La strage del Kursaal Diana
Il Ministro Franceschini ha annunciato che l’Italia è pronta a ricostruire il teatro di Mariupol. Come è noto, questa struttura, utilizzata come rifugio per i civili, è stata distrutta giorni fa da un raid delle forze di Putin. Imprecisato il numero di morti. Determinato invece il numero delle vittime (ventuno) di un altro teatro, il Kursaal Diana di Milano, in occasione dell’attentato dinamitardo di matrice anarchica del 23 marzo di centouno anni fa. Essendo un kursaal, il Diana, oltre a funzionare come cinema-teatro, ospitava un albergo, oltre a disporre di altri ambienti destinati ai trattenimenti danzanti, al gioco, alla lettura, alla cura del corpo e al nuoto ; all’esterno del della struttura i clienti potevano disporre di una piscina all’aperto lunga cento metri e larga 25, utilizzata anche dai professionisti del salto dal trampolino). Era il più ricercato luogo mondano di Milano. Come tale, era affollatissimo anche quell’infausta sera del 23 marzo, quando 160 candelotti di gelatina esplosiva nascosti in una cesta, ricoperti da paglia e bottiglie vuote, esplodevano nei pressi dell’ingresso riservato agli artisti. L’attentato, da inquadrare nel cosiddetto biennio rosso che precedette la marcia su Roma, aveva come obiettivo il questore Giovanni Gasti, il cui appartamento sovrastava la sala cine-teatro e che serviva da luogo d’incontro tra Mussolini e l’alto funzionario. Rimasero ferite circa 80 persone e 17 furono i morti, destinati a diventare 21 nelle ore successive. Avviate immediatamente negli ambienti anarchici, le indagini portarono nel giro di poche settimane all’arresto di 19 persone. Alcuni sospetti, come Pietro Bruzzi, riuscirono a dileguarsi e riparare all’estero. Il processo ebbe inizio il 9 maggio 1922, avanti la Corte di Assise di piazza Fontana e nella stessa aula dove era stato processato Gaetano Bresci, l’anarchico che nel 1901 aveva assassinato Umberto I. Il 1º giugno fu pronunciata la sentenza che individuava come autori materiali della strage e condannava all’ergastolo il bergamasco Ettore Aguggini, di 19 anni, e i mantovani Giuseppe Mariani, di 23 anni, e Giuseppe Boldrini, di 28 anni, che si proclamerà sempre innocente. Gli altri 16 imputati, ritenuti complici, furono condannati a pene varianti tra i 15 e i 4 anni di carcere. L’azione contro il “Diana”, suscitò orrore e disapprovazione tra gli anarchici moderati. Errico Malatesta, dal carcere, sospese lo sciopero della fame ed espresse «il suo sdegno per il delitto esecrando che giova solo a chi opprime i lavoratori e a chi perseguita il nostro movimento». Più avanti, sulle pagine di «Umanità Nova», avrebbe pubblicato un articolo, intitolato Guerra civile da cui stralciamo queste parole : “Qualunque sia la barbarie degli altri, spetta a noi anarchici, a noi tutti uomini di progresso, il mantenere la lotta nei limiti dell’umanità, vale a dire non fare mai, in materia di violenza, più di quello che è strettamente necessario per difendere la nostra libertà e per assicurare la vittoria della causa nostra, che è la causa del bene di tutti”. I guai del Diana non si fermano qui. Centrato dalle bombe alleate del 13 agosto 1943, il Kursaal si ritrovò a mal partito. Riprese a funzionare dalla seconda metà del’45 come cinema di prima visione. Tale attività si protrasse sino al 14 maggio 1989. Dopo nove anni di chiusura il Diana è tornato in funzione ma solo come albergo della catena Sheraton. Nel 2001 l’ex sala cine-teatro è stata riconvertita in spazio per sfilate di moda. – Nell’immagine, i funerali delle vittime.
Italo Interesse
Pubblicato il 23 Marzo 2022