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La svolta “autonomista” di Emiliano

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, leader anche di una neonata corrente interna al Pd, “Fronte democratico”, nel corso dell’assemblea barese di sabato scorso, con simpatizzanti e referenti nazionali di detta formazione politica, ha delegittimato l’ex premier Matteo Renzi come possibile candidato per la Presidenza del Consiglio alle prossime elezioni politiche, invocando la candidatura dell’attuale premier, Paolo Gentiloni, a leader del Pd per Palazzo Chigi anche per la prossima legislatura. Infatti, il governatore pugliese pur ammettendo che Renzi è “il candidato premier naturale” per la guida della coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni, e quindi anche per quella del Governo nazionale in caso di vittoria, poiché lo statuto dei Dem prevede che il candidato premier è il segretario nazionale del patito, per il leader di “Fronte democratico”, in questo momento però, il presidente “Gentiloni è più gradito” agli elettori moderati e di centrosinistra. Emiliano ha pure accennato all’idea, per le prossime politiche, di una possibile “lista civica” nazionale, alleata del Pd, e capeggiata dai sindaci di centrosinistra non di estrazione Pd, come il neo Primo cittadino di Lecce, Carlo Salvemini, ed il cagliaritano Massimo Zedda. Quella di sabato scorso è stata la prima assemblea della componente di Emiliano all’interno del Pd propedeutica all’attività programmatica del partito in vista dell’appuntamento elettorale del prossimo anno, per il rinnovo di Camera e Senato. Infatti, il governatore Emiliano, forte dei suoi 180mila voti di preferenza presi alle primarie del Pd dello scorso 30 aprile, risulta essere la terza forza all’interno del partito, per cui ora ha la necessità di far valere tale leadership in termini di candidature per Montecitorio e Palazzo Madama. E, quindi, di posti in lista alle politiche. Ma ancor più importante sarà il numero di deputati e senatori che “Fronte democratico” riuscirà a portare in Parlamento nelle liste del Pd alle prossime elezioni. E, per tale obbiettivo, il governatore pugliese evidentemente sta già “affilando” le armi all’interno del suo partito e, in particolare, con il segretario Renzi, di cui è stato antagonista alle primarie dell’ultimo congresso. Ma ciò, tutto sommato, non è una novità di Emiliano, né tantomeno per il segretario Renzi che verosimilmente sa bene quali sono i veri obiettivi del governatore pugliese sin dal momento in cui si candidò per la sfida alle primarie. Invece, ciò che è sicuramente una novità di Emiliano è quanto affermato nel corso della sua ultima intervista radiofonica a “6 su Radio 1” per parlare del referendum di domenica scorsa sulla richiesta di indipendenza della Catalogna. Infatti, nel corso di detta trasmissione radiofonica Emiliano, parlando dei referendum in programma nelle tre regioni del nord Italia che chiedono più autonomia da Roma, ha detto che “non é più accettabile l’idea che il Nord sostenga totalmente il Mezzogiorno”. Ma c’è di più. Emiliano ha pure precisato che lui non è “su una posizione diversa rispetto a Toti, Maroni e Zaia”, affermando inoltre: “sono assolutamente d’accordo che chi produce più reddito di altre regioni debba avere la possibilità di utilizzare questo denaro in maniera superiore”. “L’Europa – ha dichiarato ancora Emiliano – funziona per

regioni, non per Stati nazionali”, rilevando che “gli Stati nazionali purtroppo ancora oggi interferiscono e non riescono a gestire le grandi questioni di loro competenza come immigrazione, difesa e fisco”. Invece, per il governatore pugliese, “bisognerebbe rimettersi a far politica e a
togliere i poliziotti dalle strade e soprattutto avere un’idea del futuro”, perché “se la Lombardia è così ricca, è evidente che ha dei diritti nell’utilizzare il reddito che produce che sono superiori a quelli della Puglia che è meno ricca”. Ed Emiliano ha poi concluso: “C’è un principio di solidarietà, ma questo principio deve essere ragionevole”. Ma, a questo punto, dopo queste dichiarazioni è altrettanto evidente che Emiliano cerca di aprirsi un varco per la sua componente, Fronte democratico per l’appunto, alle prossime elezioni tra gli elettori del Pd del nord Italia. E con tale sua posizione non è da escludere che possa riuscirci, anche se è molto difficile vista la concorrenza che ha al Nord su quel fronte, dove gli “autonomisti” sono tradizionalmente rappresentati da forze politiche già abbastanza radicate e, probabilmente, anche più credibili su quel tema. Infatti, al riguardo, “come è possibile – si chiedono alcuni cittadini delle periferie baresi – dar seriamente credito ad Emiliano per le sue intenzioni sulla ‘maggiore autonomia’ del Nord da Roma, visto che lui da sindaco di Bari nel 2010 non volle neppure concedere l’autonomia alle ex frazioni del capoluogo che ne avevano diritto?” E questo, in effetti, è sicuramente una incontrovertibile verità.

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 3 Ottobre 2017

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