Cultura e Spettacoli

La stradaccia divenne una signora strada

Prima dell’avvento di Traiano c’era solo la via Appia a congiungere Roma a Brindisi, ma il percorso trascurava del tutto il futuro capoluogo pugliese giacché all’altezza di Benevento la strada si volgeva in direzione di Taranto passando prima per Venosa e dopo per Gravina. Se però vogliamo parlare di mulattiere o di piste in terra battuta, ebbene sì, una strada che collegasse Bari alla capitale c’era. Essa da Benevento prendeva per Troia, quindi attraverso Canosa e Ruvo scendeva sino a Bitonto. Qui si biforcava : il primo tratto raggiungeva Bari, il secondo puntava su Conversano. Entrambi i rami si ricongiungevano ad Egnazia. Di lì, costeggiando l’Adriatico, si raggiungeva Brindisi. Un percorso tormentoso che nulla aveva a che vedere con la qualità dell’Appia, una strada degna di questo nome per ampiezza, lastricatura e drenaggio. Traiano, dice il Paribeni, prese quella stradaccia e fra il 108 e il 110 d.C. “la rese tutta via di Stato, facendola al pari delle altre pubbliche vie atta al transito dei veicoli”. Il vantaggio che ne ricavò Bari, sostiene Michele Viterbo, fu persino superiore a quello tratto dalla traslazione delle ossa di San Nicola o dall’autorizzazione concessa da Gioacchino Murat nel 1813 perché la città si sviluppasse al di là del soffocante abbraccio delle mura di cinta. L’arrivo della Traiana si tradusse per il futuro capoluogo pugliese in un potente impulso commerciale. Grazie all’Imperatore Bari mosse il primo passo verso il futuro mercantile nel quale ancora oggi, benché a fatica, permane. Quella grande opera riuscì nel miracolo : far evolvere in emporio commerciale un piccolo e oscuro borgo di mare, ancorché “pescoso”, come testimonia Orazio nella sua celebre Satira. Un’evoluzione lenta ma inarrestabile e che toccò l’apice nel medioevo, quando Bari non fu lontana dall’assurgere a repubblica marinara. L’unica testimonianza architettonica della Traiana che si conservi a Bari è un cippo miliare (il 128esimo, come si legge dall’epigrafe). Il pesante blocco calcareo posa tra l’erba della striscia verde che costeggia la salita del Fortino in mezzo a frammenti di colonne, sempre dell’era romana, provenienti forse dal tempio di Augusto. Sembra che lo stesso cippo venisse adoperato nell’antico porto di Bari come pilone di ormeggio. All’imperatore Traiano il capoluogo pugliese ha dedicato una breve strada, che spesso per errore viene indicata come ‘viale’ (ha infatti  una larghezza comune e non presenta alcuna forma di verde pubblico). L’Imperatore meritava di più. Ma la progettata eliminazione dei binari della tratta Bari-Lecce, promette la meritata riqualificazione di via Traiano, al presente soffocata tra costiera e ferrovia. – Nell’immagine, il tratto della via Appia che attraversa Egnazia.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 23 Gennaio 2021

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio