Cultura e Spettacoli

La strage di Tel Aviv

Il 10 giugno 1949, con l’ingresso in guerra al fianco della Germania, l’Italia doveva vedersela non solo con le forze di Francia e Gran Bretagna ma pure con quelle dei Domini di quest’ultimo impero (il Commonwealt). Tra i Domini rientrava di fatto la Palestina, che per effetto di un mandato della Società delle Nazioni del 1920 era stata affidata alla Gran Bretagna (il mandato ebbe termine nel 1948). La cosiddetta Palestina Mandataria entrò così nel mirino della Regia Aeronautica. Il primo attacco ebbe luogo il 9 settembre 1940: Dieci bombardieri modello Cant Z 1007 Bis partiti dai due aeroporti del vicino Dodecanneso (Lero e Rodi) raggiunsero Tel Aviv alle 16:12 scaricandovi diverse tonnellate di bombe. Doloroso il bilancio: oltre a danni vari (peraltro di ininfluente valore tattico) i morti furono 137 e tutti civili. Sembra però che quella strage di innocenti non fosse in programma. Obiettivo della squadriglia italiana era il porto di Haifa con le sue raffinerie, ma, intercettati da caccia britannici, i nostri bombardieri (evidentemente privi di scorta), avevano dovuto ripiegare su altro obiettivo: il porto di Tel Aviv. Anche il cielo della capitale però era presidiato dalle forze aeree britanniche (già cominciava a delinearsi la superiorità nemica in fatto di armamenti). Nuovamente contrastati, i Cant lasciarono cadere le bombe per errore su un’area abitata nei pressi del porto, colpendo anche Sumail, un villaggio abitato da arabi. Un memoriale oggi ricorda quella strage. Fu quel rovinoso attacco l’inizio di una serie di bombardamenti italiani a danno della Palestina Britannica. L’ultimo attacco aereo italiano su Tel Aviv fu condotto il 12 giugno 1941 insieme ad alcuni aerei della Luftwaffe e della Francia di Vichy (questi ultimi partiti dalla Siria). Questa volta i danni furono minori. Non di meno morirono altre tredici persone. Si diceva prima del bombardamento di Tel Aviv di ottantuno anni in conseguenza del mancato attacco su Haifa. Poche settimane dopo, la Regia Aeronautica si rifece dello smacco sottoponendo quel porto a ripetute e pesanti incursioni. Tre di queste si rivelarono particolarmente rovinose. Nel corso della prima (15 luglio 1940) furono sganciate 120 bombe che provocarono vasti incendi e l’interruzione della corrente in città. La seconda (24 luglio) si rivelò ancora più rovinosa: 144 bombe mandarono a fuoco i depositi di carburante e la raffineria; si contarono pure alcune decine di vittime. L’ultimo attacco risale al 6 agosto: 120 bombe vennero scaricate sul porto. Ancora bruciarono i depositi di petrolio, questa volta insieme all’oleodotto.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 9 Settembre 2021

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