Cronaca

La strategia di Emiliano: “Un colpo alla botte e uno al cerchio”

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, con il premier Matteo Renzi continua la strategia di gioco con un colpo alla botte ed uno al cerchio. Infatti, il governatore pugliese, nel pomeriggio di ieri alla direzione nazionale del Pd, rivolgendosi al Capo del governo, nonché segretario del partito, ha concluso il proprio intervento con una domanda: “Matteo, siamo in grado di andare avanti in maniera diversa, con una fiducia reciproca?”, seguita da una considerazione ed un invito: “Le Regioni te lo hanno dovuto dire con il referendum, fa che non succeda mai più”. In precedenza Emiliano, rivolgendosi sempre direttamente al premier, aveva detto: “Io non ho alcun dubbio sulla tua onestà personale, sono certo della tua onestà e del tuo amore per il Paese e per questo partito”. Ed è giunto, poi, l’appello ad “andare avanti in maniera diversa” che, secondo il presidente della Regione Puglia, potrebbe concretizzarsi facendo “insieme una legge sulla partecipazione dei cittadini sulle grandi scelte, per esempio quelle energetiche che sono una cosa diversa da altro”. Ossia – ha precisato Emiliano: “sono diverse dagli scavi di Pompei”. Nel corso dell’intervento il governatore pugliese aveva pure sottolineato che se avesse potuto parlare a suo tempo con Renzi in merito all’emendamento “Tempa Rossa” avrebbe voluto chiedergli “Ti hanno detto che la Puglia contrastava il progetto?” per dirgli che gli avevano detto una Ti hanno detto bugia! “Quello è un emendamento – ha affermato Emiliano – che chiamo ‘frega –Puglia’. E sempre rivolto a Renzi: “Ma ti avevano detto che dalla Puglia era arrivato il parere favorevole a Tempa Rossa?”. “Io non sono uno della minoranza” ha tuonato il governatore pugliese alla direzione Dem quando ha poi affermato: “Renzi l’ho votato e continuo a pensare che sia un uomo di grande valore, ma deve fare la cortesia di ascoltare anche qualcuno che ha i capelli bianchi, che perde tempo a studiare”. E qui il riferimento è chiaramente autoreferenziale. Poi, Emiliano parlando del referendum di metà Aprile sulle trivelle ha sottolineato: “Nessuno di noi ha promosso il referendum, i consigli regionali hanno proposto la questione”, interrogandosi: “Ma il Pd si vuole porre questione sul fatto che nove Regioni chiedano un referendum? Come può accadere?”. “Oggi –  ha poi affermato Emiliano rivolgendosi sempre direttamente al premier-segretario – finalmente hai parlato di energia, era così complicato? O c’era al Mise (ndr – Ministero per lo Sviluppo economico – qualcosa che impediva questa discussione?” E ricorda: “Io e il presidente della Basilicata, Marcello Pittella, ottenemmo un colloquio al Mise con il sottosegretario Vicari. Chiedemmo di parlare con un ministro o con qualcuno di livello più alto”. Però, rammenta ancora il governatore pugliese alla direzione del Pd, ma forse a Renzi più in particolare,  “una settimana dopo Marcello mi chiamò dicendomi che Vicari lo aveva avvertito che non ci sarebbero stati ulteriori incontri”. E questo, ha spiegato Emiliano, è quanto avvenuto nei giorni precedenti a quando le nove Regioni proposero il referendum sulle trivelle. Infatti, sempre secondo il presidente della Puglia, il referendum è stato chiesto perché “il governo aveva facilitato enormemente le trivellazioni entro le dodici miglia” con lo Sblocca-Italia. E, proseguendo, Emiliano si è augurato che, sebbene sia difficile raggiungere il quorum, l’obbiettivo che rende valida la consultazione sia raggiunto. “Io voterò sì e dirò di votare sì” ha evidenziato alla direzione del Pd il governatore pugliese. Inoltre Emiliano, sempre rivolgendosi al premier, aveva pure ammonito:  “Hai parlato un po’ imprudentemente della magistratura di Potenza, una sentenza è arrivata oggi, sul centro oli di Viggiano, che è praticamente la stessa cosa”. Ma su questo passaggio Renzi, interrompendo per un attimo Emiliano, ha puntualizzato: “Ho detto sentenza definitiva”. Poi, al termine della direzione nazionale del Pd, Emiliano ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Ho votato no alla relazione del segretario Matteo Renzi perché le sue argomentazioni sul referendum e sull’emendamento Tempa Rossa ricalcano pedissequamente quelle delle aziende petrolifere e non tengono invece conto degli interessi dei cittadini e dei territori”. “In particolare – ha sottolineato il governatore pugliese – (ndr – Renzi)  non è riuscito a dare alcuna giustificazione dello scippo che l’emendamento Guidi ha determinato in danno della Puglia autorizzando l’oleodotto Tempa Rossa senza consentire alla Regione di trattare con i petrolieri le compensazioni ambientali per la città di Taranto e, dunque, consentendo a questi ultimi di risparmiare decine di milioni di Euro”, aggiungendo: “Sul Referendum dicono a me di studiare senza sapere che l’ho fatto, e anche molto accuratamente, diversamente da loro: se dovesse vincere il Sì al Referendum, tornerebbe in vigore la Legge 9/1991, che non ha mai messo a rischio i posti di lavoro o il pieno sfruttamento del giacimento  come vogliono far credere approfittando della complessità delle norme”. Infatti, “De Vincenti – ha rilevato Emiliano – dice che non può tornare la vecchia norma, perché abrogata. Non è vero, perché l’emendamento oggetto di Referendum non è abrogativo della precedente normativa, in quanto costituisce solo una deroga alla disciplina ordinaria di cui alla legge 9/1991. L’emendamento ha natura di legge-provvedimento che, in deroga alla normativa di cui alla legge del ‘91, proroga “sine die” la durata delle concessioni già rilasciate”, per poi affermare: “Eliminato l’emendamento con il Referendum ritornerebbe la piena applicabilità della legge del 91”.In ogni caso, ha concluso Emiliano: “Sono a disposizione dell’economista De Vincenti e ovviamente del segretario Matteo Renzi per spiegare loro come funziona l’ordinamento giuridico italiano. Piuttosto, entrambi, evitano accuratamente di dire che con la loro Legge di stabilità un altro regalo è stato fatto ai petrolieri: concessioni highlander per le piattaforme, senza termine, eliminando i controlli pubblici per ottenere le proroghe. Senza peraltro che vi sia alcuna esigenza strategica. Il tutto in contrasto con la normativa europea e la direttiva offshore”. Insomma, il presidente della Puglia ha dismesso per un attimo i panni del politico per assumere le vesti del giurista. E questo per ribadire che “La campagna per il Si continua, in difesa del nostro mare, del nostro turismo, della nostra salute. E soprattutto per ripristinare l’interesse di tutti contro i vantaggi economici per pochi”. Ed in quanto a propaganda elettorale è notorio ormai che Emiliano è imbattibile “pro causa sua”.

  Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 5 Aprile 2016

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