Cronaca

La successione a Michele Emiliano nuovo motivo di tensione con Renzi

Non sarà una partita facile per il maggior partito politico italiano, il Pd, quella che si giocherà in Puglia nelle prossime settimane per la scelta del segretario che succederà a Michele Emiliano, neo eletto governatore, alla guida pugliese del partito di Matteo Renzi, ma anche di Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani. Infatti, uno dei possibili motivi di tensione e frizione che – secondo quanto trapela da qualche bene informato sulle vicende politiche pugliesi – esisterebbe tra il premier Renzi e l’ex sindaco di Bari, ora capo della Regione, riguarda proprio la scelta del nome da mettere alla guida del Pd pugliese. Scelta che – come è noto agli addetti ai lavori – è fondamentale non soltanto per gli equilibri all’interno del partito e per i rapporti con la rappresentanza elettiva dei “dem” nelle istituzioni, oltre che con le forze politiche alleate, ma soprattutto per l’individuazione e la gestione delle candidature pugliesi da presentare alle elezioni politiche, che la prossima volta dovrebbero riguardare soltanto i seggi di Montecitorio, se la nuova legge elettorale (l’Italicum) non subirà modifiche e la riforma costituzionale del Senato, voluta da Renzi, andrà a buon fine. Infatti, la pattuglia di deputati che il Pd pugliese potrebbe eleggere alle prossime politiche a Montecitorio non sarebbe inferiore ad un numero di 28/30 onorevoli, in caso di vittoria nazionale del centrosinistra, considerando il premio di maggioranza previsto dall’Italicum al partito della coalizione che riporta più voti. Ed è fuor di dubbio che, nel centrosinistra, il partito di maggiorana relativa debba essere il Pd. Quindi il premier Renzi, nonché segretario nazionale del Pd, sa bene quanto sia importante poter contare su una segreteria regionale che selezioni i prossimi candidati pugliesi del Pd alla Camera in modo da assicurare piena fiducia ed appoggio al leader del partito, ma anche verosimilmente aspirante alla riconferma a Palazzo Chigi. Diversamente Renzi potrebbe ritrovarsi con un nutrito numero di parlamentari pugliesi del suo stesso partito che sostengono un altro candidato per la leadership del Pd o, nella migliore delle ipotesi, gli potrebbero fungere da vere e proprie spine nel fianco nel partito ed in Parlamento, qualora quegli stessi deputati obbedissero ai ‘diktat’ di un suo antagonista per la guida nazionale del Pd. Pertanto è fondamentale per un segretario nazionale di partito, come è Renzi, che vuole innanzi tutto riconfermarsi alla guida del Pd, assicurarsi che il prossimo segretario pugliese del Pd sia un esponente politicamente a lui vicino e, soprattutto, che non sia uno malleabile ai giochetti di chi in Puglia oggi nel Pd dice una cosa, ma poi, in caso di possibili spiragli di scalata al vertice del partito, ne faccia un’altra. Ed il sospetto che ciò accada da parte del premier Renzi è sicuramente forte. Tanto più se si considerano certi precedenti accaduti nel centrosinistra pugliese e nel Pd in particolare. In definitiva Renzi, se per il futuro ha in mente di continuare nel suo ruolo di leader del Pd, non può permettersi che in Puglia nel proprio partito accada una vicenda simile a quella accaduta recentemente nella stessa regione alla maggiore espressione del centrodestra, Forza Italia. Dove il leader nazionale del centrodestra, Silvio Berlusconi, avendo consentito che il partito regionale finisse nelle mani di un unico esponente, Raffaele Fitto, si è poi improvvisamente trovato da prima con un irriducibile ‘dissidente’ interno ed ora addirittura con un ex esponente forzista di spicco, Fitto per l’appunto, come fondatore e leader di una formazione concorrenziale al partito Azzurro. Vicenda, questa tra Berlusconi e Fitto, che dimostra inequivocabilmente come il peso politico della rappresentanza parlamentare pugliese per un partito della consistenza di Fi o del Pd non possa e non debba essere sottovalutata ai fini delle questioni interne dello stesso partito sia nella scena politica che in quella istituzionale. Quindi, non a caso ad Emiliano, a margine di un incontro in Fiera con il premier dell’Albania, Rama, con riferimento alle tensioni createsi con il presidente del Consiglio dei Ministri, è stato chiesto quale possa essere l’identikit del suo successore alla guida del Pd pugliese. “Uno sicuramente più magro di me” ha risposto ironicamente il neo Presidente della Regione. “Io non posso per statuto” ha spiegato inoltre l’ex sindaco di Bari, che ha pure aggiunto: “E devo dire che sono anche due mestieri abbastanza difficili da conciliare. Il presidente della Regione è impegnatissimo, quindi è molto difficile che riesca a svolgere i due ruoli”. Ed a chi ha obiettato che Renzi concilia il ruolo di premier e di segretario nazionale del Pd, Emiliano ha prontamente colto la palla al balzo per elogiare il premier, con la speranza forse di rasserenarlo pure sulle alcune voci che lo vedono come un probabile “anti-Renzi” e come etichettato di recente dallo stesso premier nel corso di un’intervista televisiva. Infatti, ha dichiarato Emiliano: “Il premier ha qualità straordinarie, quindi lui ci riesce e io no”. Ma il neo governatore pugliese è davvero convinto di essere convincente agli occhi di Renzi con queste sue affermazioni di commiato, quando poi nei fatti non perde occasione per salire agli onori della cronaca politica nazionale come un “alter ego” del “renzismo” ? Vedi, da ultimo, l’impugnativa alla Consulta della legge di Renzi sulla “Buona scuola”. Per la cronaca va fatto presente pure che Emiliano lunedì sera ha disertato nel capoluogo una cena, organizzata da Massimo D’Alema con alcuni alti esponenti politici ed istituzionali del Pd pugliese in vista dell’appuntamento del 21 settembre prossimo, quando è convocata l’Assemblea regionale del Pd sia per scegliere il nome del presidente pugliese del partito che prenderà il posto della tarantina dimissionaria Annarita Lemma, uscita lo scorso mese di luglio dal Pd per seguire a sinistra Pippo Civati, sia per fissare la data delle primarie per la scelta del successore di Emiliano alla segreteria. Cena, infatti, a cui il neo governatore era stato invitato non soltanto in veste di governatore, ma anche di segretario regionale uscente. Emiliano, però, evidentemente ha preferito non partecipare sia per non insospettire ulteriormente Renzi sulle sue effettive intenzioni per il nome del nuovo segretario del Pd pugliese, sia per prendere tempo sulla scelta a lui più gradita e così non scoprire in anticipo le sue possibili mosse al riguardo. Ma è sufficiente questo suo modo di fare per tranquillizzare il premier su quello che, con Emiliano, potrebbe accadere nel Pd pugliese? Probabilmente no. Renzi, infatti, ha già fatto sapere pubblicamente che a breve verrà in Puglia. E non certo soltanto per motivi istituzionali.

Giuseppe Palella 


Pubblicato il 16 Settembre 2015

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