Cronaca

La “Storia delle Corti d’Appello di Altamura, Trani, Bari” ultimo volume post mortem di Franco Martino

A più di cinque anni dalla scomparsa dell’avvocato barese (nato a Palese) Franco Martino è venuto alla luce l’ultima fatica letteraria a cui il noto professionista forense, morto a dicembre del 2013, aveva intensamente dedicato gli ultimi mesi di vita. Ovvero il volume sulla “Storia delle Corti di Appello di Altamura, Trani, Bari”, recentemente pubblicato dalla casa editrice andriese “Matarrese”, a cui l’autore stesso aveva affidato, poco prima della sua scomparsa, il lavoro letterario completato, per provvedere alla stampa ed alla diffusione dell’opera. Un’opera corposa di circa 450 pagine che racchiudono ben due secoli di storia delle Istituzioni giudiziarie in Terra di Bari e, in particolare, la ricostruzione della genesi dell’odierna Corte d’Appello del capoluogo pugliese. L’ultima fatica letteraria del compianto avvocato Martino sarà presentata martedì 26 Marzo, con inizio alle ore 16,00, nell’Aula Magna della Corte d’Appello di Bari, presso il Palazzo di Giustizia di piazza Enrico De Nicola. La cerimonia sarà introdotta dal coordinatore del volume, il giornalista Orazio Chiechi, a cui seguiranno gli interventi del magistrato Luigi Di Lalla, già Presidente di Sezione della Corte d’Appello barese; dell’attuale Presidente della stessa Corte, il magistrato Franco Cassano; del Presidente dell’Ordine degli avvocati di Bari, Giovanni Stefanì. L’ultimo libro di Martino è un puntiglioso lavoro di ricostruzione e ricomposizione delle vicende storiche che, agli inizi degli “Anni Trenta” del secolo scorso, portarono ad insediare nel capoluogo pugliese la Corte d’Appello come la conosciamo oggi, vale a dire come Istituzione di secondo grado per il distretto giudiziario delle odierne provincie di Bari, Bat e Foggia. Nell’introduzione al volume l’autore spiega che: “la storia traccia le strade maestre, ma sono gli uomini poi a percorrerle, condizionati dalle circostanze e da quella inestricabile rete di interessi che organizza il potere”. E, partendo da questo assunto, Martino fa un escursione storico-filosofica della cultura che, dai primi anni del 1800 e fino all’avvento e consolidamento dell’Unità d’Italia, sfocia nello Stato di diritto e, quindi, nell’Ordinamento statuale giudiziario nazionale che, da allora in poi, sarà sempre propagandato come “la grande conquista civile” passata in eredità dallo Stato liberale a quello fascista, con le interpretazioni e gli accomodamenti voluti dal regime, avvertendo i lettori, però, che successivamente muterà “l’ordine delle cose e quindi l’intreccio degli interessi”, ma sopravviveranno i sentimenti, le idee, i principi. Una “storia vecchia – rileva Martino – che ripropone vizi vecchi, sotto mentite spoglie”, avvertendo che “L’anima del tempo rimane la stessa”. Ma – avverte ancora l’autore – è un’anima che “ vive la novità con la diffidenza degli scettici o con il profitto dei furbi”. E conclude la sua introduzione al volume affermando: “Il retaggio delle ideologie frena l’adeguarsi della cultura”. La “Storia delle Corti d’Appello di Altamura, Trani, Bari” si compone di una Prima parte, suddivisa in dieci capitoli, in cui Martino racconta gli ordinamenti giudiziari nella Puglia dell’Ottocento. E quindi i lineamenti storici che, partendo dalle originarie Corti d’Appello di Altamura e Trani, poteranno poi alla istituzione, durante il ventennio fascista, dell’unica Corte d’Appello di Bari, che inglobò quelle d’origine. La Seconda parte del libro si compone di altri dieci capitoli attinenti la figura dell’avvocato in Puglia ai tempi delle Corti d’Appello di Altamura e Trani, ossia nell’Ottocento e fino all’avvento del Fascismo. La Terza ed ultima parte del volume, composta da altri dodici capitoli, è quella dedicata interamente alla storia dell’odierna Corte d’Appello di Bari. In quest’ultima parte Martino narra le vicende più salienti che hanno caratterizzato la storia dell’istituzione a Bari della Corte d’Appello, entrando anche in particolari apparentemente secondari, come quello della sede in cui fu allocata o degli arredamenti non sempre sufficienti a coprire il fabbisogno delle cancellerie, degli uffici dei magistrati o delle aule d’udienza e dibattimentali. I diversi capitoli sono a volte accompagnati ed arricchiti da riproduzioni documentali dell’epoca o da foto delle vecchie sedi della Corte. Insomma, un lavoro di ricerca e ricostruzione storica di eventi, ma anche della cultura prevalente del tempo e del contesto socio-economico rappresentato. L’autore, infatti, si immerge spesso nella narrazione spaziando sui temi oggetto di ricerca ed osservazione storica, ma sempre con il principale, e forse unico, fine di informare il lettore sul quadro storico complessivo in cui si è stata organizzata l’amministrazione della giustizia in Puglia e, in particolare, in Terra di Bari nei due secoli alle nostre spalle, fino ad accennare all’attualissima problematica dell’insufficiente edilizia giudiziaria barese. Un volume, quello pubblicato ‘post mortem’ di Martino e che sarà presentato martedì prossimo, che si aggiunge alla già nutrita precedente produzione storiografica dello stesso autore su altre Istituzioni giudiziarie di Terra di Bari e che completa forse in maniera più organica un lavoro a cui Martino si era dedicato da tempo, per consegnare ai posteri una “traccia” su quelle che furono le Istituzioni giudiziarie della nostra Terra al fine di meglio comprenderne l’assetto attuale. Ed in tal senso anche l’ultima fatica di Martino è un utile lavoro di memoria e ricerca storica, indispensabili in campo giudiziario a conoscere il nostro passato, ma sicuramente altrettanto necessario, in detto settore, per meglio pianificarne il futuro.

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 22 Marzo 2019

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