio di morte, queste sfide prevedevano l’impiego di lance spuntate e di spade senza punta né taglio ; ma anche con tali precauzioni spesso si verificavano gravi incidenti. A partire dal XII secolo i tornei si diffusero in tutta l’Europa assumendo crescendo importanza sino ad evolvere in fastosi eventi mondani, codificati da un complesso cerimoniale e resi più intriganti dall’usanza di duellare secondo le norme dell’amor corte, ovvero in nome della ‘servitù d’amore’ verso una dama. Così, da pratica marziale, i tornei evolsero in elemento spettacolare a corredo di anniversari, festeggiamenti di vittorie, nascite di principi o feste religiose. E’ il caso del torneo che si tenne a Bari il 25 agosto 1259. A volerlo fu re Manfredi, il quale così volle onorare l’imperatore di Costantinopoli, Baldovino, di passaggio nel suo viaggio di ritorno da Venezia in oriente. In ‘Historia della città e Regno di Napoli’ (Napoli, 1748) Giovanni Antonio Summonte parla di “illustri uomini d’arme, tra cui ventidue condottieri della cristianità nonché del mondo arabo” i più noti dei quali erano  : Belardo, Siginulfo, Stefano Brancaccio e Gottardo Sassone, napoletani con insegne giallo nere ; Beitunus e Sanachar saraceni ; Guglielmo d’Evoli, Sarro d’Artignano e Pietro d’Albenavoli capuani ; Simone de Sanguigno ed Eleuterio da Valignano, abruzzesi. Aggiunge Vito Masellis (‘Storia di Bari’, Italstampa Bari – 1965) che i ‘mantenitori’ (arbitri) furono Tancredi da Ventimiglia, il conte di Biccari e Corrado Spadafora. Masellis colloca ragionevolmente il campo “di fronte al Castello”, forse più dalla parte dell’abitato che da quella parte del mare. I documenti si fermano qui. Non è dunque possibile risalire a vincitori e vinti, a premi e dame al centro dell’attenzione. Unica  testimonianza, se così possiamo chiamarla, di quell’evento grandioso è una gigantesca ricostruzione pittorica di Michele De Napoli (1808-1892), che copre il sipario del Teatro Piccinni ; vedi immagine.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 22 Aprile 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio