Cultura e Spettacoli

La spada di Galgano

A Montesiepi, nel territorio di Chiusdino, nel senese, a cinquanta metri da una grandiosa abbazia cistercense ormai sconsacrata e in parte diroccata, si erge una piccola cappella di forma circolare : è la cappella di San Galgano. Al suo interno è conservata una spada che affonda all’interno di uno sperone roccioso. Secondo la tradizione fu Galgano Guidotti ad infiggerla in segno di rinuncia alla vita mondana. Figlio dei nobili Guidotto e Dionigia, Galgano Guidotti fu un cavaliere vissuto in Toscana nella seconda metà del XII secolo. Si ritiene che il suo nome derivi da Gargano, il promontorio dove sorge il Santuario di San Michele Arcangelo, Santo al quale Guidotto e Dionigia si rivolsero per diventare genitori e che, a grazia ricevuta, omaggiarono scendendo in pellegrinaggio in Puglia. Dopo una gioventù violenta e dissoluta, il giovane cavaliere ebbe due volte in visione l’Arcangelo Michele. Il quale nella prima visione gli indicò la nuova strada da seguire, nella seconda lo invitò a seguirlo sul Monte Siepi. Lì Galgano incontrò i dodici apostoli, prima di avere la visione del Creatore. Redento, volle celebrare il momento elevando una croce. Scelse di ricavarla infiggendo la propria spada (quindi simbolicamente rinunciando al suo status sociale) in una roccia che presentava una profonda fessura. Si fermò lì vivendo da eremita sino al giorno della morte, avvenuta il 30 novembre 1181. Quella spada, che sino al 1924 poteva essere estratta, venne fissata alla roccia versando piombo fuso nella fessura. L’iniziativa fu del parroco dell’epoca, Don Ciompi, dopo una serie di atti vandalici. La spada continuò a subire atti vandalici finché fu deciso di coprirla con una cupola di plexiglas tuttora presente. Un’indagine metallografica condotta nel 2001 dal Prof. Luigi Garlaschelli dell’università di Pavia ne ha certificato l’autenticità quale arma del XII secolo. La spada di San Galgano suggerisce l’idea che il mito della spada nella roccia, famoso per essere legato alla saga bretone di Re Artù, sia invece nato in Toscana, giacché il ciclo bretone ha inizio nel XII secolo, successivamente alla vicenda di Galgano. In realtà il tema della spada – fatata o meno –  è molto più antico e risale al primordi del cristianesimo. Quando Costantino elevò il cristianesimo a religione di stato, per ogni soldato la spada impugnata al contrario diventò una dichiarazione di fede. Invalse così, prima di ogni battaglia, l’uso di infiggere la propria spada ovunque fosse possibile (un ceppo, la terra, la sabbia… ), inginocchiarsi davanti ad essa e pregare. Forse, in tutti i luoghi di scontro, una spada venne lasciata infilata in una roccia spaccata a memoria di una vittoria.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 26 Marzo 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio