Cultura e Spettacoli

La strage delle volpi

Le strade extraurbane sono cimiteri. Le carcasse più frequenti appartengono a cani, roditori, ricci, qualche rettile e pochissimi tra gatti e volatili. Guardando meglio, il mesto spettacolo svela che diverse delle spoglie attribuite a randagi appartengono invece a volpi. Sorprende in giorni di crescente antropizzazione la resistenza opposta da questa specie al contrarsi degli areali. Ma parliamo di un animale la cui dote principale, al di là dell’astuzia da leggenda, consiste in una strabiliante capacità di adattamento alle mutazioni ambientali. Come tale la volpe è classificata dall’UCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) come specie a rischio minimo. Si aggiunga a ciò che questo animale rientra tra le specie protette e che, vivendo ormai al di fuori dell’habitat d’origine, è al sicuro dagli attacchi dei predatori storici, come lupi, coyote, sciacalli, tassi e felini di grossa o media taglia. A fare poi da valore aggiunto a tale ‘invulnerabilità c’è che il nostro canide può procurarsi cibo più facilmente di qualsiasi altro animale. Nonostante sia classificata come carnivoro, la volpe è animale onnivoro. Oltre a cibarsi di invertebrati, di uova e mammiferi, uccelli, anfibi e rettili, purché di piccole dimensioni, la volpe non disdegna carogne, vegetali e scarti alimentari dell’uomo (che trova in abbondanza nelle discariche). Non bastasse, la volpe mette al sicuro il cibo in esubero in tanti piccoli nascondigli piuttosto che in un sola ‘dispensa’ ; in questo modo non corre  il rischio d’essere depredata in una volta sola dell’intera scorta. E nella ricerca di cibo, ancora, l’agevola il fatto che di notte la luce non manca sia nelle campagne, sia – maggiormente – nelle periferie nei centri abitati. Dicevamo prima di specie protetta. Ugualmente, appena possono, i contadini ricorrono a tagliole e bocconi avvelenati pure di eliminare le volpi, cui addebitano gli attacchi alle stie, dimenticando che più spesso dietro ogni strage di polli si nasconde l’azione di ben più temili branchi di cani inselvatichiti. Infine, tornando alle volpi ‘abbattute’ dalle auto in transito, è il caso di ricordare che anche in tale caso vale il dettato dell’articolo 31, della legge 29 luglio 2010, n° 120, che obbliga l’investitore ad allertare la Polizia Provinciale o i Carabinieri Forestali e a prestare soccorso all’animale nei limiti del possibile. Ma attenzione, anche soccorrere un animale piccolo come la volpe è difficile. Benché ferito, un animale selvatico può sempre avere reazioni improvvise e violente (tu pensa nel caso di un cinghiale, un cervo, un orso…). Ma tanto non esime l’automobilista – il quale resta in diritto di ignorare come si cambia una gomma, una lampadina o un fusibile – dall’obbligo di soccorso, persino quando il responsabile dell’investimento sia un altro che abbia poi  proseguito la corsa. L’omissione di soccorso costa 410 euro e circostanze aggravanti possono far scattare conseguenze penali.

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 22 Ottobre 2020

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